L'AQUILA «Le pubbliche istituzioni sono chiamate a sostenere i programmi di ricostruzione, offrendo all'Aquila le opportunità che la sua storia e la sua gente meritano. E, in ugual modo, devono rispettare gli impegni verso le altre comunità colpite dal sisma in anni più recenti». Il richiamo del capo del Stato, Sergio Mattarella, è fermo e insolitamente duro. E' arrivato dall'Aquila che attende da dieci anni la ricostruzione delle sue scuole, dal modulo provvisorio della primaria Mariele Ventre, diretta da Gabriella Liberatore, divenuto teatro della 19esima edizione di Tutti a scuola, l'evento nazionale di apertura dell'anno scolastico. Un istituto simbolo, che «non ha mai smesso di funzionare, neppure nei giorni più drammatici e oggi rappresenta il desiderio e l'impegno di uscire dalla provvisorietà durata troppo a lungo e di completare la ricostruzione che riguarda le relazioni tra persone, il senso di comunità», come ha evidenziato il presidente, accolto da mille studenti provenienti da tutta Italia. Non a caso uno dei pochissimi cantieri aperti: qui, nei pressi, a breve, sorgerà la prima scuola ristrutturata, all'avanguardia, ecosostenibile, dotata di tutto il necessario.
IL FIORE Una giornata carica di significato, che Mattarella ha aperto, poco dopo le 15, inginocchiandosi dinanzi alla Pietra della memoria, la stele che ricorda gli studenti e gli insegnanti morti il 6 aprile 2009, deponendo un fiore bianco. «Anche per loro ha detto Mattarella avvertiamo la responsabilità di assicurare una scuola ad alto livello formativo. Agli insegnanti, agli studenti, alle famiglie va garantita ovunque la massima cura per la sicurezza degli edifici». Poi, a livello più generale, il presidente ha elogiato la scuola italiana («Ha grandi meriti e qualità, ma non sempre viene riconosciuto ai docenti»), ha invocato una tutela crescente per l'inserimento dei disabili e «maggiore dialogo» con le famiglie per scongiurare gli effetti negativi «di una società aggressiva, attraversata dal risentimento, che rischia di accentuare le fratture tra insegnanti e genitori», fino ad arrivare a chi arriva a «screditare e insolentire» i prof.
L'INCONTRO E un primo effetto concreto del monito c'è già. Prima della diretta tv di Tutti a scuola, negli uffici della presidenza della Mariele Ventre, Mattarella ha incontrato Silvia Frezza del comitato Oltre il Musp, Massimo Prosperococco e Silvia Colacicchi di Scuole sicure, Valeria Baccante di Mamme per L'Aquila e Tommaso Cotellessa in rappresentanza degli studenti del Cotugno. A loro ha palesato vicinanza e volontà di seguire direttamente l'evoluzione della ricostruzione. Con Mattarella c'era anche il ministro Miur Lorenzo Fioramonti, che ha annunciato l'avvio di un tavolo tecnico a Roma il 1 ottobre, alla presenza di tutte le componenti. «Il presidente ci ha anche fatto i complimenti ha detto Cotellessa per come abbiamo tenuto in questi dieci anni. Abbiamo chiesto che si faccia garante delle nostre istanze. Ci sentiamo rinfrancati: molte volte ci siamo sentiti traditi e abbandonati, la visita di Mattarella è un segno di speranza. Forse si può davvero partire con la ricostruzione delle scuole». «Per noi ha detto Prosperococco - è stato il riconoscimento dell'impegno civico. Speriamo che la presenza ridia speranza alle giovani generazioni. Siamo molto fiduciosi che ci sia una svolta positiva».
PARTERRE Tanti gli ospiti d'eccezione dell'evento, condotto da Insinna e da Francesca Fialdini. C'erano il neo ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano, il vice ministro Anna Ascani, le istituzioni locali, il cardinale Petrocchi, Gianni Letta, autorità militari. E ancora: l'attrice Veronica Pivetti, i cantautori Ron ed Enrico Nigiotti, la cantautrice Noemi, il gruppo The Jackal. Tra i testimonial la calciatrice dell'Italia femminile Sara Gama, la nuotatrice Simona Quadarella, gli atleti paralimpici Lorenzo Marcantognini e Margherita Paciolla. Con loro il presidente del Coni, Giovanni Malagò, e quello del comitato paralimpico, Luca Pancalli.
Il ministro Fioramonti «Basta con le parole»
L'AQUILA Lorenzo Fioramonti, oggi neo Ministro di Istruzione, Università e Ricerca del governo Conte-bis, è stato uno dei tantissimi volontari accorsi all'Aquila dopo il sisma del 2009. Lo ha rivelato ieri, quando è salito sul palco allestito alla Mariele Ventre, insieme al presentatore Flavio Insinna, per il suo intervento istituzionale: «Ero un giovane ricercatore a Bologna, decidemmo subito di venire all'Aquila per dare una mano. In realtà ci fermarono perché la Protezione civile ci disse che c'era bisogno di persone qualificate. Poi siamo rimasti, abbiamo portato molte cose dall'Emilia Romagna. Sono tornato, a distanza di qualche mese, per fare un documentario sui giovani che rientravano, da ogni parte del mondo, a vivere in queste zone, proprio per quello che era accaduto con il terremoto». Sarà anche per questo che il Ministro non si è avventurato in chissà quali promesse. Anzi. «La nostra presenza ha detto è una testimonianza di vicinanza e responsabilità. Dopo dieci anni, diciamocelo chiaramente, le parole non contano più. E' inaccettabile che dopo dieci anni non si sia ripartiti, soprattutto per quanto riguarda il contesto scolastico. Ho chiesto una totale inversione di tendenza, un cambio di passo».
COLPEVOLI Fioramonti non ha comunque individuato colpevoli: «La difficoltà della ricostruzione prevede molti livelli di governance coinvolti, quindi non è responsabilità di qualcuno in particolare. Resta il fatto che una persona seria dopo dieci anni non può fare altro che evitare troppe parole, ascoltare e prendersi la responsabilità di cambiare le cose. La nostra presenza qui non è simbolica, è di contenuto. In punta di piedi però, a dieci anni da un terremoto devastante, quando ancora purtroppo la capacità di ricostruzione, soprattutto dei plessi scolastici, lascia ancora a desiderare».
IL SISTEMA Il ministro ha elogiato il sistema L'Aquila, «studenti, docenti e cittadini che si sono spesi per far ripartire la città e riportare le persone in questo contesto» e poi ha tracciato la rotta: «I fondi sono stati stanziati, farò in modo che fin da subito ci sia un legame molto diretto con chi si occupa della ricostruzione. Questa è una competenza che spetta a un commissario (in realtà, per il Cratere 2009, no, ndr), esiste una struttura specifica, i ministeri sono di supporto, dobbiamo lavorare in maniera coordinata. Spero che questa sia l'ultima volta in cui un Ministro dell'Istruzione e il presidente della Repubblica dovranno inaugurare l'anno scolastico in un modulo provvisorio. Nonostante gli sforzi, moltissimo resta ancora da fare per sanare le ferite inferte a questo territorio; farò la mia parte per porre fine a ulteriori e inaccettabili ritardi». Fioramonti ha poi fatto un richiamo chiarissimo all'uguaglianza: «Non uno di meno e ciò vale per gli studenti di origine straniera, membri vitali delle nostre comunità scolastiche». E ha anche assicurato pronta soluzione ai problemi nodali del comparto, impegnandosi a riportare i livelli di spesa ai livelli del 2008. Il Ministro, infine, si è detto molto colpito dalla bellezza di palazzo Pica Alfieri, dove è stato accolto per il pranzo dal marchese Fabrizio in quello che è diventato, ormai, uno dei nuovi luoghi simbolo della città.