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Data: 22/02/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Tagli ai bus per Roma. Sui social la rabbia dei pendolari delusi Un'imprenditrice: «Rischio sempre di non tornare la sera» Una cittadina: «Teramo tagliata fuori anche dai treni»

TERAMO La cosiddetta "razionalizzazione" delle corse dei bus Tua per Roma scatena proteste. Ha avuto forte eco sui social quella di Maria Josè Moraza, imprenditrice agricola spagnola trapiantata a Cellino Attanasio, che per lavoro va spesso nella capitale.In un lungo post su Facebook intitolato "Teramo, provincia slow" Moraza scrive: «Oggi lavoro a Roma. Speriamo che la riunione finisca in orario, perché prima della "medioevalizzazione" teramana della Tua, la sera avevo ben tre possibilità di pullman diretto Roma-Val Vomano: ore 18, 19.30 e 21.15. In due ore ero a Val Vomano e poi, dopo qualche curva, ero a casa. C'erano inoltre le corse via L'Aquila e quelle dirette di Flixbus ma io prendevo i biglietti in anticipo con Tua per risparmiare, perché mi faceva comunque sempre rientrare la sera (si chiama fidelizzare il cliente...). Adesso, dopo la scomparsa totale delle corse dirette con Tua, ho l'ultimo pullman (con cambio all'Aquila, durata 2 h 35) alle 19.30 e quello di Flixbus, diretto, due ore... indovinate un po' a che ora... pure alle 19.30, guarda caso (alla faccia della razionalizzazione). Cercando di non farmi prendere dallo sconforto porto la valigia al lavoro, acquisto il biglietto Tua perché la corsa di Flixbus è già, ovviamente, piena, e se al lavoro o nella metro per caso si fa ritardo, perdo il biglietto e mi tocca fare fronte all'organizzazione e alle spese di una notte in più a Roma (e alla giornata lavorativa di domani, fortemente compromessa). Ho la preoccupante percezione che nessuno stia capendo la gravità e l'impatto fortissimo di questa scelta scellerata sull'intera provincia di Teramo».Moraza conclude così: «Un chiarimento: non ho diritto di voto, non mi interessano i giochi politici ma come cittadina che da 23 anni dà il proprio contributo a questo territorio, chiedo con forza alla politica teramana tutta (destra, sinistra, centro, sopra e sotto), di essere messa nelle condizioni di non dovere scegliere fra svolgere il mio lavoro e vivere nel Teramano!!!».Una lettrice teramana, Rossella Pedicone, ha scritto alla nostra redazione una mail intitolata "Teramo: una provincia tagliata fuori" per «richiamare l'attenzione su una situazione davvero difficile da digerire». Perché, chiarisce, avere fiducia nel futuro di Teramo, come ha auspicato giorni fa in un'intervista al Centro l'ex parlamentare e vice sindaco Gianni Di Pietro, «non è facile quando per lavoro si è costretti a partire e rientrare in città con i mezzi pubblici. La tratta Giulianova - Teramo- Val Vomano - Colledara- Roma in pratica è stata soppressa: chi può scegliere di fare un cambio a L'Aquila e impiegare oltre tre ore per raggiungere Roma Tiburtina da Teramo? La Tua serve con corse dirette verso Roma solo L'Aquila e Pescara: mi chiedo il perché di questa discriminazione». Pedicone allarga il campo al trasporto ferroviario: «Si provi a prendere un treno da e verso nord: i treni Frecciabianca fermano a San Benedetto ma non a Giulianova (che pure potrebbe servire il bacino di Teramo e L'Aquila) e, comunque, non è più possibile acquistare il biglietto per i ben due regionali che dovrebbero collegare Teramo a San Benedetto. Quindi, si acquista il biglietto fino a San Benedetto e poi, una volta giunti, si capirà cosa la sorte ci riservi: forse un bus? Oppure un regionale acquistabile in loco all'edicola o al bar? L'importante», conclude, «è non essere troppo stanchi per sorridere».(d.v.)

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