Atro che gita distensiva lungo la costa dei Trabocchi. Per molti ciclisti provenienti da Pescara e da tutta l'area metropolitana, Francavilla inclusa, si è trasformata in un incubo la trasferta in sella alle due ruote, sfruttando il treno. Continue le lamentele di quanti speravano di sfruttare al meglio le potenzialità dell'intermodalità per una passeggiata in bicicletta vista Trabocchi. A dirla tutta la tanto pubblicizzata pista è, di fatto, ancora un cantiere con le gallerie che non sarebbero percorribili e con dei tratti trasformati dai pendolari della spiaggia in un parcheggio. Ma stavolta sotto accusa è proprio la Trabocchi Line, o meglio la tanto sbandierata possibilità di raggiungere in treno con la propria bici la stazione di San Vito, per poi percorrere in sella alle sue ruote la pista vista mare. C'è una grande richiesta del servizio ferroviario a fronte di una scarsa offerta, che si traduce solo in tre stalli per le bici. E la possibilità di salire a bordo, scongiurando il rischio di ritornare in bici fino a Pescara lungo la pericolosa statale adriatica, è rimessa alla volontà e al coraggio del capotreno di turno, che deve di volta in volta assumersi la responsabilità di far salire più bici del dovuto.
LA TESTIMONIANZA«C'è mancato poco - racconta Giancarlo Odoardi, Coordinatore interregionale Fiab Abruzzo Molise - che alcuni giorni fa venissi respinto per la terza volta dal servizio di trasporto ferroviario per eccesso di bici a bordo. Da Trenitalia stavolta e non dalla Sangritana (Tua), come accaduto le prime due volte che sono rimasto in stazione. Avevo previsto due giorni in bici lungo la Val di Sangro, con tanto di borsoni, per raggiungere i miei parenti a Sant'Angelo del Pesco, a 65 km da Fossacesia. Alla stazione di Francavilla il treno regionale Trabocchi Line 3181 delle 7,38 giunge puntualmente sul binario 2. Memore delle due precedenti disavventure, e quindi con un pizzico di apprensione, cerco l'ingresso giusto per le bici. Mi sento chiamare dal capotreno che mi dice che non posso salire a bordo perché ci sono già troppe bici. Non ci credo: il treno, partito da Pescara Centrale, ha fatto solo la fermata a Pescara Portanuova e quindi, all'inizio del viaggio, è già saturo».
Disavventure simili, se non più drammatiche, vengono riferite regolarmente, spesso anche sui social, sulla via del ritorno. All'ordine del giorno comitive spezzate e di famiglie divise, lasciate sulle banchine in attesa di treni successivi, magari anche quelli indisponibili. «Il nostro punto di forza - continua Odoardi - si sta trasformando in un boomerang che sta montando e che potrebbe risultare molto dannoso in termini di immagine oltre che di consenso. Vista l'ingente domanda, chiediamo di aggiungere un vagone da destinare solo al trasporto delle bici come in altre regioni».