ROMA Terze dosi? Per tutti ma «valuteremo dalla prossima settimana». Vaccino ai bambini tra i 5 e gli 11 anni? «Aspettiamo Ema» ma si conta di iniziare già a dicembre. Le pillole anti-Covid? «L'Aifa si è già attivata per acquisire una quantità adeguata del farmaco antivirale orale». Green pass in scadenza? «È uno strumento decisivo per il contrasto alla pandemia e continueremo ad usarlo, confermando l'impianto attuale».
Poco prima del suo inizio al ministero della Salute l'avevano già ribattezzata operazione chiarezza, e a tutti gli effetti la conferenza stampa tenuta ieri dal ministro Roberto Speranza con il coordinatore del Comitato tecnico scientifico (Cts) Franco Locatelli e il Commissario per l'emergenza Francesco Paolo Figliuolo, è risultata essere proprio un tentativo di definire al meglio lo stato attuale della lotta alla pandemia. Senza però lasciarsi prendere dallo sconforto per l'allarme dell'Oms, i contagi che esplodono attorno alla Penisola o l'inevitabile risalita invernale della curva epidemiologica che ci interessa più da vicino.
LA SITUAZIONE Anzi, Speranza ha provato a rassicurare: «All'interno dei casi in Europa i numeri dell'Italia si possono considerare tra i migliori» grazie alle misure messe in campo. Non solo vaccini e Green pass, ma anche le mascherine, per cui «vige l'obbligo al chiuso e all'aperto qualora ci sia rischio di assembramenti». Solo continuando in questo modo avremo infatti a disposizione «uno scudo che ci consentirà di gestire al meglio la stagione più difficile». Specie se, al netto dei rallentamenti delle ultime settimane, i risultati «incoraggianti» della campagna vaccinale continueranno a confermarsi. «Siamo all'86,45% di prime dosi della popolazione vaccinabile e all'83,3% di immunizzati». Un dato significativo che però rende «composito» lo «scenario epidemiologico», perché è evidente che oggi la pandemia riguarda soprattutto i non vaccinati», ha precisato Locatelli, specificando che i rischi di casi gravi per i non vaccinati sono 21 volte superiori.
Intanto però, dopo che la Gran Bretagna ha approvato la pillola anti-Covid della Merck, anche l'Italia ha iniziato a muoversi in questa direzione. E anche se non forzerà i tempi per l'approvazione rispetto a quelli dell'Agenzia europea del farmaco (Ema), «l'Aifa si è già attivata per acquisire una quantità adeguata» del Molnupiravir, «al fine che anche l'Italia possa avere a disposizione anche questa arma». Arma in pillola che, peraltro, non è più neppure la sola. Anche Pfizer infatti ieri ha annunciato di essere quasi pronta a sottoporre a valutazione il suo farmaco Paxlovid, capace di ridurre fino all'89% il rischio di ricovero o morte da Covid per infezioni non gravi.
LE TERZE DOSI Ora il focus però è tutto sulle terze dosi, che in Italia sono ancora disponibili solo per i fragili, per coloro che hanno ricevuto il monodose J&J o, a 180 giorni dalla seconda vaccinazione, per gli over60 e i sanitari. L'apice per iniezioni booster è atteso «tra dicembre e febbraio» quando «al giorno di picco massimo stimiamo di arrivare a 350mila dosi» ha spiegato il generale Figliuolo, anticipando il possibile ampliamento a nuove fasce di popolazione, poi confermato dallo stesso Speranza. «Dalla prossima settimana lavoreremo anche per abbassare la soglia d'età» ha aggiunto poco dopo il ministro. Nel mirino, almeno all'inizio, ci sono gli over50 e gli over40, perché esposti a rischi maggiori rispetto ai più giovani. Ma comunque, garantisce Figliuolo, gli approvvigionamenti per il 2022 ci sono («Nelle regioni sono stoccate 9,4 milioni di dosi di vaccini ad mRna più una riserva strategica» e «siamo in grado di assicurare a tutti i cittadini le dosi») e, nonostante la chiusura di molti hub nella Penisola, la macchina è in grado di reggere. Anche se, con grande probabilità già prima di Natale, dovesse iniziare la campagna vaccinale per i bambini tra i 5 e gli 11 anni. Prima si attenderà l'ok definitivo dell'Agenzia europea del farmaco (Ema), atteso proprio per la seconda quindicina di dicembre. Si tratterà di un apporto determinante, spiega Locatelli, perché «si riduca la circolazione del virus» e per cui sarà necessaria «la persuasione dei pediatri» nel rassicurare i genitori. E chi è preoccupato per le possibili miocarditi nei bimbi? «Ne abbiamo registrate molte più a causa del virus rispetto al vaccino», ha ribadito il direttore dell'Iss.
La somministrazione del vaccino ai bambini, però, precisa Speranza, non porterà all'allargamento anche ai più piccoli del Green pass. Sebbene in scadenza il 31 dicembre come lo Stato d'emergenza (per cui «decideremo a ridosso»), il Qr code sarà confermato dal governo con «lo stesso impianto attuale». E cioè verrà mantenuto l'obbligo di esibirlo per andare al lavoro e in gran parte dei luoghi di socialità della Penisola.