Data: 28/11/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Toto, i giudici del Riesame annullano il maxi sequestro Accolti i ricorsi dei dirigenti di Strada dei Parchi e collegate, restituiti 21,8 milioni su 26 Il gruppo: «Passo importante che ripristina la verità, presupposti errati nelle tesi dei pm»
TERAMO Le motivazioni spiegheranno il perché. Per ora c'è un dispositivo con cui il tribunale del Riesame annulla il maxi sequestro preventivo per equivalente da quasi 27 milioni di euro chiesto dalla Procura e disposto dal gip nei confronti di sei dirigenti della Strada dei Parchi e di due società collegate nell'ambito dell'inchiesta sulla sicurezza dei viadotti del tratto teramano dell'A24. Il tribunale del Riesame (collegio presieduto da Flavio Conciatori, a latere Francesco Ferretti e Enrico Pompei) ha accolto i ricorsi di indagati e società annullando quasi completamente il sequestro (21, 8 milioni circa su un totale di 26 milioni e 714mila). Un provvedimento contro cui, molto probabilmente, la Procura (titolari del fascicolo i pm Laura Colica e Silvia Scamurra) farà ricorso in Cassazione. Stessa cosa preannuncia Strada dei Parchi per la parte non dissequestrata.In una nota Toto Holding definisce il provvedimento del Riesame di Teramo «un passo importante che restituisce verità a ricostruzioni mediatiche scorrette, fantasiose e gravemente lesive dell'immagine e dell'operato del Gruppo Toto e dei propri amministratori. Il provvedimento del tribunale, andando al di là di ogni clamore mediatico evidentemente ricercato in tutti i modi, conferma che le accuse che hanno portato al provvedimento di sequestro dei fondi alla Toto Costruzioni, alla Toto Holding e agli amministratori e dirigenti delle società si basavano su presupposti errati, ed è questo che oggi è emerso con chiarezza: è stata infatti ribadita la piena legittimità dell'assegnazione dei lavori alla Toto Costruzioni». Così continua la nota del gruppo: «Basti ricordare che è stato contestato l'affidamento di appalti ad altra società del gruppo, mentre le norme prevedono espressamente che le società che hanno ottenuto l'affidamento della concessione a mezzo procedura pubblica (cosiddetta gara) non sono obbligate ad affidare gli appalti a terzi, in modo da garantire la realizzazione in tempi e costi certi delle opere di completamento e di ammodernamento dell'autostrada. Appunto, come nel caso di Strada dei Parchi Spa, una delle quattro concessionarie italiane ad aver ottenuto la concessione a seguito di bando pubblico. Tanto, in conformità alla normativa europea vigente».Il gruppo Toto nella nota allarga il campo anche a un altro aspetto della vivcenda e scrive: «Resta aperta la questione relativa alla legittimità dell'utilizzo dei fondi pubblici destinati, peraltro con legge del Parlamento e d'intesa con il Ministero, alla realizzazione delle misure urgenti per messa in sicurezza anti-sismica di A24 e A25. Non si può che ribadire che i lavori di manutenzione delle autostrade A24 e A25 sono stati finanziati per la gran parte dalla concessionaria Strada dei Parchi: dei 170 milioni necessari, 112 sono stati a carico di Strada dei Parchi e 58 milioni da fondi pubblici previsti da una legge, la n. 205/2017, che in maniera puntuale ha individuato la destinazione e gli interventi da eseguire con quegli stanziamenti».Gli indagati sono Lelio Scopa, all'epoca dei fatti presidente del consiglio di amministrazione di Strada dei Parchi; Cesare Ramadori, all'epoca dei fatti amministratore delegato di Strada dei Parchi; Mauro Fabris, all'epoca dei fatti vice presidente del consiglio di amministrazione di Strada dei Parchi; Igino Lai, all'epoca dei fatti direttore generale; Carlo Marco Rocchi, all'epoca dei fatti procuratore speciale e direttore operativo presso la direzione generale della società Strada dei parchi; Gabriele Nati, all'epoca dei fatti procuratore speciale e direttore operativo presso la direzione generale della società Strada dei Parchi. Tutti sono indagati per inadempimento di contratti di pubbliche forniture e attentato alla sicurezza dei trasporti. Scopa, Fabris e Ramadori anche per abuso d'ufficio. Secondo la Procura, così si legge nel decreto, «facevano mancare opere necessarie a un pubblico servizio non assicurando la funzionalità e l'esercizio in sicurezza della infrastruttura A24 nella tratta teramana da Isola a Colledara».
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