PESCARA L'idea non è nuova: abbassare il famoso Corridoio 5, oggi sostanzialmente rappresentato dalla tanto contestata Tav (almeno per il tratto Torino-Lione) sull'asse centrale Barcellona-Ploce, attraverso due snodi marittimi strategici: Civitavecchia e Ortona. Che per il Lazio e l'Abruzzo si tradurrebbe in una grande occasione di sviluppo legata al trasporto europeo intermodale: la merce fatta viaggiare da Occidente a Oriente su ferro, mare, gomma. Nel 2003, quasi vent'anni fa, ci provò l'allora sindaco di Pescara, Luciano D'Alfonso che ebbe addirittura l'idea di istituire un assessorato ai rapporti con l'Europa, poi affidato a Massimo Luciani, per convincere gli interlocutori di Bruxelles sulla necessità di abbassare il Corridoio 5 sull'asse Barcellona-Kiev.
Oggi a rilanciare con una certa energia il progetto è il manifesto messo a punto da una miriade di sigle regionali: Agci, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, Legacoop, Cgil, Cisl, Uil e Ugl. Un coro rivolto ai parlamentari e alle istituzioni, con cui i sindacati e le rappresentanze del mondo produttivo invitano a sostenere l'idea del corridoio intermodale tra la penisola iberica e i Balcani: «E' più lineare si legge nell'appello - ed economicamente più vantaggioso rispetto a percorsi alternativi che escluderebbero la nostra regione dallo sviluppo economico e territoriale». L'occasione è fornita dalla revisione in corso delle reti transeuropee (Ten-T). Un treno, per restare in argomento, da prendere in corsa secondo le varie organizzazioni del mondo produttivo, visto che si tratta di ipotecare il futuro del territorio in una direzione o nell'altra. L'alternativa al collegamento trasversale Est-Oves è infatti rappresentata dalla dorsale adriatica, che oggi vede strategico per l'Abruzzo il porto di Ancona, tra l'altro sede dell'Autorità di sistema per il Medio Adriatico da cui dipendono anche i maggiori scali marittimi abruzzesi. Un bivio decisivo, ma la scelta non c'è ancora.