ROMA Sembrava chiusa ed invece la questione si riapre. Stavolta non per colpa o merito italiano, ma per il nuovo sindaco ecologista di Lione, il francese Grégory Doucet, secondo il quale l'opera è «da fermare» perché «il progetto è sbagliato». «Il cantiere sta andando avanti», è la replica immediata della ministra ai Trasporti Paola De Micheli, che annuncia l'intenzione di consentire ai sindaci «di accedere a breve ai fondi di compensazione ambientale». «Anche a chi ha votato contro» l'opera, precisa. Ma sulla questione - ovviamente - non c'è unità d'intenti nel governo giallorosso, i cinquestelle che tornano a chiedere lo stop ai lavori e il Pd per cui l'infrastruttura «non è in discussione e verrà conclusa». A pochi giorni dalla prima fase dell'allargamento del cantiere di Chiomonte, in Valle di Susa, il primo cittadino di Lione non ha perso tempo ad attaccare la nuova linea ferroviaria.
LA TORMENTA «Esiste già un'infrastruttura ferroviaria, che è sufficiente, ed è su quella che dovremmo investire. La Francia ha iniettato troppi pochi fondi sul trasporto merci su rotaia a livello nazionale. E ora vogliono farci credere che con la Tav rilanceremo l'attività. Ma è assurdo», dice in una intervista alla Stampa il primo cittadino, che domenica ha vinto il ballottaggio consegnando alle liste dell'Europa Ecologia I Verdi la maggioranza assoluta del consiglio comunale di Lione.
Alla reazione del ministro De Micheli si somma quella del parlamentare azzurro Osvaldo Napoli: «Il sindaco di Lione, Gregory Doucet, si è appena insediato e non ha avuto modo di studiare le carte della Tav e, in particolare, la tratta che unisce la sua città a Torino. Il sindaco - aggiunge Napoli - anche in Francia fa il sindaco, amministra cioè la sua città. Questioni di rilevanza nazionale, è il caso della Tav, sono di competenza del governo nazionale».
Coglie la palla al balzo il Movimento 5 Stelle che, forte del giudizio di Doucet, torna a parlare di «un'opera fuori dalla storia». «Mentre tutta l'economia europea arranca a causa del Coronavirus, si insiste nel voler portare avanti questo spreco abnorme di risorse», dicono i senatori M5s della commissione Lavori Pubblici e Trasporti, convinti che «tornare indietro su questa decisione è possibile». «Si tratta di un'opera sbagliata e fuori dalla storia- sostengono - il M5s lo sostiene da anni, purtroppo in totale solitudine tra le forze politiche italiane».
Per il capogruppo Pd in Commissione Trasporti di Montecitorio, Davide Gariglio, la nuova linea ad Alta Velocità «non è in discussione». «Questo Parlamento si è già espresso, anche recentemente - aggiunge - Ai colleghi del M5S chiedo responsabilità: per essere davvero una forza di governo seria e credibile è necessario rispettare gli accordi presi a livello internazionale». Dalla Lega arriva l'invito al Pd a non anteporre «le poltrone alla realizzazione di un'opera fondamentale», mentre una delegazione Sì Tav guidata da Mino Giachino visiterà sabato il versante francese del cantiere. Confuta le tesi del sindaco Francese anche Paolo Foietta: per il capo della delegazione italiana nella commissione intergovernativa Italia-Francia per la nuova linea ferroviaria, «il nuovo sindaco ecologista di Lione non sa come stanno realmente le cose. Senza il nuovo tunnel - spiega - dovremo rinunciare al collegamento ferroviario internazionale, lasciando che tutto il traffico vada su strada». Per la presidente dei senatori di Forza Italia Anna Maria Bernini la posizione del M5S è «un altro colpo alla credibilità dell'Italia in Europa e l'ennesima dimostrazione che questa maggioranza è già finita in un tunnel senza uscita».
Nel frattempo la regione Piemonte sollecita la nomina da parte del Governo di commissari straordinari per il completamento delle grandi opere strategiche, dalla Tav, all'Asti-Cuneo, alla Pedemontana. Per domani è previsto un incontro : tre regione Piemonte e rappresentanti del mondo produttivo territoriale.