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Data: 17/09/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO

«Scuole, stop ai troppi ritardi». Mattarella sprona l'Abruzzo. Arrivano da tutta l'Italia all'inaugurazione dell'anno scolastico con il Capo dello Stato. Il ministro Fioramonti: «Io qui da volontario dieci anni fa, farò la mia parte»

L'AQUILA Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in ginocchio a lasciare una gerbera bianca sulla stele della Pietra della Memoria, nella rotatoria del Polo scolastico di Colle Sapone, che ricorda le giovani vittime del terremoto del 2009. A passare il fiore due bimbe, che per la prima volta varcheranno quest'anno la soglia della scuola elementare. Dopo il Presidente, in ginocchio anche il ministro del Miur, Lorenzo Fioramonti, e poi via via tutti i ragazzi che hanno accolto il Capo dello Stato nella sua breve visita alla stele.IMMAGINE SIMBOLO. Ed è questa, forse, l'immagine simbolo del pomeriggio che Mattarella ha trascorso all'Aquila, nel cortile della scuola elementare Mariele Ventre, a Pettino - trasformato in un set televisivo - per l'inaugurazione del nuovo anno scolastico, per il quale il direttore di Raiuno, Teresa De Santis, ha scelto il capoluogo d'Abruzzo, nel decennale del sisma del 2009, per la diretta tv "Tutti a Scuola", l'evento giunto alla 19ª edizione. L'Aquila ha raccolto il testimone dall'Isola d'Elba. E sono arrivati da tutta Italia: da Palermo, Taormina, Trento. Oltre mille bambini e ragazzi in rappresentanza di 350 istituti, da ieri alle 16.30 fino alle 18.40 - sotto un sole estivo e implacabile - hanno fatto da cornice e animato anche sul palco la diretta di Raiuno, presentata magistralmente da Flavio Insinna e Francesca Fialdini.La serata è stata conclusa dal presidente Mattarella, visibilmente commosso, al punto che dopo il suo discorso, durato 11 minuti e in gran parte a braccio e spesso interrotto dagli applausi, è sceso subito e si è rimesso a sedere, non accorgendosi che Flavio Insinna forse voleva trattenerlo un momento per il saluto dei bambini. Con i quali, però, il Capo dello Stato si è incontrato dopo posando anche per una foto ricordo.

I NATI DOPO. Toccante la testimonianza dei bambini nati dopo il terremoto: «Siamo i "nati dopo", quelli del 2011». «Siamo quelli che non c'erano ancora». «Siamo quelli che vedranno il domani di questo tempo buio». «Siamo già domani».Una testimonianza che ha scosso probabilmente anche Mattarella, visto che in alcuni momenti del suo discorso la commozione è stata visibile, soprattutto quando ha parlato dell'Aquila e del futuro, rappresentato dai giovani, dalla scuola.
LA VENTRE UN ESEMPIO. Il Presidente è arrivato alla Mariele Ventre alle 16.50 e, nonostante i suoi 78 anni, dopo un'ora e mezza sotto il sole cocente, alle 18.21 è salito sul palco per il suo discorso, durato undici minuti e nel quale, oltre a salutare cordialmente e a ringraziare «i ragazzi, gli insegnanti, i presidi e il personale delle scuole, i presentatori Insinna e Fialdini, la Rai», ha sottolineato il forte significato simbolico della «scuola Ventre, che non ha mai smesso di funzionare, neppure nei giorni più drammatici».
TROPPA PROVVISORIETÀ. Il Capo dello Stato ha sottolineato anche «la provvisorietà, durata troppo» nella quale vivono gli studenti. «Le pubbliche istituzioni sono chiamate a sostenere la scuola», richiamando l'attenzione sulla «massima cura» che «le istituzioni devono avere sugli standard di sicurezza degli edifici, per gli insegnanti, gli studenti, le famiglie».
SCUOLA CAPITALE SOCIALE. Nel suo discorso, il presidente Mattarella ha messo in luce l'importanza fondamentale della scuola: «Deve crescere il numero degli studenti con un titolo superiore, professionale, dei laureati. Questo accresce il capitale sociale del Paese. La mancanza di impegno a scuola è l'anticamera dell'emarginazione, della povertà, a volte dell'illegalità», ricordando in ultimo l'importanza del «dialogo scuola-famiglia». Ha ricordato, infine, «il ragazzino di 14 anni del Mali, affogato nel Mediterraneo e al quale hanno ritrovata cucita addosso la pagella della scuola, come una carta d'identità». Dopo la diretta tv, si sono formate due ali di folla ad accompagnare Mattarella fino all'uscita. E il Presidente non si è tirato indietro a stringere mani, accarezzare bambini. E, alla fine, un saluto e una promessa: a prestissimo, Presidente!
 
Il ministro Fioramonti: «Io qui da volontario dieci anni fa, farò la mia parte»
«Nel 2009 ero un giovane ricercatore a Bologna, siamo venuti all'Aquila subito dopo il sisma per dare una mano. Ma la Protezione civile ci bloccò, dicendo che avevano bisogno di persone specializzate. Non mi scoraggiai: tornai di nuovo portando con me tante persone dall'Emilia Romagna e tutto ciò che poteva servire per aiutare i terremotati». Il ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti ha ricordato così la sua storia di volontario post-sisma, una storia che in pochi conoscono, sollecitato dalle domande di Flavio Insinna dal palco di "Tutti a scuola". Dieci anni fa quello che non poteva sapere, era che sarebbe tornato all'Aquila da ministro, per inaugurare un anno scolastico significativo: quello del decennale del sisma, che ha prodotto migliaia di sfollati, morti e distruzione. Dal palco il ministro - che realizzò anche un documentario sulle popolazioni colpite dal terremoto - ha voluto anche sottolineare il senso della presenza del governo: «Un tributo alla tenacia di questa comunità, che proprio dalla scuola ha deciso di ripartire. Nonostante gli sforzi, moltissimo resta ancora da fare per sanare le ferite». E la promessa: «Farò la mia parte per porre fine a ulteriori e inaccettabili ritardi». Promessa di vicinanza alle popolazioni soprattutto dell'entroterra montano è arrivata anche dal sottosegretario all'Istruzione, Giuseppe De Cristofaro, che proprio ieri mattina ha giurato nel suo nuovo ruolo. «Un impegno a mettere in campo tutte le attività concrete per dare uno sviluppo a questo territorio», ha detto, «una regione che in questi anni ha sofferto moltissimo , ma questa giornata è da vivere come un auspicio». Poi, in riferimento alle aree interne in lotta continua contro lo spopolamento, dove persino le scuole fanno difficoltà a restare aperte (un esempio è la scuola di Lucoli, che non riaprirà), De Cristofaro ha aggiunto: «Tornerò per verificare la situazione e affrontare il problema del depauperamento scolastico delle zone montane».

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