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Data: 19/11/2021
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Treno Roma-L'Aquila-Ascoli: Teramo è tagliata fuori dal piano Il consigliere regionale Mariani e l'assessore comunale Verna attaccano Marsilio e il centrodestra: «C'è un chiaro disegno politico per isolarci»

«La nostra provincia va inclusa nello studio di fattibilità»


TERAMOSi levano voci di dissenso dal fronte teramano dopo la notizia dell'emendamento alla legge di bilancio presentato dal presidente della Regione Marco Marsilio volto a promuovere un collegamento ferroviario veloce fra Roma e Ascoli Piceno, passando per L'Aquila e Rieti. L'emendamento prevede lo stanziamento di 40 milioni di euro per lo studio di fattibilità e la progettazione della velocizzazione del tracciato ferroviario. Per il governatore il provvedimento, se approvato, rappresenterebbe «il primo passo verso il superamento di un importante gap infrastrutturale esistente tra aree interne e aree costiere».Di tutt'altro avviso sono alcuni politici teramani, che ben altra interpretazione danno al progetto di Marsilio. C'è chi parla di «chiaro progetto politico volto a isolare Teramo», come l'assessore comunale Maurizio Verna, e chi accusa apertamente il presidente della Regione di essere venuto in Abruzzo per «perseguire i fini del suo partito», come il consigliere regionale di Abruzzo in Comune Sandro Mariani. Due voci che, da livelli istituzionali diversi, lanciano il medesimo allarme sul rischio di isolamento della provincia teramana e sulla scarsa considerazione che i vertici regionali le riservano. Se Verna si interroga sul silenzio del presidente della Provincia Diego Di Bonaventura e del sottosegretario della Regione Umberto D'Annuntiis, Mariani fa un appello ai rappresentanti abruzzesi in Parlamento affinché si adoperino per inserire Teramo nel collegamento con Roma. Il progetto che Marsilio vorrebbe realizzare, di concerto col suo omologo marchigiano Francesco Acquaroli, viene etichettato come "inaccettabile" da Mariani perché «andrebbe a penalizzare non solo una intera provincia, estromessa totalmente da un asse viario strategico tra Tirreno e Adriatico, ma tutti quei comuni delle aree interne del Teramano colpiti dai terremoti del 2009 e del 2016 che, a dire di Marsilio, dovrebbero essere i veri beneficiari di questo intervento».Il consigliere regionale dà una lettura partitica e politica alla proposta avanzata tramite l'emendamento. «Ancora una volta Marsilio dimostra di non essere venuto in Abruzzo per fare gli interessi degli abruzzesi, ma solo per perseguire i fini del suo partito, Fratelli d'Italia, e questo progetto, fatto a suo dire "raccogliendo le sollecitazioni del Governatore Acquaroli e dei sindaci di Rieti, L'Aquila e Ascoli Piceno", tutti uomini della Meloni, ne è la plastica dimostrazione», incalza Mariani, che promette battaglia e lancia un appello «a tutti i nostri rappresentanti parlamentari affinché si adoperino per inserire anche il Teramano in questo progetto di collegamento ferroviario. Ancora una volta Marsilio ha dimostrato la scarsissima considerazione che ha per i teramani e l'assoluto disinteresse verso il loro futuro. Mi chiedo cosa ne pensano di tutto ciò Lega e Forza Italia, ma soprattutto i consiglieri teramani di maggioranza che assistono ancora, inermi e nel totale silenzio, alle macchinazioni di Marsilio & co. contro Teramo», conclude Mariani. Non meno deciso è Verna nell'esternare il rammarico per le scelte che in Regione si continuano a fare senza «considerare minimamente la provincia di Teramo: questo progetto di collegamento ferroviario che predilige persino l'asse Ascoli-Roma ne è l'ennesima prova», dice l'assessore comunale, che esprime sorpresa per le mancate prese di posizione sull'argomento da parte del presidente della Provincia e del sottosegretario D'Annuntiis: «Stupisce vedere la Regione mettere in campo azioni che ignorano del tutto il Teramano e i rappresentanti del nostro territorio tacere. Credo che dinanzi a temi così importanti bisognerebbe andare oltre le ragioni politiche o di partito e guardare al bene della nostra provincia». Per Verna le strategie sui trasporti vanno riviste in un'ottica di equilibri territoriali: «Perché non si promuove uno studio di fattibilità che contempli Teramo nei collegamenti con la Capitale? Perché vogliono lasciarci fuori? Questa provincia deve crescere e ci sta provando, ma qualcuno vuol lasciarla indietro. Non possiamo permetterlo», conclude.

D'Incecco: «Serve una mobilitazione dei sindaci dell'entroterra»  

Paolo D'Incecco, il teramano che da anni si batte per un potenziamento della stazione cittadina e in generale dei collegamenti su rotaia, torna sul progetto "Treno dei parchi", di cui è promotore, e annuncia una mobilitazione per i collegamenti veloci. «La proposta», dice, «di deviare in direzione Sulmona-L'Aquila, e quindi Teramo attraverso il Parco del Gran Sasso, sembra abbia ricevuto forti resistenze in ambito europeo. Quindi le nostre zone interne resteranno nella totale desertificazione. A nulla sono servite le prove di velocizzazione effettuate sulla Pescara-Roma con materiale leggero e veloce in servizio rapido, riducendo di un'ora il percorso. A nulla sono valse le oltre 10.000 firme raccolte dalle comunità teramana e aquilana e consegnate alla ministra Carfagna. Chiameremo all'appello tutti i sindaci e gli abitanti dell'entroterra teramano e aquilano».

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