ROMA L'autunno e l'inverno degli italiani sarà segnato dalla probabile introduzione dell'obbligo vaccinale, dalla somministrazione della terza dose. E, a dispetto delle bizze di Matteo Salvini e delle proteste dei No pass e No vax, dall'estensione più ampia possibile dell'uso del Green pass.
A indicare la direzione di marcia nella lotta alla pandemia è Mario Draghi che, nel modo più rapido possibile, dà in conferenza stampa il doppio clamoroso annuncio: «Sì a entrambe le domande». E le domande riguardavano, appunto, la somministrazione della terza dose e se il governo valuta di rendere obbligatorio il vaccino anti-Covid una volta che l'Ema e l'Aifa, le agenzie del farmaco europea e italiana, avranno stabilito che i vaccini non sono solo per l'emergenza, ma farmaci tout court.
Una data non c'è. Però il governo, nonostante la Lega corra a dire no all'obbligo vaccinale, mette la pistola sul tavolo: «Introdurremo l'obbligatorietà dei vaccini», dice un'alta fonte dell'esecutivo che segue il dossier, «se i dati lo imporranno. Per ora si comincia con l'estensione del Green pass: al termine della prossima settimana, dopo la cabina di regia chiesta da Salvini, il lasciapassare verde sarà obbligatorio per tutti i dipendenti pubblici e per i lavoratori di quei settori dove è già necessario per clienti e utenti». Vale a dire: navi, aerei e treni a lunga percorrenza, bar e ristoranti al chiuso, cinema e teatri, musei e congressi, palestre e piscine, stadi ed eventi in generale. Solo dopo «si ragionerà anche del Green pass nelle aziende e nelle fabbriche».
LA CONDANNA DEI NO VAX L'occasione del triplo annuncio è la conferenza stampa convocata da Draghi per fare il punto sull'agenda d'autunno, con a fianco i ministri Roberto Speranza (Salute), Mariastella Gelmini (Regioni), Patrizio Bianchi (Scuola), Enrico Giovannini (Trasporti). L'esordio del premier è una dura condanna delle aggressioni a giornalisti e scienziati: «Voglio esprimere solidarietà piena a tutti coloro che sono stati oggetto di violenza da parte dei No vax, una violenza particolarmente odiosa e vigliacca quando fatta nei confronti di chi fa informazione e di chi è in prima linea a combattere la pandemia».
Poi Draghi illustra le misure per la ripartenza in presenza della scuola. Con qualche battuta: «Quest'estate non abbiamo passeggiato». «Insomma, qualcosa andrà sicuramente storto ma ce l'abbiamo messa tutta...». E con la certezza che «è stato fatto tutto il possibile», sia sul fronte dell'organizzazione degli istituti scolastici, sia su quello dei trasporti locali. Poi il premier annuncia l'estensione dell'uso del Green pass, ma dopo la cabina di regia sollecitata da Salvini. Un contentino al leader leghista, ma anche il modo per far digerire al Carroccio l'indigeribile: «La direzione è l'estensione del passaporto verde. Ora si tratta di decidere non il se, ma a chi e quando. Di sicuro la misura ci sarà», scandisce Draghi.
Poi arrivano le domande sull'obbligo vaccinale e la terza dose. E dopo il doppio sì del premier, tocca a Speranza spiegare qualche dettaglio in più. Sulla terza dose di vaccino: «C'è un confronto in queste ore e si partirà dalla fine del mese di settembre dalle persone che hanno avuto una risposta immunitaria fragile. Anche l'Ema ha dato questa indicazione e il nostro Cts ha espresso una opinione». Sull'obbligo vaccinale: «Nel nostro Paese è già disposto da una norma primaria per quanto riguarda il personale sanitario, quindi in realtà è già applicato ad un pezzo della nostra società. È una possibilità che resta potenzialmente a disposizione delle istituzioni, del governo, del Parlamento». Insomma: l'intenzione e la volontà politica del governo ci sono, ma si tratta di stabilire se l'obbligo sarà davvero necessario.
Poco dopo arrivano i sì di Pd, Forza Italia, Leu. Il no di Giuseppe Conte: «Non è necessario ora», fanno filtrare dall'entourage del leader M5S. E anche l'altolà di Salvini: «Più di 38 milioni di italiani hanno già liberamente scelto e completato il ciclo vaccinale», dicono fonti leghiste, «oltre il 70% della popolazione sopra i 12 anni, a cui si aggiungono 5 milioni di cittadini guariti. La Lega era e rimane contro obblighi, multe e discriminazioni, ricordando che in nessun Paese europeo esiste l'obbligo vaccinale per la popolazione. Insistiamo invece, e porteremo la proposta al voto anche in Parlamento, perché lo Stato garantisca tamponi gratuiti, salivari e rapidi, per tutti coloro che ne abbiano necessità».
C'è da dire che anche Draghi e Speranza vedono rosa sul fronte della campagna vaccinale: «Procede spedita, entro settembre sarà immunizzato l'80 per cento della popolazione, già oggi siamo al 70 per cento. Un dato che dà grande conforto sulla ripresa della scuola e dell'attività produttiva, anche perché c'è una forte adesione dei giovani», dice il premier. Il ministro della Salute conferma: «Il segnale più bello di fiducia, di libertà, sta arrivando dai più giovani con un numero molto significativo di vaccinazioni in corso e una percentuale che nei più giovani ha addirittura superato alcune delle generazioni di mezzo. È bello vedere che tra i 20 e i 29 anni c'è una risposta molto alta. E anche tra i 12 e i 18 anni. E questo ci offre un'arma in più per l'apertura delle scuole». Con il Green pass per docenti e personale scolastico.