PESCARA A distanza di due mesi dalla chiusura delle indagini, il sostituto procuratore di Pescara, Luca Sciarretta, firma la richiesta di processo per i vertici di "Strada dei Parchi" in relazione all'inchiesta sulla presunta mancata manutenzione dei tratti autostradali della A25 che riguardano la zona del Pescarese. A rischiare il processo sono il presidente del cda Lelio Scopa; il consigliere e amministratore delegato della società, Cesare Ramadori; il direttore generale e procuratore speciale, Gino Lai; i tre responsabili della direzione tecnica che si sono alternati negli anni Marco Rocchi, Mario Bellesia e Gabriele Nati; Marco Pellicciardi, responsabile del settore viabilità, manutenzione e ambiente, il professionista che si occupa delle «attività di progettazione, affidamento ed esecuzione di ogni singolo intervento di manutenzione ordinaria e straordinaria da realizzarsi sulla autostrada A25 Torano-Avezzano-Pratola Peligna-Popoli-Pescara e relative pertinenze e adduzioni, secondo le disposizioni di legge e degli obblighi contrattuali con l'Anas», stando a quanto si legge nel capo di imputazione.Tutti devono rispondere di inadempimento contrattuale «che determini il venir meno delle opere necessarie a un pubblico servizio», e ancora di attentato alla sicurezza dei trasporti. La procura contesta loro di aver determinato nelle strutture e in particolare nei piloni dei viadotti presenti nei tratti autostradali presi in esame, «avanzati stati di degrado manutentivo».Il magistrato elenca punto per punto le presunte mancanze e parla fra le altre cose di «disgregazione del calcestruzzo superficiale che si estende fino a profondità variabile, dell'ossidazione con decomposizione dei materiali delle armate ordinarie» e di altri aspetti squisitamente tecnici, evidenziando che gli imputati, ognuno per quanto di propria competenza, avrebbero fornito al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti «informazioni e dati insufficienti e generici in guisa da non consentire di verificare entità e tipologia degli interventi di manutenzione ordinaria programmati ed eseguiti».E così, a causa di questi presunti inadempimenti «facevano mancare opere necessarie a un pubblico servizio», scrive ancora il pm nell'imputazione, «non assicurando la funzionalità e l'esercizio in sicurezza dell'infrastruttura "A25 Torano-Pescara", contribuendo alla diminuzione delle condizioni di sicurezza dei suddetti viadotti che, fra le altre cose, imponeva l'adozione, da parte di "Strada dei Parchi", su cogente indicazione della direzione generale per la vigilanza sulle concessioni autostradali del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, di misure volte a regolamentare e limitare il transito dei mezzi pesanti».Circa il reato di attentato alla sicurezza dei trasporti, la procura pescarese evidenzia che i sette imputati, sempre nei rispettivi ruoli ricoperti all'interno di "Strada dei Parchi", «mettevano in pericolo la sicurezza dei pubblici trasporti autostradali, mantenendo in pieno esercizio i viadotti denominati "Popoli", "Bussi", "Gole di Popoli" e "Svincolo Bussi", «per un verso, nonostante la mancata realizzazione dei necessari e dovuti interventi di manutenzione ordinaria sia predittivi sia di riparazione, tesi alla salvaguardia, alla conservazione e al ripristino delle "opere d'arte"», per altro verso «senza adottare le necessarie misure volte a regolamentare e limitare il transito dei veicoli». Rilievi tecnici che scaturiscono anche dalla consulenza tecnica disposta dallo stesso pm Sciarretta, ma anche dagli accertamenti eseguiti dai ministeri interessati. Adesso, la parola passa al gup che dovrà decidere se mandare o no gli imputati a processo così come richiesto dalla procura.