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Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
L'AQUILA Al momento il gruppo Toto, che detiene, tra la altre cose, il controllo di Strada dei Parchi, preferisce non commentare le notizie in arrivo da Firenze secondo cui la holding avrebbe in qualche modo finanziato l'attività politica dell'ex premier Matteo Renzi, attraverso la Fondazione Open. La società non ha preso posizione, in attesa di comprendere esattamente i termini della vicenda.
I GIUDICILe notizie sono emerse dal Tribunale del Riesame di Firenze che ha confermato il sequestro preventivo operato a settembre scorso ad Alberto Bianchi, ex presidente di Open. L'accusa è traffico di influenze. La Toto Costruzioni Generali avrebbe affidato all'avvocato Bianchi un incarico nell'ambito di un contenzioso con Autostrade. Secondo i giudici, l'ex presidente di Open avrebbe poi girato i soldi alla Fondazione e al Comitato per il sì al referendum del 2016. Da qui nascerebbe l'ipotesi accusatoria secondo cui quei fondi nasconderebbero in realtà operazioni dissimulatorie di un vero e proprio finanziamento per le attività politiche messe in piedi da Renzi. Toto aveva già girato alla Fondazione Open 25 mila euro, in chiaro, tramite la Renexia, nel 2016. «I contributi volontari alla Fondazione Open e al comitato referendario (entrambi orientati all'appoggio all'attività politica di Matteo Renzi) hanno scritto i giudici del Riesame erano stati elargiti utilizzando la provvista esistente nel conto di Bianchi, che dal settembre 2016 mostrava un saldo attivo pari a 1.095.550, formatosi proprio grazie al versamento effettuato dalla Toto costruzioni. Queste operazioni, tenuto conto del loro peculiare profilo temporale e dell'entità delle somme versate alla Open, appaiono dissumulatorie di trasferimento di denaro da Toto costruzioni generali alla Open». Si parla di circa 200 mila euro versati alla Open in un momento di difficoltà, salvo poi essere restituiti in fase di chiusura. Bonifici, secondo i giudici, partiti da Bianchi come «contributo volontario» e tornati indietro con causale «restituzione parziale di prestito». Per i legali di Bianchi i versamenti sono giustificati come pagamento per le sue prestazioni professionali, mentre per i giudici il finanziamento dissimulato alla Open.
PAROLA L'ultima parola spetterà ora ai pm che dovranno decidere quale impostazione prediligere. A questa si aggiunge una vicenda collaterale. Quella di Patrizio Donnini, fondatore della Dot Media, una società di comunicazione che ha lavorato anche per la Leopolda. In un'indagine diversa, sempre a Firenze, Donnini, come rivela Il Fatto, è accusato di appropriazione indebita e auto riciclaggio per le compravendite tra la sua Immobil Green e la Renexia del Gruppo Toto, nel settore dell'energia eolica. Donnini avrebbe ricevuto 4,3 milioni. Un giro di denaro che, secondo le accuse, sarebbe finito da Toto ai professionisti alle società che hanno avuto legami con Open, la Leopolda e il comitato referendario. Accuse, ovviamente, tutte da dimostrare.
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