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Data: 10/10/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Sparisce il bonus figli e c’è la tassa sulle bibite. Vertice di maggioranza nel fine settimana per varare l’accordo tra i partiti. Lunedì in Cdm attesi il documento di bilancio, la manovra e il decreto fiscale

«Congedo più lungo alle mamme» Il nuovo ministro della famiglia Elena Bonetti traccia la sua «rivoluzione rosa»


L'assegno unico per i figli non ci sarà. Il governo mette subito uno dei primi paletti alla legge di bilancio. Nel fine settimana, probabilmente sabato, un vertice di maggioranza dovrebbe servire a siglare l'accordo di massima tra i partiti, per portare in Consiglio dei ministri lunedì sera il documento programmatico di bilancio, la manovra e il decreto fiscale. Tanto resta ancora da definire ma il ministro Roberto Gualtieri assicura che è «realistico» stimare di ricavare oltre 7 miliardi di risorse dalla lotta all'evasione. Per fare cassa spuntano una «sugar tax» (la tassa sulle bevande gasate), anche se non è stata ancora discussa politicamente, e una stretta «all'evasione di prodotti petroliferi ». Ma sulle misure, mentre il Pd lancia anche un piano casa da un miliardo, il governo fissa i suoi argini. Le risorse sono ridotte e non si farà cassa «con nessun condono». Gualtieri è a Lussemburgo per Ecofin ed Eurogruppo e incontra Pierre Moscovici: «L'Italia deve restare nei binari del patto ma il clima è più facile per negoziare», dice il commissario europeo, certificando che la trattativa con Bruxelles quest'anno è meno impervia. Il ministro dell'Economia sottolinea che la manovra è «prudente» ma «orientata alla crescita»: saranno del tutto disinnescate le clausole Iva, aggiunge. Da ultima l'ipotesi di un aumento dell'aliquota al 22% per gli alberghi a cinque stelle fa insorgere Federalberghi, prima di essere smentita dal ministro Dario Franceschini. Il tasto è dolente ma il viceministro Antonio Misiani, nell'Aula del Senato, ribadisce che non solo non ci saranno tasse su contante o bancomat, ma l'impegno è anche ridurre le clausole Iva per i prossimi anni. A Palazzo Madama il Senato approva la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza in una seduta senza scossoni: sono 169 i sì, tanti quanti quelli presi dal governo al primo voto di fiducia. Tra i banchi - vota no Matteo Salvini - si nota l'assenza di Matteo Renzi: è impegnato all'estero, ma il banco vuoto viene interpretato da alcuni colleghi di maggioranza come segnale di freddezza verso l'impostazione della legge di bilancio. «Nessun problema», assicura Teresa Bellanova, capo delegazione di Iv. Ma gli accenti più acuti del dibattito ci sono quando Misiani ricorda che Renzi nel 2014-2015 abbassò le tasse sul lavoro proprio alzando le clausole Iva. Risponde da Iv Annamaria Parente che, «senza polemica», chiede al governo di fare «in fretta» l'assegno per i figli, sul quale protesta anche il forum delle famiglie. La misura è attesa: anche Graziano Delrio dal Pd la invoca entro il 2020. Renziani e Dem si contendono la paternità della misura che i primi vorrebbero introdurre attraverso il family act collegato alla manovra, i secondi attraverso la legge delega che a novembre dovrebbe essere votata in commissione alla Camera. In ogni caso, sottolinea Misiani, il tema è «complesso », dunque non sarà in manovra. La citazione dell'assegno unico, comparsa in una bozza della risoluzione di maggioranza al Def, viene sostituita da un impegno a riordinare gli strumenti esistenti, nell'arco del prossimo triennio. In legge di bilancio per la famiglia ci saranno più asili nido, con azzeramento delle rette per i redditi medio bassi. Nei prossimi giorni proseguirà il confronto con i sindacati su come realizzare il taglio del cuneo fiscale: senza risposte la Cgil già si dice pronta a «mobilitarsi ». Ma anche sul tema delle pensioni: «Quota 100 finisce nel 2021 e il governo non vuole rinnovarla, abbiamo in mente un modello diverso», anticipa Misiani, senza dare altri dettagli. Quanto ai sette miliardi stimati dalla lotta all'evasione, spiega che si tratterà di un mix di risorse, dall'incentivazione della moneta elettronica, al contrasto delle compensazioni indebite, fiscali e contributive, all'incrocio delle banche dati. Ma le sorprese potrebbero ancora essere molte: una «sugar tax» sulle bevande zuccherate potrebbe garantire nuove coperture.

«Congedo più lungo alle mamme» Il nuovo ministro della famiglia Elena Bonetti traccia la sua «rivoluzione rosa»

Una rivoluzione rosa, ma con tinte che virano anche al celeste. Quella che sta disegnando la ministra Elena Bonetti è una nuova idea di famiglia, dove il peso dei figli non è solo sulle spalle delle donne (alle quali intende prolungare il congedo di maternità) e dove anche i papà «devono» stare a casa per godersi la paternità. Un'idea che vede, per i bambini da zero a 3 anni, l'asilo nido gratuito e per i genitori un assegno mensile per ciascun figlio a carico. Misure attuabili già nella prossima manovra, preme la maggioranza, e che intanto sono delineate nella nota di aggiornamento al Def. La copertura però, al momento, ci sarebbe solo per i nidi e per il congedo di paternità. «Ministro delle famiglie », come si è definita Elena Bonetti, «perché sono convinta - anche in ragione della mia esperienza di madre ed educatrice - che non esista un modello unico di famiglia», la ministra ha le idee molto chiare: «Intendo lavorare al prolungamento del congedo delle mamme e favorire più efficaci politiche di conciliazione, al fine di alleggerire il carico di cura per le donne non soltanto in riferimento ai bambini, ma anche a tutti i familiari non autosufficienti». Dunque il prolungamento del congedo non riguarderebbe solo i figli, ma anche familiari malati la cui cura e accudimento spesso ricadono sulle donne. Ma sulla maternità l'impegno della ministra è dedicato. Basti pensare, ha comunicato l'Istat, che cresce il numero delle donne che rinviano la gravidanza o che ci rinunciano del tutto. Ad oggi il congedo per la maternità obbligatorio è riconosciuto per 5 mesi, due mesi prima e tre dopo il parto o anche diversamente modulabili. C'è poi il capitolo che riguarda il congedo di paternità che la ministra vorrebbe raddoppiare facendolo passare da 5 ad almeno 10 giorni. E sull'assegno unico, una misura di cui beneficerebbero gli incapienti (che non usufruiscono, ad esempio, delle detrazioni per familiari a carico visto che non pagano tasse) ma anche i lavoratori autonomi, al momento esclusi dagli assegni familiari, in manovra non c'è ancora una copertura totale, si parla di circa 10 miliardi necessari: il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ha lanciato l'altolà sulle ipotesi di declinare in chiave familiare il bonus Irpef di 80 euro voluto dal governo Renzi. Ma la ministra non fa retromarcia e annuncia di aver incontrato già la maggioranza: «La mia volontà è arrivare ad introdurre il miglior beneficio possibile per le famiglie, che dia loro più di quanto hanno attualmente. Questo è l'obiettivo e il punto fermo. La definizione della cifra andrà fatta nel quadro di un calcolo complessivo delle risorse, valutando la modulazione delle misure in maniera integrata». Dunque sarà possibile un ritocco verso il basso, ma l'assegno resta. Ma soprattutto, fa intendere Elena Bonetti, serve un'armonizzazione degli interventi a favore della famiglia.


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