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Data: 26/11/2019
Testata Giornalistica: IL QUOTIDIANO DEL MOLISE
    IL QUOTIDIANO DEL MOLISE

Treno per Roma con ritardo record: intervengono i carabinieri. Passeggeri infuriati: «Difendere il proprio diritto a viaggiare conservando i diritti umani è l’inizio dell’abisso».

 L’ennesima odissea per i passeggeri che questa mattina hanno cercato, invano, di raggiungere negli orari stabiliti la Capitale con il treno, ha mandato su tutte le furie gli stessi utenti che, con segnalazioni in redazione e post affidati ai social, hanno espresso il proprio disagio. Quello che riportiamo di seguito è lo sfogo di alcuni passeggeri costretti a chiamare i carabinieri. «Il regionale 2351 partito da Campobasso alle 5.45 di questa mattina è arrivato a Roma Termini con un ritardo di 1 ora e 29 minuti. I molisani che hanno scelto questo treno per arrivare nella Capitale sono rimasti nelle carrozze, quindi, per quasi 5 ore. Più di un’ora di queste è stata trascorsa ad osservare la natura tra Vinchiaturo e Boiano, fermi – ci raccontano – nei pressi di Guardiaregia, per motivi ignoti. Ignoti e anche oscuri, perché oggi scopriamo che il controllo della linea ferroviaria tra Campobasso e Isernia dipende da Napoli. Alla stazione di Isernia lo strazio dei passeggeri si è trasformato in una chiamata ai Carabinieri, che sono accorsi sul posto e, dopo un colloquio con il personale di stazione, hanno riferito che loro non possono fare nulla, bisogna parlare con Napoli. Oppure si può fare una bella telefonata al centralino di Trenitalia, che immaginiamo sia in diretto e costante contatto con la Sala Centrale Comandi di Guardiaregia e possa quindi dare tutte le spiegazioni del caso. Il dramma ha creato altri drammi. Mentre scriviamo questo post, il regionale 2353, che doveva partire alle 9.07 da Roma Termini in direzione Campobasso ancora non parte. Il regionale 34577, doveva partire da Campobasso alle 6.47, ma è partito alle 7.52 e in questo momento è ad Anagni-Fiuggi, con un ritardo di 1 ora e 21 minuti. Essere costretti a chiamare i carabinieri per difendere il proprio diritto di viaggiare conservando i diritti umani, dopo aver pagato il biglietto, è davvero l’inizio dell’abisso».

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