«Questa è un'opera importantissima perché di fatto collega il Tirreno con l'Adriatico su ferro, che sarà il futuro della mobilità sia dei passeggeri che delle merci. Ci devono proporre un'alternativa valida, che non mortifichi i territori, anzi li valorizzi, un'alternativa vera, studiata, che devono fare i tecnici. Dobbiamo lavorare a fianco al territorio e anche alle amministrazioni che ci hanno dato il finanziamento e hanno il dovere di portare a compimento quest'intervento. Ovvero ministero delle Infrastrutture e Rfi». Le parole del presidente del Consiglio comunale, Luigi Febo, compendiano i lavori del consiglio comunale straordinario di ieri dedicato al progetto di Rfi di velocizzazione della Pescara-Roma e che mobilita il mondo politico e le istituzioni. Ieri alla seduta aperta hanno perso parte il senatore Luciano D'Alfonso (Pd), presidente della commissione Finanze di Palazzo Madama, le deputate pentastellate Daniela Torto e Carmela Grippa, il deputato di Italia Viva Camillo D'Alessandro, le Prefetture di Chieti e Pescara rappresentate dalla dottoressa Domenica Calabrese, il consigliere regionale Mauro Febbo a rappresentare il presidente della Regione, Marco Marsilio, i capigruppo del Pd, Silvio Paolucci, e del Movimento 5 Stelle Sara Marcozzi, i sindaci Giorgio Di Clemente per San Giovanni Teatino e Giorgio De Luca per Manoppello, il consigliere Filippo Di Giovanni per la Provincia. E in video collegamento gli ingegneri Federico Blasevich, dirigente, e Raffaello Frezza funzionario del Ministero delle infrastrutture e Trasporti.
IL PUNTO DI EQUILIBRIO Ma come conciliare le esigenze del territorio, la necessità di realizzare l'opera ed evitare la nascita di un comitati no Tav? «C'è un solo modo: concepire il progetto di qualità - risponde d'Alfonso annunciando la presenza il 25 febbraio a Pescara del ministro Enrico Giovannini. Questo progetto è stato concepito a distanza, non ha tenuto conto dei volumi intervenuti, abitativi e industriali, noi vogliamo che quest'opera non sia in odio alle attività del luogo ma sia una funzione delle attività dei luoghi. Altrimenti nascono le contestazioni, viene meno il consenso, e le opere pubbliche senza consenso non si fanno, Quest'opera si farà e noi saremo i guardiani, io mi costituisco commissario contro le opere inutili e rispetto anche ad un'opera che venga accompagnata costantemente da consenso: farò il commissario affinché il consenso caratterizzi la progressione di quest'opera».
C'è poi un altro aspetto: «L'indennizzo, il ristoro e le barriere anti rumore sono praticamente medicine sulle ferite intervenute - sottolinea D'Alfonso -: io voglio evitare le ferite, voglio definire un tracciato che non abbia bisogno di un circondario di barriere e di quantitativi incredibili di indennizzi: meglio fare l'opera di qualità che determinare la gioia individuale di alcuni con gli indennizzi. Dobbiamo evitare fiaccole coloro i quali poi si costituiscono contro - conclude D'Alfonso - e lo fanno per ragioni ideologiche, anche per questo va scelto un tracciato idoneo: si può fare l'opera ferroviaria senza allungare i tempi e scegliendo il tracciato migliore, ci sono zolle di terra in attesa di essere coperte». Hanno chiuso gli interventi i consiglieri Filippo Di Giovanni, Carla Di Base e Mario Colantonio. Il consiglio ha approvato all'unanimità l'istituzione di un Comitato dei sindaci per la valutazione delle questioni connesse al progetto di Rfi e di una commissione consiliare speciale. Per Ferrara «l'utilità dell'opera è da tutti riconosciuta - dice -, tutti sanno che diventerà un volano economico per i nostri territori: dobbiamo solo far capire a Rfi che ci sono alternative a costo zero che possono diminuire l'impatto negativo sui nostri territori».