ROMA Il braccio di ferro nella maggioranza su poche decine di milioni su una manovra da 30 miliardi è durato per tutta la giornata di ieri ed è sfociato su una intesa che rinvia e attenua le tasse inserite nella legge di bilancio.
In serata in una conferenza stampa tenuta dal premier Giuseppe Conte e dal ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, il presidente del Consiglio si è detto certo che da gennaio l'esecutivo cambierà marcia entrando in «una prospettiva di più ampio respiro» e ha ripetuto che sarà fissato un cronoprogramma di riforme.
I toni rassicuranti della conferenza stampa e la definizione di una manovra pro-famiglie (cui andranno tre miliardi nel 2021 recuperati dai pagamenti via card) e pro-imprese (riparte Industry 4.0) non hanno potuto cancellare gli incredibili toni astiosi che hanno accompagnato per tutto il giorno il confronto fra Pd e Idv. Un braccio di ferro su circa 250 milioni (nella sostanza il rinvio a luglio delle tasse sulla plastica e a ottobre sulle bibite ad alto contenuto di zucchero) decisamente spropositato rispetto ai 32 miliardi di valore della manovra stessa che in estrema sintesi esclude l'aumento dell'Iva e riduce leggermente le tasse sul lavoro.
Ora, finalmente, a sole tre settimane dal termine ultimo, il parlamento potrà iniziare a votare la manovra. E questo è il secondo anno che il Parlamento è quasi escluso dalla definizione della manovra che normalmente è la legge più importante dell'intero anno.
IL VERTICE Conte lo ha dovuto spiegare anche in un incontro di routine con il prsidente della repubblica che si è svolto nel tardo pomeriggio.
La Camera rischia di non toccare palla: l'opposizione già protesta e minaccia ricorsi, la stessa maggioranza sul punto è spaccata.
All'intesa sul merito ha lavorato per tutta la giornata il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, che alle 7 del mattino mette a punto con i tecnici del Mef e della Ragioneria le misure da portare al tavolo di maggioranza. Giuseppe Conte si affaccia a salutare i presenti prima di un incontro già programmato con l'inviato Onu in Libia Ghassan Salamè, li invita a lavorare insieme «a un ulteriore sforzo per abbassare le tasse».
Ma il clima presto si surriscalda. Gualtieri porta in dote tra i 350 e i 400 milioni di nuove coperture ma spiega anche che non si possono tutti destinare ad eliminare le tasse sulla plastica e sullo zucchero, come vorrebbe Italia Viva.
Gli ex compagni di partito iniziano a litigare. «Dite di no solo perché non volete darla vinta a Renzi», accusano da Iv. «Meglio usare le risorse in più per aumentare il taglio delle tasse sul lavoro», ribattono i Dem.
Intanto il M5S con Laura Castelli chiede e ottiene che «si aumentino i fondi ai Vigili del fuoco». Dopo due ore di riunione, i renziani si alzano dal tavolo in polemica. La riunione viene sospesa: nessuno sa quando si riprenderà. Volano parole di fuoco. Il Pd accusa Iv di voler fare un favore «alle multinazionali come la Coca Cola». Teresa Bellanova ribatte che sono i Dem, per un puntiglio, a far rischiare il «disastro occupazionale» nelle aziende della plastica e delle bevande. Renzi nel pomeriggio parla di elezioni («Che non voglio») e Orlando visegretario del Pd ribatte: «Siamo tutti pronti, bisogna capire se è utile per il Paese». A sera i renziani lasciano trapelare un benino per la riduzione della tasse che proporranno di cancellare nel corso del prossimo anno.