CAMPOBASSO. Quintino Pallante replica alla Faisa-Cisal. L’assessore regionale ai Trasporti, di passare per chi non si interessa del settore, non ci sta. E ricorda come, in un anno, abbia tenuto qualcosa come 19 riunioni con i sindacati per discutere dei problemi del comparto.

“Se questo significa svolgere un lavoro di cui non ci si interessa rimango meravigliato – ha commentato, ricordando di aver avuto relazioni sindacali costanti, anche una o due volte al mese - La Faisa-Cisal da tempo aveva ingaggiato alcune battaglie ma ha perso alcune cause. Questo però non dipende dalla Regione: se le turnazioni di riposo non vanno più fatte come avvenuto finora, ma vanno modificate sulla base di altri parametri noi non c’entriamo, non devono strumentalizzare il ruolo della Regione”.

Pallante ricorda poi l’impegno verso i lavoratori. “Per la prima volta vengono pagati con regolarità – ha detto - Abbiamo ristabilito gli equilibri e sottoscritto un accordo con l’azienda che prevede il pagamento entro una certa data. Sono consapevole, tuttavia, che si può fare di più e faremo di più. Ma ritengo sia un merito che la Regione, per la prima volta dopo 14 anni, abbia comprato 4 nuovi mezzi, ottenuto 54 milioni per il rinnovo del parco automezzi e approvato le linee guida per la gara, che poi è il nodo cruciale, e per la quale spero che la pubblicazione avvenga nel giro di un mese”.

Risposte anche sul fronte della sicurezza. “La settimana scorsa – ha spiegato l’assessore – abbiamo deliberato un impegno di spesa per circa 3 milioni di euro per un sistema di tracciamento che consentirà di vedere quante sono le persone a bordo dei pullman e di riconoscerle se necessario e di monitorare l’intero percorso in tempo reale. Saranno anche previsti pannelli con indicazioni orarie nelle principali stazioni, in modo da rendere il servizio più moderno e funzionale. Per queste ragioni ritengo che sentirsi ancora una volta tirato per la giacchetta non sia corretto. Vorrebbero trascinare la Regione ancora una volta in qualcosa in cu non c’entra. Ricordo, per primo a me stesso, che io difendo gli interessi degli utenti e dei lavoratori e che la battaglia per gli stipendi è stata la mia battaglia. Nel mio assessorato – ha concluso – le aziende che non pagavano gli stipendi neppure venivano ricevute. Credo di aver ottenuto dei risultati e per amore di verità li rivendico”.