«Dalla lettura del decreto legislativo 422/1997, e in particolare del comma 8 dell'articolo 14, il comportamento del presidente della Regione Marco Marsilio appare ineccepibile e pienamente in linea con il dettato della legge, anche in considerazione del fatto che tra i Comuni interessati non c'è mai stata intesa». Lo dice Letizia Scastiglia, direttore della Cna di Chieti, la confederazione nazionale dell'artigianato, intervenendo sulla polemica che si è innescata in seguito all'assegnazione degli spazi riservati ai taxi all'interno dell'aeroporto d'Abruzzo: polemica che vede su posizioni contrapposte le amministrazioni comunali delle due città, ma che ha avuto anche un forte impatto sugli organi di stampa e sui social.
« I dieci posti assegnati all'interno dell'aeroporto, in ragione di otto ai tassisti pescaresi e due a quelli di Chieti prosegue Scastiglia rispondono a uno dei criteri fissati dalla legge, visto che il numero deve essere proporzionale al bacino di utenza aeroportuale: e questo spiega il perché del numero complessivo individuato e della ripartizione tra gli operatori delle due città». Scastiglia, inoltre, osserva come il tema vada affrontato rifuggendo da qualsiasi visione ispirata a «pretese di egemonia o esclusiva di qualcuno rispetto ad altri; un atteggiamento antidemocratico, ma anche irrispettoso del principio di libera concorrenza, che appare anacronistico in un territorio dove da tempo si cerca di guardare, per ragioni di opportunità reciproca, all'area metropolitana come ad una entità integrata. In questo senso si muovono la fusione delle Camere di commercio e o di altri enti e associazioni, ispirate alla pari dignità dei diversi territori coinvolti» . Insomma, bisogna guardare all'area metropolitana riorganizzando anche il sistema dei servizi.