ROMA Promette investimenti pubblici nel Sud inseriti in un Piano Straordinario a partire dai treni ad Alta Velocità, uno sviluppo «Green» incentivato da tasse più basse e anche il G20 a Bari. Apre la Fiera del Levante, Giuseppe Conte, alla testa di un governo col Pd e senza la Lega e ricorda che c'è ancora un «confine» da superare tra Sud e Nord del Paese. E allora serve un «piano straordinario» e «strutturale» per il Meridione e ora si può iniziare a realizzarlo. Perché, è questa la vera e nuova garanzia che offre il premier, l'Europa e i mercati «scommettono» sul nuovo governo. È questa la differenza rispetto a un anno fa che Conte si intesta.
Del resto il presidente del Consiglio non è certo il primo a parlare di investimenti nel Sud e di piani straordinari. Del resto molti progetti avanzano lentamente, a partire dall'attesissima linea ferroviaria veloce fra Napoli e Bari della quale si parla dal 2009 e che dovrebbe essere pronta nel 2026. L'opera costa oltre 6 miliardi che peraltro sono stati in gran parte stanziati e anche spesi dai governi Renzi, Gentiloni e Conte1. Due tratte della linea sono già pronte. Così come sono in costruzione alcuni spezzoni di un'altra opera infinita, l'alta velocità fra Palermo e Catania che dal 2025 dovrebbe ridurre a 100 minuti la distanza fra le due città.
Sarà davvero possibile accelerare? E sarà davvero possibile reperire risorse per le linee ferroviarie secondarie come quella che dovrebbe collegare Matera al resto della rete ferroviaria italiana?
IL FATTORE EUROPAConte l'ha messa così: «Europa, Mezzogiorno e ambiente» sono al centro della «nuova stagione riformatrice» e di un vero e proprio «patto» con l'Europa. Ed è proprio il ritrovato legame con l'Europa che lo collega a tutti gli esponenti del Pd che lo accolgono a Bari che un anno fa lo hanno ascoltato dall'opposizione: i ministri Francesco Boccia, Teresa Bellanova e Peppe Provenzano, oltre al sindaco Antonio Decaro e al governatore Michele Emiliano. Se il governo M5S-Pd si fosse fatto un anno fa «ci saremmo risparmiati fatica inutile e tragiche contraddizioni», dice Emiliano, festeggiando l'addio di Conte alla Lega. Il premier non raccoglie l'assist. Ma rilancia con una promessa alla Puglia, che è anche la sua regione: «Mi impegno a considerare la candidatura di Bari a ospitare il G20 nel 2021».
Ma è soprattutto di economia che si parla a Bari. Conte non svela misure della prossima manovra ma nedisegna il quadro: il Meridione, come detto, è tra i cardini del «patto con l'Europa» che ha proposto alla nuova commissione Ue, spiega. E per trasformare le promesse in crescita, ora c'è un tesoretto: un «capitale di fiducia» di cui, sottolinea, gode il nuovo governo in Europa e sui mercati, dove ha già portato a risparmiare miliardi con il calo dello spread.
È la vigilia di una manovra tanto difficile che Conte deve tornare a rassicurare che il governo rosso-giallo non introdurrà «mai patrimoniali». Ma il premier guarda già avanti e promette per il futuro «una significativa riduzione del carico fiscale su famiglie con medio e basso reddito e le imprese, in particolare quelle che innovano». Via la flat tax, torna la progressività. Con l'asse più a sinistra, si rafforza l'accento «green»: il progetto è sperimentare al Sud una «svolta sostenibile e infrastrutture sociali» per la crescita.
Conte parla anche di un tema che ha tenuto banco nel governo M5S-Lega come l'autonomia, ma per dire che Nord e Sud sono molto «dipendenti», contrapporli non ha senso. Tra le leve cita la Banca pubblica per gli investimenti. Tra gli obiettivi: economia circolare, investimenti in scuola e università, attenzione al clima, la costituzione di un «fondo» per incentivare «le imprese che adotteranno prassi socialmente responsabili e saranno attente alla sicurezza dei lavoratori».
Un concetto ripreso anche dalla neoministra alle Infrastrutture, Paola De Micheli, che ieri ha ribadito che «nelle infrastrutture c'è una enorme disuguaglianza fra Nord e Sud. Stiamo decidendo le priorità dei prossimi 100 giorni ma una cosa sarà certa: le opere si faranno nel rispetto dell'Ambiente».
Dalla Tav Napoli-Bari alla Telesina tutti i dossier sul tavolo di De Micheli
ROMA «Sul Sud il governo fa sul serio, non sono le solite promesse al vento. Il nostro successo si misurerà anche in ragione dei passi avanti che riusciremo a far fare al Mezzogiorno». Giuseppe Conte, a margine dell'inaugurazione della Fiera del Levante, ha risposto così a chi si mostrava scettico rispetto all'impegno appena scandito dal palco barese di «mettere il Sud al centro dell'agenda europea». In effetti, visto che l'avversario dei 5Stelle e del Pd è e sarà il «nordista» Matteo Salvini, la sconfitta o la vittoria elettorale dei due alleati di governo dipenderà da quanto saranno riusciti a fare per lo sviluppo del Meridione «da cui dipende la crescita dell'intero Paese». «E su questo fronte», sostiene la nuova ministra dei Trasporti Paola De Micheli, «il potenziamento delle infrastrutture è essenziale».
Il primo step del piano dell'esecutivo rosso-giallo è la realizzazione dell'Alta velocità Napoli-Bari. L'opera è già finanziata e sono in costruzione i lotti NapoliCancello (15,5 km) e Cancello-Frasso Telesino-Dugenta (circa 16 km). «L'obiettivo è la velocizzazione», spiegano alle Ferrovie, «della linea esistente e il miglioramento dell'accessibilità al servizio nelle aree attraversate, sia per il servizio viaggiatori nazionale di lunga percorrenza (velocità dell'ordine di 200 km/h), sia per il servizio regionale e merci».
Sempre sul fronte ferroviario, visto che Conte dice di volere «un Sud ad alta velocità», il piano prevede di prolungare la tratta Napoli-Bari fino a Taranto e Lecce. E fino a Matera. I soldi non mancano: nell'ultima riunione del Cipe, prima della crisi di governo, è stato stabilito di destinare 15,4 miliardi in più per il potenziamento delle linee ferroviarie. E il 51% di queste risorse sono destinate, appunto, al Mezzogiorno per recuperare il gap infrastrutturale. Ci saranno interventi di elettrificazione delle reti regionali di Campania, Puglia, Sicilia e Molise. E sotto la regia di palazzo Chigi creata dallo blocca-Italia è prevista la realizzazione di una nuova linea che colleghi i principali porti del Sud, a partire da Gioia Tauro.
STRADE E AUTOSTRADE Nel capitolo strade, sempre il Cipe ha deliberato l'aggiornamento del contratto di programma di Anas con lo sblocco di oltre 12 miliardi aggiuntivi: il 52% degli investimenti andrà al Sud e alle Isole. E tra le «opere strategiche» finanziate c'è la Telesina: tratta Caianello-Benevento con l'adeguamento a quattro corsie. «Il progetto è definito e approvato», assicurano al ministero dei Trasporti.
Dopo anni di liti, rinvii, querelle amministrative e giudiziarie, il Mit garantisce inoltre di aver portato a termine l'iter per la costruzione dell'autostrada Catania-Ragusa. Il progetto interessa le Province di Ragusa, Catania, Siracusa e i Comuni di Ragusa, Chiaramonte Gulfi, Licodia Eubea, Vizzini, Francofonte, Lentini e Carlentini. E prevede l'ammodernamento a quattro corsie delle strade statali esistenti per uno sviluppo complessivo di 68 chilometri.
Per la costruzione delle nuove infrastrutture, Conte punta sui Cis (i contratti istituzionali di sviluppo) che sono rivolti anche a finanziare le opere pubbliche. Il primo è stato firmato dal premier il 13 agosto a Foggia, in piena crisi di governo, e prevede lo stanziamento di 280 milioni «immediatamente spendibili» per la realizzazione di circa quaranta interventi Tra questi quelli di maggiore rilevanza sono «il rafforzamento della viabilità a servizio del distretto turistico del Gargano», come spiegano a Invitalia, «la progettazione della strada regionale 1, la Pedesubappenninica, prioritaria per lo sviluppo del territorio e soprattutto per il miglioramento dell'accessibilità con i Monti Dauni».