Data: 04/01/2021
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO |
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Sei Regioni verso la chiusura Ma i virtuosi in fascia bianca. Subito in vigore le nuove valutazioni: per diventare rosse basterà l’Rt a 1,25. L’Rt nazionale arriva a quota 0,99 Ieri 14mila contagi, salgono i ricoveri
ROMA L'Italia sta uscendo dalle vacanze natalizie con un indice Rt, quello che misura la velocità di diffusione dell'epidemia, in risalita a quota 0,99. A meno di un alito da quella quota 1,0 che segna lo spartiacque fra l'espansione e la contrazione del virus. Il calcolo, aggiornato a ieri, è del professor Roberto Battiston, fra i più noti docenti (a Trento) di Fisica Sperimentale italiani. Battiston conferma la risalita dell'indice Rt che già l'Istituto Superiore di Sanità aveva messo in evidenza lo scorso 31 dicembre.
Secondo il docente di Fisica sono cinque le Regioni ancora nel pieno della seconda ondata o che comunque non hanno ancora raggiunto il nuovo picco di contagi: Veneto, Sardegna, Puglia, Marche e Trentino. Avrebbero invece sostanzialmente superato la seconda ondata Liguria (dove però gli ultimi dati sono in lieve controtendenza), Lombardia, Piemonte, Toscana, Umbria e Valle d'Aosta, con una riduzione dei residenti infettati dal picco del 27 novembre che va dal 62% del Piemonte al 68% di Liguria, Lombardia e Umbria. Rispetto al 29 settembre ci sono comunque 2,8 volte più casi in Toscana fino a 7,4 volte più casi in Umbria. Complessivamente Batiston ricorda che in Italia il 29 settembre c'erano 50 mila persone contagiate, lievitate a 805 mila il 27 novembre e scese a 576 mila il 3 gennaio. IL CALO DEI DECESSI I dati di ieri, registrando un discreto livello (quasi 103.000) di tamponi molecolari lavorati nonostante il week end, hanno portato a livelli meno allarmanti il tasso di positività sceso a quota 13,8% dal 17 di ieri. Il livello però resta alto. I nuovi positivi sono stati 14.245. I decessi si sono fermati a quota 347 che hanno determinato il superamento della soglia di 75.000 morti. Da qualche giorno si segnala una riduzione dei decessi ma durante i periodi festivi queste notifiche non sempre vengono comunicate per tempo e dunque bisognerà aspettare i prossimi giorni per capire se finalmente il tasso di letalità del Sars Cov-2 è un po' sceso rispetto al terribile mese di dicembre. In testa ai nuovi contagi sempre Veneto e Emilia-Romagna. Ieri in Veneto sono risultati contagiati 70 cittadini ogni 100.000 abitanti contro i 41 dell'Emilia, i 29 individuati nel Lazio, i 28 della Valle d'Aosta e i 24 delle Marche. Complessivamente, si può ormai dire che l'epidemia si fa sentire un po' di più lungo la dorsale adriatica che parte dalla Puglia, passa dall'Abruzzo e dalle Marche e arriva fino al Trentino, al Veneto e al Friuli. Anche in Slovenia, che pure ha uno sbocco sull'Adriatico, la diffusione del Covid-19 è fortissima. Ieri un dato positivo è arrivato dalla riduzione del numero complessivo dei positivi sceso di 848 unità a quota 576.000. Ma l'impressione che hanno gli addetti ai lavori è che si tratti di un falso segnale probabilmente dovuto al calo del numero dei tamponi registrato in occasione delle feste. Fra il 27 dicembre e il 2 gennaio ne sono stati effettuati 837.326 (media giornaliera 119.618) ma solo 340.266 (media giornaliera 48.609) escludendo quelli di controllo. Probabilmente troppo pochi per intercettare la ripresa della velocità del virus. Lo si capisce dal fatto che negli stessi 7 giorni il calo dei ricoveri ospedalieri è stato solo dell'1,5% (-356 posti occupati) ieri poi i pazienti ricoverati sono saliti di 127 unità. Dinamica analoga nelle terapie intensive: nonostante i moltissimi decessi (479 di media giornaliera tra il 27 dicembre e il 2 gennaio) i posti letto occupati in rianimazione sono tornati a quota 2.583 con un aumento di 20 unità dal 27 dicembre a ieri. Anche questo fronte, il più delicato, registra andamenti molto diversi da regione a Regione. Il Veneto ieri segnalava 365 ricoverati in rianimazione con un aumento di 5 unità rispetto al 27 dicembre, l'Emilia aveva ben 24 posti occupati in più, il Lazio 8, la Sicilia 10 e l'Umbria 12. Ma ci sono Regioni dove le terapie intensive si stanno svuotando come la Lombardia (-19) e la Puglia (-18). Complessivamente comunque i dati ospedalieri confermano che non si riescono a individuare tutti i positivi e così il ritorno alla fascia gialla di molte regioni, avvenuto una quindicina di giorni fa, si vede ora negli ospedali. Basti ricordare il caso del Trentino che segnala solo 1.981 positivi ma ha 44 ricoverati in rianimazione mentre l'Alto Adige con un analogo numero di residenti ha 10.850 positivi ma solo 24 ricoverati in terapia intensiva. |
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