Data: 11/12/2022
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Tua contesta lo stop alla filovia: «Un danno enorme per la città» L'intervento sul primo lotto dell'opera era agli sgoccioli. Finora spesi oltre trenta milioni di euro
Di Pasquale dell'azienda di trasporti: «Così perdiamo i soldi dei cittadini. Ora speriamo nel ricorso» PESCARA I lavori sul primo lotto del progetto della filovia, quello che va dal Palacongressi di Montesilvano alla zona della stazione ferroviaria di Pescara, sarebbero finiti a breve, «tra 15 - 20 giorni e tra gennaio e febbraio era previsto l'avvio delle prove» tanto più che i filobus sono già arrivati e disponibili, quasi tutti. Poi, «entro giugno», era prevista l'entrata «a regime» ma la sentenza del Tar che ha accolto il ricorso presentato dal comitato Strada parco bene comune, blocca tutto. Stop, dunque, al progetto da 31 milioni di euro, di cui 7,2 solo per i sei filobus (il progetto del secondo e terzo lotto, per ulteriori 62 milioni di euro, non è stato finanziato). Un bel danno, anche se la Tua (soggetto attuatore) presenterà «ricorso al Consiglio di Stato» e spera in un pronunciamento positivo sulla sospensiva. Il danno», dice il direttore Maxmilian Di Pasquale, «è che i lavori sono fermi ma se da una parte faremo ricorso dall'altra, leggendo attentamente il dispositivo della sentenza, faremo tutto quello che c'è da fare, se sono previsti degli adeguamenti, delle prescrizioni, per fare in modo che non ci sia un danno economico. Non credo sia tutto ma cestinare ma i lavori si fermano, sì». Così come Di Pasquale, il presidente della Tua Gabriele De Angelis è «fiducioso di poter dimostrare la nostra tesi» ma non commenta la sentenza del Tar, anzi si dice «rispettoso delle sentenze» e attende «l'ulteriore grado di giudizio», in vista del quale «non si perdono i fondi», dice in attesa di studiare nel dettaglio il dispositivo del Tar. «Il danno è per la città», sottolinea Di Pasquale, visto che «l'opera è di fatto finita, è un peccato che ora si rallenti perché sono soldi dei cittadini». Dopo i rilievi sollevati dal Tar, che ha considerato centrale il tema della sicurezza e ha annullato il nulla osta tecnico sulla sicurezza, chiesto una nuova valutazione di impatto ambientale e la rivalutazione da parte del Cipess, Di Pasquale si sofferma sulla questione dei mezzi, cambiati rispetto al progetto originario. «Quelli previsti ora sono meno impattanti dal punto di vista ambientale rispetto a quelli previsti inizialmente, grazie alla tecnologia che si è evoluta in questi anni. Si è passati da un mezzo ibrido, diesel, elettrico a uno meno impattante, tecnologicamente più avanzato, full electric, a bassissimo impatto, che si ricarica lungo la linea e poi si stacca dal pantografo e procede come un semplice autobus di 18 metri e gira in città senza inquinare e senza pali». Intende «difendere il progetto» anche il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri che punta a «portare a termine l'iniziativa prima della scadenza del mandato del centrodestra». E replica al comitato di cittadini, presieduto da Ivano Angiolelli, e a quelle forze politiche di minoranza che venerdì cantavano vittoria. Per Sospiri «il pronunciamento del Tar sulla filovia rappresenta un po' la "vittoria di Pirro" per le forze politiche di opposizione e per un Comitato di cittadini ormai risicato a poche famiglie residenti. È una vittoria di Pirro perché presenteremo ricorso al Consiglio di Stato che, puntualmente, sino a oggi, ha sempre ribaltato le sentenze del Tribunale amministrativo grazie a un approfondimento ulteriore delle carte. È una vittoria di Pirro perché i "vincitori" si stanno assumendo la responsabilità di lasciare nello smog delle auto private i residenti di tutte le strade circostanti la strada parco. Ed è infine una vittoria di Pirro perché quel progetto non è frutto di un'iniziativa estemporanea, ma di un lavoro che va avanti da trent'anni per dotare Pescara di un mezzo di trasporto pubblico di massa a impatto zero. Ora il faldone passa ai legali che sicuramente sapranno come difendere un progetto dettato non da interessi di parte, ma dal semplice buonsenso di chi della parola "sostenibilità ambientale" sta facendo una regola di vita», conclude Sospiri. |
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