ROMA Con il via libera agli spostamenti interregionali, i governatori si preparano a chiedere al governo che i mezzi pubblici, a incominciare dai treni, tornino alla capienza originaria. Ma la ministra Paola De Micheli, che ha appena aggiornato le linee guida in materia di trasporto pubblico locale al fine di garantire il contenimento dell'emergenza epidemiologica anche in questa nuova fase, per adesso preferisce rimanere prudente: si alla misurazione della temperatura corporea dei passeggeri, no ai mezzi pieni al 100 per cento. «Attualmente sui treni la capienza è del 66 per cento, mentre sugli autobus è leggermente inferiore. Per questioni di sicurezza difficilmente si potrà tornare alla capienza originaria», fanno sapere dal dicastero di Porta Pia. Il presidente del Veneto Luca Zaia però non ci sta e ha annunciato che scriverà al governatore dell'Emilia, Stefano Bonaccini, per chiedere che ci sia una presa di posizione comune delle Regioni sul Tpl.
I PALETTI Il problema è che le limitazioni di capienza per treni e autobus, associate alla scarsità dei mezzi a disposizione, mal si sposano con l'elevato numero di pendolari in circolazione in Italia, circa 30 milioni. Considerato che due su tre sono lavoratori, in molti temono che se non si adotteranno misure di distanziamento più morbide a bordo dei mezzi pubblici il Paese si fermerà di nuovo. Per aumentare la capienza dei mezzi pubblici in condizioni di sicurezza il Mit già due settimane fa aveva approvato alcune modifiche alle linee guide sul Tpl, introducendo per esempio la possibilità di occupare le sedute disposte in fila una dietro l'altra senza alternanza tra posti vuoti e occupati. Inoltre le persone conviventi sono state autorizzate a non mantenere a bordo delle vetture la distanza minima di sicurezza di un metro. Tuttavia questi escamotage appaiono insufficienti in vista del futuro incremento dei flussi. Così il governatore del Veneto ha deciso di andare in pressing sul governo: «Se in automobile si gira in quattro o cinque con la mascherina allora pure nei mezzi pubblici bisogna tornare alle capienze originarie, anche perché treni non ce ne sono a sufficienza per il fabbisogno richiesto e così vale per il trasporto pubblico sull'intero territoprio nazionale».
Trenitalia, nel frattempo, ha aumentato le corse regionali (a quota 4600) e nazionali (128) per farsi trovare pronta. Risutato? Nelle aree metropolitane e sulle linee a maggiore mobilità l'offerta ha raggiunto il 100 per cento di quella pre-Covid, fino in alcuni casi a superarla per capienza grazie all'utilizzo di convogli con più carrozze e più posti a sedere. Se da un lato i mezzi pubblici difficilmente torneranno a riempirsi del tutto, dall'altro per venire incontro alle richieste dei governatori è probabile che il Mit porterà la capienza su treni e autobus almeno al 75 per cento entro luglio. Ciò imporrà il ricorso a una serie di precauzioni aggiuntive: le operazioni di sanificazione dei mezzi, per esempio, andranno condotte con maggiore frequenza, mentre i controlli a bordo di treni e autobus per verificare che i passeggeri rispettino l'obbligo di indossare la mascherina dovranno essere potenziati. Ma per ora cosa dicono le nuove linee guide anti-Covid emanate dal ministero di Paola De Micheli in vista del semaforo verde agli spostamenti interregionali? La principale novità riguarda la misurazione obbligatoria della temperatura nelle stazioni dell'Alta velocità ferroviaria per tutti i passeggeri dei treni a lunga percorrenza. Nel caso sia rilevata una temperatura corporea superiore a 37,5 gradi non sarà consentito l'accesso al treno.