L'AQUILA Evidentemente il pungolo arrivato dal territorio, dal governatore Marco Marsilio e dal sindaco Pierluigi Biondi in primis, ha sortito un primo parziale effetto: il decreto sisma che doveva essere destinato solo al Centro Italia, all'emergenza 2016-2017, da ieri sera ha un nuovo titolo, allargato, cioè, anche alle altre emergenze. Un contenitore che ora bisognerà riempire, in fase di conversione, anche per verificare se corrisponderà a vero l'intento, proclamato ieri, di farne l'ultimo provvedimento del genere, una sorta di omnibus. Tra il governatore Marsilio e il premier Giuseppe Conte ieri è andato in scena, durante il vertice sul decreto, un curioso siparietto. Prima Conte ha ironicamente invitato Marsilio a chiedere il rinvio del provvedimento e poi, in chiusura di riunione, lo ha pungolato sulle critiche circa il mancato coinvolgimento nella discussione e l'esclusione del Cratere 2009. Marsilio ha fatto notare che, forse, proprio quei richiami hanno prodotto la convocazione, in extremis, l'altra sera, delle Regioni coinvolte. Che ieri, infatti, hanno chiesto di integrare il decreto con alcune misure.
LE PRIORITA' L'Abruzzo, dal canto suo, ha sottolineato le proprie priorità, anche attraverso il deposito di un corposo dossier e la richiesta di far funzionare al meglio il tavolo tecnico-politico come supporto al lavoro parlamentare. Intanto c'è la questione del personale. Marsilio ha detto chiaramente che le duecento unità previste dallo Sblocca cantieri, per il Cratere 2016-2017 (che, per l'Abruzzo, include comuni del Teramano e dell'Alta valle dell'Aterno aquilano) non sono sufficienti e che vanno moltiplicate per cinque. Il governatore ha portato sul tavolo i numeri: se ci sono 20 mila pratiche da istruire ne dovrebbero uscire, idealmente, un migliaio al mese e non le poche decine di oggi. Sulla busta paga pesante il decreto prevede l'abbattimento del cinquanta per cento delle tasse da restituire, con dilazione in dieci anni. E' stato chiesto di alzare la percentuale almeno al 60 per cento di abbattimento, come accaduto in altri casi simili a partire dal 2000. E' stata proposta anche l'introduzione di un sistema analogo al Restart messo a punto per L'Aquila per favorire il rilancio socio-economico. Per quanto riguarda L'Aquila, Marsilio ha chiesto l'introduzione di alcune misure subito, senza attendere la fase di conversione. Anche in questo caso ha insistito sul problema del personale ci sono questioni tecniche da risolvere, come alcune disparità di trattamento e durata delle assunzioni -, ma anche sulle risorse da reperire, su base triennale, per i bilanci dei Comuni gravati da minori entrate e maggiori spese proprio per il terremoto. Ci sono poi alcune norme sulla ricostruzione pubblica e sui sottoservizi nei centri storici: alcune semplificazioni scattano solo in presenza di lavori pubblici, generando la paralisi dei cantieri. Il senso politico della riunione è chiaro: c'è un'apertura a inserire nuove misure nel provvedimento, forse dettata anche dalle critiche piovute nei giorni scorsi. Bisognerà capire quale sarà l'evoluzione dopo l'approvazione di ieri da parte del Consiglio dei Ministri.