PESCARA La società di trasporto pubblico Cerella, ricapitalizzata a dicembre del 2018 dalla Regione, con "un'iniezione" da 500mila euro, è tecnicamente in default e va verso il fallimento. Lo annuncia una nota della società di trasporto pubblico Tua, presieduta da Gianfranco Giuliante, alla vigilia della conferenza-verità, convocata per questa mattina alle 10.30 per affrontare una lunga serie di argomenti. In pratica, per quanto riguarda la Cerella, durante la riunione del cda di martedì scorso il collegio sindacale ha espresso parere negativo sul bilancio semestrale, e ha chiesto un fondo rischi pari al contenzioso con la Regione Abruzzo. Un'operazione, si legge in una nota di Tua, «che comporterebbe l'erosione dell'intero capitale sociale e, conseguentemente, la messa in liquidazione e successiva decozione (stato di dissesto o d'insolvenza a cui può seguire il fallimento, ndr), della società Cerella». Sempre durante la stessa riunione si sono dimessi tre componenti del consiglio di amministrazione. E a tutto questo si aggiunge anche la diffida inviata dalla società Di Fonzo che chiede il pagamento di 356mila euro. Somma dovuta per l'esercizio della linea Lanciano-Napoli e che, secondo la Di Fonzo, non sarebbe stata versata negli ultimi tre anni. «L'attuale Cda di Tua Spa», prosegue la nota, «ha l'obbligo di cambiare prospettiva, affrontando con efficacia i problemi ereditati dalla passata gestione che hanno creato disagi alla società e ai lavoratori. Questi episodi rappresentano l'epilogo di una declinazione dell'amministrazione tanto emotivamente giustificata quanto sostanzialmente deprecabile. Si sono persi soldi», ha dichiarato Giuliante, «e si è procrastinata nel tempo l'adozione di misure tranchant, scegliendo misure tampone censurate tanto dal Mef (Sistema Srl) quanto dagli organismi di controllo e degli uffici regionali (Autoservizi Cerella Srl). Oggi si richiede a Tua il perpetrarsi di una gestione con spese insostenibili. Vogliamo invertire questa tendenza suicida con interventi che abbiano una sostenibilità aziendale. Tua Spa, dalle diverse società che vi sono confluite in passato, è stata scambiata per una vacca da mungere, un bancomat dal quale prelevare somme ingenti, forzando la mano per scelte economicamente non produttive. Il nostro obiettivo è quello di agire con decisione per chiarire tutte le situazione che potrebbero avere delle ripercussioni molto negative su tutto il Tpl, a cominciare dai lavoratori». A rischio ci sono 70 posti di lavoro. Alla vertenza della Cerella si aggiunge quella della società Sistema, «che ha avuto una gestione scomposta alla quale è subentrata una liquidazione altrettanto scomposta e foriera di nuovi debiti. A questo problema, Tua Spa ha inteso dare risposta attraverso la sostituzione del liquidatore con personale interno non retribuito».