L'AQUILA Una premessa è d'obbligo: l'indice è soggetto a calcoli e modelli variegati e molto complicati. Ma alla fine il risultato, pur con sfumature differenti, è sempre lo stesso: il cosiddetto R0, il numero che stabilisce la trasmissibilità del coronavirus, in Abruzzo è ancora troppo alto. Addirittura, secondo CovStat, da ieri il più alto d'Italia, a 1.24. Significa che una persona ne può contagiare ancora poco più di un'altra. Finché questo indice non scenderà sotto 1, l'epidemia non potrà essere considerata sotto controllo. Non è di immediata comprensione il perché di certi valori visto che il calcolo assomma una serie di variabili non uniformi tra i vari modelli utilizzati. In maniera molto grossolana, però, si può dire che i guariti sono ancora troppo pochi rispetto a nuovi casi e decessi. Sebbene ieri si sia registrato un netto miglioramento con ulteriori 42 guariti. Per questo motivo il numero degli attualmente positivi, che si ottiene sottraendo al totale dei nuovi casi i morti e i guariti, in Abruzzo continua a essere al di sopra dello zero: ieri era +5 rispetto al giorno prima, mentre alcune regioni fanno già segnare cifre con il meno davanti. E, addirittura, l'Italia ieri ha fatto registrare complessivamente un -528. Una situazione, quella abruzzese, che ancora non può essere considerata sotto controllo e questo potrebbe incidere anche sul cronoprogramma per le riaperture se quest'ultimo dovesse essere parametrato anche sulle condizioni regionali.
I NUMERI Dal bollettino di ieri, diffuso dal Servizio Tutela e Prevenzione della Salute della Regione, sono emersi ulteriori 55 casi di Covid-19 su un totale di 1.151 tamponi analizzati. Ben 47 di essi riguardano l'Asl di Pescara. La percentuale di positività è scesa al 4,7% rispetto al 7,1 del giorno precedente. Continua a confortare l'andamento dei ricoveri: quelli ordinari ieri sono scesi a 318, in diminuzione di ulteriori due unità; quelli in terapia intensiva a 35 (-3). Salgono a 271 pazienti deceduti (+8 rispetto a ieri): gli ultimi sono un 76enne di Castel Frentano, un 80enne di Ripa Teatina, un 69enne di San Vito Chietino, un 91enne di Sulmona. I guariti sono saliti a 329 (+42 rispetto al giorno precedente).
LE POLEMICHE I numeri, non ancora propriamente confortanti, hanno spinto l'ex assessore alla Salute della giunta D'Alfonso, oggi capogruppo Pd, Silvio Paolucci, a presentare un'interrogazione: «Sono state tantissime le segnalazioni ricevute da parte del personale medico e sanitario circa la mancanza di dispositivi di protezione individuale, così come la inaccettabile gestione dei tamponi. Una programmazione inadeguata. Marco Marsilio parla di fase 2, ma visto che il presidente si rifiuta di farci conoscere il programma operativo Covid19 e l'Abruzzo sembra aver avuto la più alta incidenza del centrosud e più alta anche di Lazio e Umbria, è necessario capire bene la realtà che ci troviamo davanti». Critiche anche dal consigliere Pierpaolo Pietrucci, del Pd: sul ricorso alle cliniche private dice che l'ordinanza regionale è fuori dalle previsioni nazionali; sull'ospedale Covid a Pescara dice che appare «un investimento a occhi chiusi». Nel frattempo il governatore ha firmato un'altra ordinanza, la numero 44, con cui a decorrere dal 27 aprile, e fino a diversa disposizione, sarà consentita l'erogazione di prestazioni di attività ambulatoriale, inclusa la chirurgia ambulatoriale delle strutture pubbliche e private autorizzate e accreditate, relative a richieste di esami o visite in classe di priorità B (breve), in aggiunta alle prestazioni, mai sospese, della classe di priorità U (urgente). Restano sospese quelle differibili e programmate.