Data: 03/05/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Sul caos delle ordinanze accuse Pd-M5S a Marsilio. Gente a spasso soprattutto sulle riviere. Parruti: distanza e mascherine Oppure i contagi ripartiranno L'infettivologo avverte: «Troppi cittadini impreparati nelle prova generale del primo maggio»
Sindaci e Marcozzi vanno all'attacco. Ma il governatore ribatte: «Stesse misure in altre Regioni di centrosinistra»
PESCARA Il caos ordinanze fa esplodere lo scontro politico. Le immagini del 1° maggio del lungomare di Pescara affollato di persone sono diventate virali sui social e hanno scatenato le polemiche. Tutti liberi a passeggio e in bici sulla riviera - e non tutti nel rispetto del distanziamento sociale e con le mascherine - approfittando della bella giornata e della riapertura dell'ultima ora del lungomare consentita dalla Regione con l'ordinanza 51 del 30 aprile. Una delle tre ordinanze firmate nello stesso giorno dal governatore Marco Marsilio che ha alleggerito le misure restrittive, consentendo alcune attività (tra cui le camminate, le corse, la pesca e la possibilità di raggiungere le seconde case per la manutenzione), giocando d'anticipo rispetto al governo. «La Regione gioca sulla pelle dei cittadini», è l'affondo del coordinamento dei sindaci e degli amministratori abruzzesi del Pd. «Tre ordinanze che alla fine hanno creato solo confusione», attacca Sara Marcozzi, capogruppo in Regione del Movimento 5 Stelle. «Il caos lo alimenta solo l'opposizione per fare propaganda», è la replica di Marsilio.
LA PROTESTA DEL PD. «La Regione ha emanato tre ordinanze senza averle concertate con nessuna rappresentanza dei sindaci». Parte da questa premessa il documento firmato dal coordinamento dei sindaci e dei consiglieri del Pd di 16 comuni abruzzesi: i firmatari sono Giacomo Carnicelli (Tornimparte), Alessandro D'Ascanio (Roccamorice), Simone Dal Pozzo (Guardiagrele), Vincenzo D'Ercole (Castiglione Messer Raimondo), Tiziana Di Renzo (Lama dei Peligni), Gabriele Marcellini (Civitella del Tronto), Daniele Marinelli (Castel di Sangro), Francesco Menna (Vasto), Francesco Pagnanelli (Pescara), Mario Pupillo (Lanciano), Angelo Radica (Tollo), Gian Paolo Rosato (Taranta Peligna), Mirko Rossi (Mosciano), Andrea Silverii (Scerni), Cinzia Silvestri (San Giovanni Teatino) e Robert Verrocchio (Pineto). «Si tratta di una condotta pericolosa che genera confusione e costringe le amministrazioni locali a dare chiarimenti e risposte su qualcosa venuto dall'alto senza nessuna condivisione preliminare. È grave», spiegano gli amministratori del Pd, «che, in una fase nella quale è necessario mantenere una linea comune, si voglia mettere sulla pelle dei cittadini uno scontro che è solo politico nel quale la Regione targata Meloni-Marsilio tenta una fuga in avanti su temi così delicati. Le ordinanze regionali mettono in grande difficoltà chi deve esercitare i controlli. C'è inoltre un aspetto giuridico: queste misure appaiono illegittime alla luce degli atti del governo che giustificano solo misure più restrittive. Chiediamo la revoca immediata di queste decisioni e di aprire un tavolo permanente con le amministrazioni locali con le quali condividere le decisioni».
L'ATTACCO DEL M5S. Per il capogruppo Sara Marcozzi, «pur di ubbidire agli ordini di scuderia che arrivano dai vertici di partito e contravvenire ai Dpcm del premier Conte, Marsilio è andato contro il buonsenso e il principio di precauzione, aprendo liberamente alle passeggiate a Pescara, Montesilvano e Spoltore nel pieno del weekend del 1° maggio. E le pericolose conseguenze di tanta imprudenza si sono riscontrate a Pescara dove le persone si sono riversate sul lungomare. La giunta Marsilio ha generato il caos, creando le condizioni affinché il rischio di contagio torni ad aumentare». Marcozzi parla di «disordinanze che forzano la mano del governo che, per voce del ministro Boccia, ha chiesto di aspettare fino al 18 maggio per fare aperture calibrate sulle singole Regioni. Ma due settimane», conclude Marcozzi, «sono evidentemente troppe da aspettare quando i sondaggi a livello nazionale danno il centrodestra, specialmente la Lega, in fase calante. Alla fine di tutto, agli abruzzesi rimane solamente il caos. E se questi comportamenti dovessero portare a un aumento dei contagi, Marsilio dovrà assumersi tutte le responsabilità».
LA REPLICA DI MARSILIO. Il governatore non fa riferimento a pareri scientifici, ma spiega che «in Abruzzo non avviene nulla di pericoloso e di eversivo», e ricorda che decisioni simili sono state prese anche in altre Regioni a guida Pd. «In Puglia e Toscana hanno trascorso il 1° maggio passeggiando o andando a pesca», dice Marsilio. «Nelle Marche è consentito lo spostamento per attività motorie all'aria aperta anche con bicicletta. E il segretario nazionale del Pd, Zingaretti, consente nel Lazio l'asporto dei cibi, la manutenzione dei natanti, dei campeggi e degli stabilimenti non diversamente dall'Abruzzo: ma evidentemente per il Pd abruzzese quello che è vietato ordinare a Marsilio è invece consentito se lo fanno Zingaretti o Bonaccini, che in Emilia Romagna si appresta a riaprire anche le biblioteche e revoca misure restrittive a Piacenza». Il provvedimento che ha fatto maggiormente discutere è stata le riapertura del lungomare. «Grazie all'andamento epidemiologico, al superamento della zona rossa nell'area vestina, alla minore pressione negli ospedali, i sindaci di Pescara, Montesilvano e Spoltore mi hanno chiesto di revocare le misure più restrittive. Ciò non significa tana libera tutti», avverte Marsilio. «Restano in vigore le regole di comportamento previste dal Dpcm in tutta Italia e in tutto l'Abruzzo, che prevedono l'uso obbligatorio della mascherina nei luoghi chiusi, nei mezzi pubblici di trasporto, e nei luoghi all'aperto quando non è possibile mantenere la distanza di sicurezza. Se qualcuno ritiene che a Pescara, Montesilvano e Spoltore, i cittadini debbano essere costretti a misure più restrittive, lo motivi con qualche fondamento scientifico».
PESCARA Fase 2: le parole d'ordine sono distanziamento sociale e mascherine. Parla l'infettivologo Giustino Parruti, della task force della Regione Abruzzo, che lancia un appello ai cittadini e al loro senso di responsabilità. L'esperto, analizzando quanto accaduto in occasione del primo maggio, quando, dopo quasi due mesi di lockdown, soprattutto nell'area metropolitana, migliaia di cittadini si sono riversati nelle strade e sulla riviera, parla di «una prova generale utilissima che ci dimostra come il livello di preparazione sia insufficiente» e sottolinea quanto le misure di prevenzione siano ancora fondamentali, perché i «portatori asintomatici sono ancora troppi». I casi continuano a scendere - ieri ce ne sono stati 16 - ma, ora più che mai, è necessaria prudenza per evitare una ripresa del contagio.
MAPPA DEL CONTAGIO. L'analisi dei dati comune per comune (si veda la tabella pubblicata sopra) consente di scattare una fotografia dell'epidemia in Abruzzo, dalle zone maggiormente colpite a quelle con meno casi. Ciò che emerge è che il territorio in cui la situazione è peggiore è il Pescarese, una delle province più colpite del centro-sud Italia. I soli casi registrati tra Pescara, Montesilvano e Città Sant'Angelo, sommati, rappresentano quasi un terzo del totale abruzzese. Sei i comuni con più di cento casi. In testa alla classifica c'è sempre il capoluogo adriatico, con 489 pazienti affetti da Covid-19. Seguono Montesilvano (221 casi), Chieti (130), Penne (122), Teramo (110) e Città Sant'Angelo (100). Sette i comuni con un dato compreso tra i 50 e i cento casi: Castiglione Messer Raimondo (83), Lanciano (72), Atri (70), Ortona (70), Francavilla al Mare (63), Spoltore (57), Pineto (54). Una quindicina le località in cui si contano decine di casi, ma comunque al di sotto dei cinquanta. Ci sono, tra le altre, L'Aquila (32), Sulmona (49), Avezzano (47), Loreto Aprutino (43), San Giovanni Teatino (30). I dati sono calcolati sulla base della residenza sanitaria, perché considerare la residenza anagrafica o il domicilio, spesso non coincidenti con la prima, comporterebbe un margine di errore più ampio. Sono esclusi dall'elenco i comuni con un solo paziente che, insieme ai casi dalla residenza non indicata, sono 132.
I DATI. Il totale dei pazienti affetti da Covid-19, in Abruzzo, sale a 2.964. Sono 16 i nuovi casi accertati ieri e 18 quelli di venerdì. Dalle ultime analisi eseguite dal laboratorio della Asl di Pescara, centro di riferimento regionale, dall'Istituto zooprofilattico di Teramo e dall'Università di Chieti, è risultato positivo l'1,7% dei 932 tamponi analizzati (venerdì 1,4%). Del totale dei pazienti, 303 sono ricoverati in terapia non intensiva e 16 in terapia intensiva, mentre gli altri 1.560 sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl. Continua ad aumentare rapidamente il numero delle persone guarite, che sono 758: 215 i pazienti che da sintomatici con manifestazioni cliniche associate al Covid-19 sono diventati asintomatici, 543 quelli che hanno risolto i sintomi dell'infezione e sono risultati negativi in due test consecutivi. Il bilancio delle vittime sale a quota 327. Tre i decessi più recenti: una 82enne di Montesilvano, una 94enne di Castiglione Messer Marino e una 93enne di Ortona. Si aggiungono ai quattro ufficializzati venerdì, che riguardano una 83enne di Pescara, una 76enne di Cepagatti, una 89enne di Casalincontrada e un 91enne di Chieti. Dopo due settimane di tregua, si registra un nuovo caso a Castiglione Messer Raimondo, paese più colpito d'Abruzzo in rapporto alla popolazione: si tratta di un uomo asintomatico, sottoposto a tampone perché per lavoro ha continuato ad avere relazioni interpersonali.
LE PROTEZIONI. «I portatori asintomatici sono ancora troppi per andare in giro senza mascherine e per non mantenere il distanziamento sociale», sottolinea il direttore delle Malattie infettive di Pescara, Giustino Parruti, il quale - reduce da settimane di turni estenuanti in ospedale per far fronte a un'emergenza che definisce «uno tsunami» - non nasconde la sua amarezza dopo aver visto le immagini di persone in gruppo e senza mascherine. Secondo le stime, in zone caratterizzate da una circolazione importante del virus, come Pescara, gli asintomatici rappresentano il due o tre per mille della popolazione. «Il frutto del distanziamento sociale è stato eccezionale», osserva, «e il tasso di trasmissione del virus è letteralmente crollato. Ora dobbiamo mantenere un adeguato e completo distanziamento sociale per almeno altri 15 giorni». Vale a dire distanza di almeno un metro, mascherina e guanti. Perché «con queste precauzioni, chiunque fosse ancora portatore asintomatico non può infettare altri, qualunque sia la relazione in cui si è coinvolti, al mercato, a passeggio, tra amici». Tra due settimane, infatti, la possibilità che vi siano ancora portatori asintomatici «si sarà ridotta di almeno cento volte ancora».
«RESPONSABILITÀ». L'infettivologo lancia quindi un vero e proprio appello «alla responsabilità dei cittadini: non c'è obbligo che si possa sostituire al senso civico e al voler bene a se stessi e al prossimo. In questo momento», sottolinea l'esperto, «non c'è altra strada, solo il distanziamento sociale ci può salvare. Se nelle prossime settimane manteniamo il distanziamento e indossiamo le mascherine possiamo ridurre di molto i rischi. Se ricominciamo le relazioni sociali senza protezioni, basterà poco perché i contagi riprendano». Protagonisti della fase 2 saranno i cittadini e il loro senso di responsabilità. «Solo così potremo scongiurare che la terribile catena di sofferenze e impoverimento della nostra popolazione torni a ripetersi con indicibili ed imprevedibili conseguenze», conclude Parruti.
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