«Le OOSS dei trasporti molisani – si legge in una nota a firma di Franco Rolandi (Filt Cgil), Antonio Vitagliano (Fit Cisl), Carmine Mastropaolo (Uil Trasporti), Emilio Santangelo (Faisa Cisal) e Nicolino Libertone (Ugl Autoferro) – proprio nella stessa giornata in cui è stato organizzato il primo dei presidi che per tutto il mese di luglio si terranno nei pressi della sede del Consiglio Regionale allo scopo di rammentare lo stato pietoso in cui versa il trasporto pubblico locale, hanno sollecitato il Presidente Toma a rivedere l’Ordinanza regionale n. 26 datata 2 maggio 2020 con la quale la Regione Molise, in pieno lockdown, aveva limitato i servizi di trasporto locale ai soli collegamenti essenziali all’interno delle seguenti tre fasce orarie: 5.30-8,30, 13.00-16,00 e 18:00-20,00. Nulla è cambiato per il Molise e per Campobasso nonostante le fasi 2 e 3 Una situazione che in questa Regione è rimasta incredibilmente invariata anche successivamente alla fase 2 coincisa con l’emanazione del Decreto del presidente del consiglio dei ministri del 17 maggio 2020, ma persino (e noi sottolineiamo addirittura) successivamente alla fase 3 la cui decorrenza è scattata lo scorso 15 giugno a seguito di un ulteriore dpcm. Pochi utenti trasportabili, poche corse e solo in alcune fasce ORARIE – Ancora oggi, se si escludono alcune piccole correzioni apportate dal Direttore del IV Dipartimento regionale, i servizi assicurati ai cittadini hanno dovuto rispettare le summenzionate tre fasce orarie giornaliere che abbinate ai limiti numerici di viaggiatori trasportabili sui mezzi pubblici in relazione all’obbligo del distanziamento fisico, hanno determinato non pochi disagi all’utenza molto spesso rimasta appiedata e quindi privata di un servizio pubblico essenziale. A Campobasso si è trattato di una vera interruzione di pubblico servizio – Ancora più drammatica è apparsa la situazione nel Capoluogo di Regione nel quale l’assenza totale del servizio di trasporto pubblico locale nelle fasce non previste dall’Ordinanza regionale, ha fatto letteralmente imbestialire coloro che per diverse ragioni non avevano altre alternative di mobilità rispetto al mezzo pubblico e a farne le spese sono stati gli autisti (peraltro ancora in attesa di ricevere la cassa integrazione) spesso bersagliati dalle invettive dell’utenza. Solo nelle ultime 24 ore la doppia svolta – Nelle ultime ore e forse proprio in relazione alla vivace protesta sindacale, sono sopraggiunte due importanti novità: da un lato la Regione Molise ha indirizzato alle aziende concessionarie dei servizi di trasporto locale una nota a firma del nuovo Direttore del IV Dipartimento dott. Alessandro Altopiedi (datata per l’appunto 30 giugno 2020) con la quale si invitano le stesse imprese a presentare, entro e non oltre il giorno 3 luglio una proposta aggiornata e dettagliata di aggiornamento dei PEA (programma di Esercizio Annuale) al fine di ripristinare in tutto o solo in parte le corse afferenti i servizi minimi di trasporto locale. Dall’altro il Sindaco di Campobasso Gravina ha chiesto in data odierna alla Regione di riconsiderare per l’appunto l’Ordinanza emessa lo scorso 2 maggio e che aveva determinato anche per il Capoluogo di Regione una sensibile riduzione dei servizi di trasporto pubblico urbano. Bene il ripristino dei servizi ma sicuramente tardivo – Fermo restando il compiacimento delle scriventi segreterie regionali per entrambe le notizie e in particolare per il ripristino a Campobasso a partire dal 6 luglio del servizio di trasporto normalmente in vigore nel periodo estivo, non possiamo non far emergere il nostro disappunto per l’intervento alquanto tardivo con il quale lo stesso Sindaco di Campobasso, seppur più volte sollecitato, ha intrapreso l’iniziativa di riattivare un servizio pubblico essenziale garantito dalla nostra Costituzione, a maggior ragione in una condizione in cui ormai da settimane sono state ripristinate anche in Molise le attività economiche produttive e sociali. L’Ordinanza regionale n.26 dello scorso 2 maggio con la quale sono stati ridotti i servizi, aveva infatti come destinatari le aziende regionali esercenti il trasporto pubblico extraurbano ed è stato esteso anche al trasporto pubblico locale urbano previa attuazione da parte degli enti locali competenti e non è un caso che ad esempio a Termoli piuttosto che a Isernia, il servizio ordinario di trasporto pubblico urbano, sia stato già adeguato e ripristinato da tempo. Cogliamo l’occasione per auspicare da parte dell’Istituzione regionale e delle stesse Amministrazioni Comunali, una maggiore attenzione e considerazione delle istanze provenienti dalle parti sociali e dalle associazioni dei consumatori».