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Data: 23/01/2024
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Vincoli ambientali, funivia e conti Il Pd: «Un disastro sul Gran Sasso»

L'attacco dell'opposizione: «Fallimento del centrodestra, Biondi se ne assuma le responsabilità»
I dem tornano a chiedere le dimissioni di Pignatelli del Centro turistico, ma la mozione è bocciata


L'AQUILA «Sul Gran Sasso si registra il fallimento della destra». Il Partito democratico rincara la dose sulle polemiche montate sui nuovi vincoli ambientali in arrivo, sulla funivia e sul Centro turistico che la gestisce, invitando il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi e la sua giunta «ad assumersi la piena responsabilità del disastro». Il segretario cittadino Nello Avellani, i consiglieri comunali Stefano Albano, Stefania Pezzopane e Stefano Palumbo, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci e Rita Innocenzi (gli ultimi due candidati alle Regionali), che ieri hanno dato vita a una conferenza stampa, all'attacco su tutta la linea: dalla «mancata riperimetrazione di Sic e Zps attesa dal 2017», ai più recenti «annunci di rettifica dei vincoli fatti dal senatore Guido Liris e dal vicepresidente e assessore ai Parchi e all'Ambiente Emanuele Imprudente, rimasti parole al vento», fino all'ultima delibera approvata in Regione il 28 dicembre scorso, che «ha trasformato l'intero comprensorio Sic del Gran Sasso in Zona di speciale conservazione (Zsc), di fatto inasprendone i vincoli già previsti». Ma è anche il Ctgs a finire sul banco degli imputati. «La società partecipata dal Comune riporta quasi 300 mila euro di perdita d'esercizio nel 2022, con pesanti criticità già manifestatesi nel 2023. Sarà peggio per l'esercizio 2024», rivelano. «L'azienda è in default, e Biondi lo sa, tant'è vero che ha "commissariato" l'amministratore unico Pignatelli con una figura dirigenziale», aggiungono, tornando a chiedere con forza le «dimissioni immediate dello stesso Pignatelli». Ieri tra l'altro l'opposizione ha chiesto ufficialmente la rimozione di Pignatelli con una mozione in consiglio comunale, respinta dalla maggioranza compatta. Sull'affaire funivia, invece, hanno detto gli esponenti Pd, pur riconoscendo che «si stanno rispettando, e si rispetteranno, le indicazioni dell'Ansfisa, la cattiva gestione della comunicazione ha tuttavia gettato un'ombra di timore sull'impianto, con il conseguente gravissimo danno d'immagine». Ancora sulla funivia: «Si doveva e si poteva intervenire prima. Si sarebbe dovuto stabilire un cronoprogramma dei lavori che rendesse l'intervento il meno invasivo possibile. E invece ad oggi non si sa dove si troveranno i soldi per sostituire le funi, né si conosce il cronoprogramma dei lavori: l'unica certezza è che il 1° maggio la funivia sarà chiusa, e chissà per quanto tempo». Infine l'annuncio di voler passare dalle critiche ai fatti: «Da parte nostra, intendiamo organizzare gli Stati generali del Gran Sasso (il prossimo 12 marzo, ndr): c'è bisogno di un confronto ampio e partecipato per valorizzare la nostra montagna nel migliore dei modi e dare ad appassionati ed operatori le giuste soluzioni. A partire dalla necessità di mettere a sistema e sostenere le tante attività e infrastrutture già esistenti».


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