Terremoto, forte scossa in Marsica . Forte sisma (4.4 Richter) a Balsorano: scatta l'allerta in tutta la regione. Moretti: «La zona è pericolosa nel 1349 si verificò un Big One»
AVEZZANO Torna il terremoto. E torna la paura in tutta la Marsica: alle ore 18,35 una scossa di magnitudo 4.4 della scala Richter, a 14 chilometri di profondità, con epicentro a cinque chilometri a sud-est di Balsorano. E' stata avvertita anche nel Frusinate e fino a Roma. In molti paesi la gente è scesa per strada, impaurita. Avvertita distintamente anche ad Avezzano e lungo la costa abruzzese. L'area già da ieri era interessata da un intenso sciame sismico. A peggiorare ulteriormente le cose per le prossime 48 ore è previsto un peggioramento delle condizioni climatiche in tutta la regione. IL BILANCIO Nessun ferito e non sono state registrate lesioni in abitazioni di Morino e di Balsorano, San Vincenzo Valle Roveto, Capistrello. Ma il bilancio per adesso è provvisorio visto che i vigili del fuoco sono al lavoro per stabilire i danni non solo nelle abitazioni ma anche nelle strutture pubbliche e religiose. A Balsorano già dalla mattina, per lo sciame della notte, era stato attivato, dal primo cittadino, il Centro operativo comunale (Coc). Per verificare le condizioni strutturali degli edifici scolastici, saranno chiuse oggi le scuole per due giorni a San Vincenzo Valle Roveto, Balsorano e Morino, mentre a Civitella il sindaco ha disposto la chiusura per un giorno. A Balsorano le persone si preparano a passare la notte fuori casa. «C'è chi passerà la notte in strada- precisano al Comune- chi in auto o nei punti di raccolta in attesa che torni la normalità». Coc attivati anche a Morino, S. Vincenzo Valle Roveto, Villavallelonga, Civitella Valle Roveto. Oggi scuole chiuse, oltre a Balsorano, anche ad Avezzano, Morino, Civita D'Antino, Civitella Roveto, Luco, Trasacco, Villavallelonga, S. Vincenzo Valle Roveto e Canistro. Negli altri centri della regione, provvedimenti a macchia di leopardo. Ad esempio, scuole chiuse oggi a Torre dei Passeri nel Pescarese. PROTEZIONE CIVILE Sulla vicenda è intervenuto il Governatore Marsilio che ha dato disposizioni per l'invio di uomini e mezzi. Tre squadre di volontari della Protezione civile regionale sono partite alla volta di Balsorano mentre lo stesso presidente ha seguito per telefono le operazioni. Uomini e mezzi si concentreranno sul Coc di Balsorano. Ne ha dato notizia proprio Massimo Verrecchia della segreteria della presidenza regionale il quale ha personalmente testimoniato che sull'autostrada L'Aquila-Avezzano non si è avvertito il sisma. VIABILITA' Quanto alle autostrade abruzzesi, si potrà sapere solo oggi, dopo un'attenta verifica dei piloni, se non ci sono problemi. Anche sulla A25 per Roma pare che le scosse non siano state avvertite. Testimonianze giungono dalle stazioni di servizio di Carsoli: marsicani che tornavano ad Avezzano e che erano in sosta occasionalmente nei servizi di ristorazione autostradali. Anche i tecnici delle Ferrovie sono entrati in azione per verificare lo stato dei binari e non sono stati riscontrati danni lungo la linea interessata. Dalle 18.40, comunque, il traffico sulle linee Sulmona-Avezzano, Roccasecca- Avezzano e fra Ceprano e Cassino (linea Roma-Cassino), è stato sospeso, in via precauzionale, per consentire la verifica dello stato dell'infrastruttura ed attivate linee bus sostitutive. Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha attivato le proprie unità di crisi per la verifica dei danni e la messa in sicurezza del patrimonio culturale eventualmente danneggiato dalla scossa. Lo ha comunicato il segretario generale del Mibact, Salvo Nastasi.
Moretti: «La zona è pericolosa nel 1349 si verificò un Big One»
L'AQUILA Il terremoto di 4.4 avvenuto al confine tra Abruzzo e Lazio, tra la Marsica e il Frusinate, si colloca in un'area ad altissima pericolosità sismica. L'evento sismico storico più prossimo all'area dell'evento è quello del 1654, per il quale si è stimata una magnitudo pari a 6.4. A nord e a sud sono avvenuti in passato altri forti terremoti, come quello del 1915 nella zona della Marsica, e nel 1349 al confine tra Lazio e Molise. E' in particolare quest'ultimo riferimento storico a preoccupare di più: quasi tutti gli studiosi sono concordi nell'affermare che il 9 settembre di quell'anno si verificarono almeno due scosse distruttive c'è chi parla di quattro con epicentri diversi e una stima del danno che va dalla Puglia alla Toscana. Altri terremoti storici più recenti sono avvenuti, nell'area, tra gli altri, nel 1922 (magnitudo 5.2) e nel 1984 nella zona della Val Comino (5.9). L'evento di ieri sera è stato preceduto da circa 30 piccoli terremoti e nell'ora seguente sono state registrate 15 repliche. Tiene alta la guardia il geologo dell'Università dell'Aquila, Antonio Moretti. «La zona è brutta» esordisce subito, mentre è già sul computer per studiare la storia del sisma del 1349. «Fu un evento non molto chiaro spiega non si sa ancora bene se fu un terremoto unico o una serie. Distrusse Atina, fece danni a Napoli, Sulmona, arrivando fino a Viterbo e Orvieto. All'Aquila fece crollare Collemaggio che Celestino aveva fatto edificare. E' una situazione lontana nel tempo, non chiarissima, ma lo scenario di danno fu molto esteso. L'ultimo evento di una certa rilevanza nell'area è stato quello del 1654, con un'intensità paragonabile a quella dell'Aquila del 2009». Moretti analizza anche le caratteristiche della scossa: «E' un po' più profonda del consueto (14 chilometri, ndr), ma è abbastanza normale perché il piano di scorrimento va a sprofondare verso il Tirreno. E' un gemello di quello del 1 gennaio scorso (4.1, epicentro tra Avezzano, Collelongo e Frusinate, ndr). Il meccanismo focale è compatibile con le strutture dell'Appennino, rientra a pieno titolo in questo ambito». E' individuabile la correlazione con una faglia? «Non in maniera evidente perché nella zona non ci sono montagne così alte come nell'Aquilano. Certamente è attinente alla Valle del Liri, da Sora ad Avezzano». Moretti rivela che sono in corso studi su alcune strutture, «molto strane», nell'area di Sora: «Sono una specie di sinkhole (grandi voragini, ndr), pozzi di sprofondamento, grandi fosse dovute alla risalita di fluidi profondi. In particolare sono presenti nella zona di Campoli Appennino. Potrebbero essere interessanti per eventuali monitoraggi geo-chimici». In sintesi: «Non è una bella zona, è bene che si stia un po' attenti, da 350 anni non avviene un sisma significativo lì, vale lo stesso discorso fatto per L'Aquila».
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