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Data: 27/03/2021
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Vaccini obbligatori ai sanitari Chi si rifiuta sarà trasferito. Il decreto in Cdm forse già mercoledì sanzioni a quanti rifiutano l’iniezione. Ipotesi scudo penale e civile per i medici: denunce possibili solo se c’è colpa grave

ROMA Obbligo di vaccinazione per i sanitari che lavorino a contatto con il pubblico e uno scudo penale e civilistico che tuteli i medici chiamati a somministrare le dosi: in caso di conseguenze sui pazienti non sarebbero perseguibili. Il decreto legge urgente, con le nuove norme, che hanno il carattere dell'eccezionalità, potrebbe andare in consiglio dei ministri già mercoledì con le due misure ritenute indispensabili dal Governo. Anche sull'obbligo di vaccinazione si registra una certa resistenza da parte del ministero della Salute, che si trova a rappresentare anche la posizione delle categorie interessate, contrarie soprattutto ad eventuali sanzioni per l'esiguo numero di sanitari no vax. E, in questo contesto, il governo potrebbe anche intervenire su un altro punto: le autocertificazioni e la punibilità per chi dichiari il falso. Dopo le recenti assoluzioni da parte dei Tribunali, l'obiettivo è fornire ai giudici strumenti per un'interpretazione univoca.
VACCINI OBBLIGATORI Le norme sono ancora allo studio di via Arenula. Il ministro Marta Cartabia, insieme a Palazzo Chigi, e ai colleghi del Ministero della Salute e del Lavoro sta mettendo a punto il provvedimento per imporre di vaccinarsi a medici e infermieri che abbiano contatti con il pubblico. L'obbligo non riguarderebbe tutti i settori e la norma consentirebbe agli interessati di rifiutarsi, ma a condizione che sia possibile trasferiti in altri reparti. L'ipotesi è che possano essere previste anche sanzioni in caso di rifiuto. Il testo sarebbe comunque una declinazione dell'articolo 32 della Costituzione, che tutela la salute della collettività e stabilisce che l'obbligo di un trattamento sanitario debba avvenire per legge e che, ovviamente, non sia pregiudizievole per la salute del singolo. La dottrina pressoché unanime afferma che l'imposizione di un trattamento sanitario sia necessaria per scongiurare una situazione di pericolo per la salute della collettività, oltre che per tutelare la salute dell'individuo sottoposto al trattamento sanitario. A supporto del provvedimento ci sono pronunciamenti delle sezioni unite della Cassazione e sopratutto le sentenze della Corte Costituzionale, a cominciare dalla numero 5 del 2018, relatrice proprio Marta Cartabia. L'allora giudice costituzionale nel motivare la bocciatura del ricorso della Regione Veneto, contro il decreto che rendeva obbligatorie dieci vaccinazioni, chiariva che il legislatore può scegliere «le modalità attraverso le quali assicurare una prevenzione efficace dalle malattie infettive, potendo selezionare talora la tecnica della raccomandazione, talaltra quella dell'obbligo, nonché, nel secondo caso, calibrare variamente le misure, anche sanzionatorie, volte a garantire l'effettività dell'obbligo».
SCUDO PENALE E CIVILE L'altra norma allo studio della ministra Cartabia sarebbe tecnicamente una clausola di esclusione responsabilità. Una norma che tutelerebbe i sanitari che somministrano i vaccini da contestazioni penali di omicidi colposi o lesioni, nei casi di decessi o danni successivi all'assunzione dei farmaci. La legge però non riguarderebbe i casi di dolo o colpa grave, rispetto ai quali le procure potranno procedere.
Uno scudo non soltanto penale, perché i sanitari, secondo le previsioni e le intenzioni del governo, dovrebbero essere tutelati, in caso di conseguenze sui pazienti vaccinati, anche da future citazioni e richieste di risarcimento dei danni in sede civile. Una misura che, a fronte della carenza di operatori sanitari impegnati nella campagna vaccinale, potrebbe incoraggiare le adesioni, assicurando alcune garanzie ed escludendo il coinvolgimento in eventuali procedimenti giudiziari.
AUTOCERTIFICAZIONI L'ultimo caso è di alcuni giorni fa, un giudice milanese ha assolto un ragazzo processato per falso con rito abbreviato. Il giovane era stato fermato dalla polizia in pieno locwdown, il 14 marzo dello scorso anno, e aveva giustificato i suoi spostamenti con i motivi di lavoro. Una bugia scoperta dagli agenti. Ma per il giudice la contestazione è incostituzionale perché viola il diritto di difesa: nessuno è obbligato a dire la verità se sottoposto a un controllo. Episodi che rischiano di rendere vane le misure restrittive anti covid e vanificare gli sforzi delle Forze dell'ordine. Adesso il governo potrebbe prevedere una norma che dia un'interpretazione univoca, prevedendo, per legge, l'obbligo di non dichiarare il falso.

27 MARZO 2021 il messaggero


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