ROMA Dal 6 agosto regole uniformi per aerei, treni e bus. Il Comitato Tecnico Scientifico, come anticipato ieri dal Messaggero, dopo le polemiche sui convogli dell'alta velocità a capienza dimezzata e soprattutto dopo il pressing dei ministri Paola De Micheli e Roberto Speranza, giovedì si riunirà «per uniformare le regole su tutto il territorio nazionale e per tutti i mezzi di trasporto». Come trapela da fonti vicine al Cts, la discussione si concentrerà non solo sui treni ma anche sulle norme che riguardano gli aerei. «Fino a questo momento c'è stata confusione» ammettono.
LE MISURE Sul tavolo finiranno però tutte le varie misure anti-contagio. Quelle che, tra una proroga ed un'ordinanza, nel corso degli ultimi mesi si sono stratificate creando anche situazioni paradossali. Posti dimezzati sui treni dell'alta velocità ma convogli regionali zeppi e senza aria condizionata ad esempio. Aerei completamente pieni e regioni come Lombardia, Liguria e Piemonte che rifiutano il distanziamento sugli autobus. L'idea è quella di realizzare in tempi stretti una «revisione complessiva» delle disposizioni relative alla sicurezza. In pratica «meno deroghe regionali e regole più uniformi a livello nazionale», sempre nell'ottica di «voler evitare che la curva epidemiologica possa prendere a salire» Si cercherà quindi di modificare la situazione sui treni magari mantenendo bloccati i cosiddetti posti faccia a faccia ma consentendo quelli posizionati in fila.
Una soluzione che, fermo restando il rispetto di alcune condizioni come la misurazione della temperatura dei passeggeri e l'obbligo di mascherina, porterebbe ad aggirare davvero il limite di riempimento attuale del 50 per cento.
AGGIORNAMENTO «Al momento c'è qualche contrasto tra le misure adottate - confidano - e invece è bene che le norme siano coerenti». Gli esperti quindi inizieranno a ragionare su un aggiornamento che ripulisca il campo dopo le fortissime polemiche dei giorni scorsi. Ovvero dopo che alcune deroghe al Dpcm del 14 luglio avallate dal Mit, avevano spinto Ntv e Trenitalia ad annunciare il ritorno al tutto pieno a bordo dei treni a lunga percorrenza a partire dal 31 luglio.
A biglietti venduti e viaggi programmati però, proprio per le riserve sollevata dal Cts sulla deroga alla norma del distanziamento di almeno un metro sui vagoni, è arrivata lo stop del ministro Speranza. Con un'ordinanza firmata sabato pomeriggio, gli uffici di Lungotevere Ripa hanno così ripristinato la capienza dimezzata e lasciato a terra almeno 8mila passeggeri. Ntv e Trenitalia infatti, loro malgrado, sono stati costretti a sopprimere o riprogettare numerosi convogli in partenza creando un disservizio notevole e scatenando la reazione dei due gruppi ferroviari che chiedono chiarezza. È evidente che gli aerei, nonostante spesso provengano da Paesi con indici di contagio decisamente più in risalita rispetto a quello italiano, risultino in qualche modo favoriti.
VALUTAZIONE «Oggi a bordo dei velivoli non c'è distanziamento e nessun posto vuoto - accusano dai vertici delle aziende ferroviarie - È vero che loro hanno dei filtri che sanificano l'aria, ma anche noi abbiamo un sistema di areazione adeguato e approvato dal Mit, con il vantaggio di poter utilizzare aria esterna e non solo il ricircolo». Proprio per questo giovedì finiranno sul tavolo le deroghe concesse alle compagnie aeree. «Anche se c'è un protocollo internazionale che il Comitato ha validato a maggio, noi possiamo intervenire sui voli nazionali e su quelli in arrivo nella Penisola». Tuttavia, prima di ogni mossa, «bisognerà valutare la situazione del momento» e sperare «che la curva non sia risalita». Magari giocare d'anticipo per evitare che ciò accada però, potrebbe essere una buona idea.
ROMA Migliaia di passeggeri rimasti a terra, lunghe attese (e tanti dubbi) nelle stazioni, folla soprattutto sui regionali diretti al mare. Tra i rigorosi controlli agli ingressi (per la misurazione della temperatura) e il disorientamento dei viaggiatori, la domenica sui treni è trascorsa all'insegna dei disagi, nonostante l'assenza dei pendolari (vista la giornata festiva) e la minore propensione generale, quest'anno, a utilizzare il trasporto pubblico per spostarsi verso i luoghi di vacanza. Dopo la marcia indietro del Governo - nel giro di 24 ore - sul via libera all'occupazione di tutti i posti a sedere, Trenitalia e Italo si sono trovare a fronteggiare una situazione molto complicata, cercando soluzioni d'emergenza per limitare il caos negli scali ferroviari e ricollocare o rimborsare il maggior numero di passeggeri.
A TERRA Solo Italo - che ha cancellato otto treni della mattina e numerosi biglietti anche per il pomeriggio - ha stimato di aver lasciato a terra ottomila persone. Cancellati ad esempio i tre collegamenti fra Milano e Ancona, vale a dire quelli con tutte le località di mare della riviera romagnola, proprio nei giorni in cui molti partono per le ferie agostane. Trenitalia, dal canto suo, ha inviato una mail ai viaggiatori, avvisandoli che si atterrà alle nuove disposizioni previste dall'ordinanza firmata sabato dal ministro della Salute Roberto Speranza. A Roma, i desk informativi allestiti alla stazione Termini sono letteralmente presi d'assalto: «Anche sui regionali si viaggia a posti alternati», assicurano gli addetti, ma alcuni passeggeri in arrivo da Civitavecchia lamentano «l'assenza di controlli a bordo sul distanziamento, non essendoci posti assegnati». Lombardia, Liguria e Piemonte, invece, confermano le loro posizioni: sul trasporto regionale si viaggia al completo senza distanziamento.
I PROBLEMI I disagi maggiori riguardano chi aveva acquistato biglietti per i treni ad alta velocità: «Ho viaggiato per tre ore nell'intercapedine tra due carrozze, visto che con il distanziamento non c'erano posti per tutti», racconta Giovanna Guarnieri, in arrivo a Roma proveniente da Milano. «Il nostro treno è stato cancellato, ora perderemo i primi giorni di vacanza», sbotta Luigi Fratello, a Termini con la famiglia in attesa di partire per il Trentino. Lunghe file anche alla stazione centrale di Milano. «Il governo poteva organizzarsi prima», dice qualcuno dalla fila, che però è rimasta ordinata. Nello scalo lombardo la situazione è stata tranquilla per tutto il giorno, nonostante questo sia il periodo della partenza per le vacanze.
I RIMEDI Le aziende di trasporto, intanto, cercano soluzioni. Italo, si legge in una nota, «si è già attivata per rimborsare i passeggeri nel più breve tempo possibile e sta lavorando per ridurre al minimo eventuali disagi per i prossimi giorni, confidando nella comprensione dei suoi clienti». Trenitalia invece sta organizzando convogli straordinari - come il Frecciarossa di ieri mattina da Roma a Salerno - e anche pullman sostitutivi, per non lasciare a piedi gli utenti che risultavano in soprannumero rispetto al 50 per cento della capienza dei treni prevista dall'ordinanza.
LA POLEMICA Lo stop and go sul distanziamento ha messo nuovamente in evidenza le diverse posizioni sul tema. Speranza nega contrasti all'interno dell'esecutivo, con il portavoce Nicola Del Duce che parla di «piena condivisione e con l'obiettivo di tutelare la sicurezza dei viaggiatori». Ma le posizioni delle Regioni sono varie: il governatore della Liguria Giovanni Toti è preoccupato che si blocchi il suo territorio: il ministro della Salute e quello dei Trasporti «da ore litigano ma evidentemente - scrive su Twitter - su una cosa sono d'accordo: bloccare la Liguria. Prima con le autostrade, ora con i treni». Ma Speranza non intende fare marcia indietro. «È giusto che sui treni restino in vigore le regole di sicurezza applicate finora», ribadisce sui social. «Un grande caos» sintetizza Stefano Malorgio, segretario nazionale della Filt Cgil, contrario al via libera all'occupazione completa dei posti a sedere sui treni.