PESCARA Un altro anno scolastico che si avvia all'apertura nella più assoluta incertezza. Con tante cose ancora da chiarire, sia sotto l'aspetto della didattica: crollo delle iscrizioni e numeri da definire riguardo il corpo docente. Sia sotto quello della sicurezza nella seconda stagione segnata dalla pandemia. Il ritorno nelle classi in presenza sarà una delle tante variabili da fronteggiare. Soprattutto per quel che riguarda le modalità del trasporto pubblico locale. Qualche indicazione di carattere generale c'è già per le regioni. I bus viaggeranno all'80% della capienza. Ma a parte questo, il resto dovrà essere deciso sul territorio. E qui è ancora buio fitto a due settimane dall'apertura dell'anno scolastico che in Abruzzo è fissata ufficialmente per il 13 settembre, mentre alcuni istituti tecnici hanno già deciso di aprire i battenti tra il 6 e l'8 per ragioni organizzative legate alla didattica.
TAVOLICome confermato dal presidente di Tua, Gianfranco Giuliante, sono ore frenetiche con il susseguirsi di tavoli per venire a capo delle questioni più urgenti, come quella del trasporto dei pendolari: «Il problema vero dice Giuliante è che noi dobbiamo interloquire con i prefetti. Il tavolo di compensazione per tutti gli attori in campo è quello. Diciamo che entro mercoledì pomeriggio, o al massimo giovedì mattina, tutto dovrebbe essere messo in chiaro». Ma anche qui le nubi che aleggiano sul nuovo anno scolastico non sono poche. Giuliante ne segnala alcune: «Sappiamo che i nostri bus potranno viaggiare all'80% della capienza. Ma aspettiamo dalle scuole indicazioni precise. Per esempio, non sappiamo ancora se con la riduzione della Dad (didattica a distanza) si tornerà ai doppi ingressi, come è avvenuto nella passata stagione. Non è proprio un dettaglio per consentirci di organizzare adeguatamente il servizio. Che lo scorso anno ricorda ancora il presidente di Tua era tarato su questo. In caso affermativo non avremmo alcuna difficoltà ad assicurare le corse dei pendolari con i bus all'80% della capienza. So, però, che alcune scuole stanno ponendo dei problemi».
L'altra questione calda è quella del ricorso ai mezzi privati per affiancare quelli del trasporto pubblico locale durante l'anno scolastico. «Per quel che ci riguarda spiega ancora Giuliante è un aspetto sul quale noi ci siamo già mossi: c'è un bando e ci sono i vincitori. Il problema è che per affidare il servizio ai privati occorrono particolari requisiti di legge. Insomma, è tutto da perfezionare nei prossimi incontri con i prefetti». Come l'altra questione dei controllori anti-Covid sui bus, su cui Giuliante esprime un giudizio più drastico e meno possibilista rispetto alle indicazioni fornite dal ministro. «I conti spiega - sono presto fatti: noi abbiamo 800 bus, sui quali dovrebbero viaggiare 800 controllori che non abbiamo. Per assumerli, a meno che il costo non venga compensato dallo Stato, avremmo bisogno di 40milioni di euro che manderebbero in default i conti dell'azienda. Diciamo pure che alcune indicazioni arrivate a livello nazionale sono impraticabili. Anche sotto l'aspetto organizzativo. Basti pensare osserva ancora Giuliante - a quello che accadrebbe in una città come Pescara, dove c'è una fermata ogni 500 metri. Il controllo dei passeggeri, su chi indossa la mascherina, o è in possesso del certificato vaccinale, significherebbe far saltare il trasporto, mandare in tilt tutte le corse».
LA PARTITA E se la grande partita del trasporto degli studenti è ancora aperta, sul fronte della sicurezza sanitaria si segnala una percentuale abbastanza alta del personale scolastico vaccinato (circa il 93% secondo stime dei sindacati) che almeno sotto questo aspetto dovrebbe far dormire sonni tranquilli. Anche in considerazione del fatto che un'altra residua percentuale di insegnanti ha preferito mettersi in congedo o è stata esonerata dal servizio per ragioni di salute. Resta il problema della fascia di ragazzi tra i 12 e i 18 anni, quelli che fra pochi giorni vedremo viaggiare stipati sui treni e i bus per recarsi a scuola. Ormai è una corsa contro il tempo per assicurare il vaccino anche a questa fascia di età e scongiurare che il virus torni a circolare nel chiuso delle aule e dei mezzi di trasporto. Passata la stagione della movida e della musica in spiaggia, l'attenzione si sposta così dai locali dell'aperitivo ai banchi scuola. Dove tornerà anche la mascherina.PESCARA Un altro anno scolastico che si avvia all'apertura nella più assoluta incertezza. Con tante cose ancora da chiarire, sia sotto l'aspetto della didattica: crollo delle iscrizioni e numeri da definire riguardo il corpo docente. Sia sotto quello della sicurezza nella seconda stagione segnata dalla pandemia. Il ritorno nelle classi in presenza sarà una delle tante variabili da fronteggiare. Soprattutto per quel che riguarda le modalità del trasporto pubblico locale. Qualche indicazione di carattere generale c'è già per le regioni. I bus viaggeranno all'80% della capienza. Ma a parte questo, il resto dovrà essere deciso sul territorio. E qui è ancora buio fitto a due settimane dall'apertura dell'anno scolastico che in Abruzzo è fissata ufficialmente per il 13 settembre, mentre alcuni istituti tecnici hanno già deciso di aprire i battenti tra il 6 e l'8 per ragioni organizzative legate alla didattica.
TAVOLI Come confermato dal presidente di Tua, Gianfranco Giuliante, sono ore frenetiche con il susseguirsi di tavoli per venire a capo delle questioni più urgenti, come quella del trasporto dei pendolari: «Il problema vero dice Giuliante è che noi dobbiamo interloquire con i prefetti. Il tavolo di compensazione per tutti gli attori in campo è quello. Diciamo che entro mercoledì pomeriggio, o al massimo giovedì mattina, tutto dovrebbe essere messo in chiaro». Ma anche qui le nubi che aleggiano sul nuovo anno scolastico non sono poche. Giuliante ne segnala alcune: «Sappiamo che i nostri bus potranno viaggiare all'80% della capienza. Ma aspettiamo dalle scuole indicazioni precise. Per esempio, non sappiamo ancora se con la riduzione della Dad (didattica a distanza) si tornerà ai doppi ingressi, come è avvenuto nella passata stagione. Non è proprio un dettaglio per consentirci di organizzare adeguatamente il servizio. Che lo scorso anno ricorda ancora il presidente di Tua era tarato su questo. In caso affermativo non avremmo alcuna difficoltà ad assicurare le corse dei pendolari con i bus all'80% della capienza. So, però, che alcune scuole stanno ponendo dei problemi».
L'altra questione calda è quella del ricorso ai mezzi privati per affiancare quelli del trasporto pubblico locale durante l'anno scolastico. «Per quel che ci riguarda spiega ancora Giuliante è un aspetto sul quale noi ci siamo già mossi: c'è un bando e ci sono i vincitori. Il problema è che per affidare il servizio ai privati occorrono particolari requisiti di legge. Insomma, è tutto da perfezionare nei prossimi incontri con i prefetti». Come l'altra questione dei controllori anti-Covid sui bus, su cui Giuliante esprime un giudizio più drastico e meno possibilista rispetto alle indicazioni fornite dal ministro. «I conti spiega - sono presto fatti: noi abbiamo 800 bus, sui quali dovrebbero viaggiare 800 controllori che non abbiamo. Per assumerli, a meno che il costo non venga compensato dallo Stato, avremmo bisogno di 40milioni di euro che manderebbero in default i conti dell'azienda. Diciamo pure che alcune indicazioni arrivate a livello nazionale sono impraticabili. Anche sotto l'aspetto organizzativo. Basti pensare osserva ancora Giuliante - a quello che accadrebbe in una città come Pescara, dove c'è una fermata ogni 500 metri. Il controllo dei passeggeri, su chi indossa la mascherina, o è in possesso del certificato vaccinale, significherebbe far saltare il trasporto, mandare in tilt tutte le corse».
LA PARTITA E se la grande partita del trasporto degli studenti è ancora aperta, sul fronte della sicurezza sanitaria si segnala una percentuale abbastanza alta del personale scolastico vaccinato (circa il 93% secondo stime dei sindacati) che almeno sotto questo aspetto dovrebbe far dormire sonni tranquilli. Anche in considerazione del fatto che un'altra residua percentuale di insegnanti ha preferito mettersi in congedo o è stata esonerata dal servizio per ragioni di salute. Resta il problema della fascia di ragazzi tra i 12 e i 18 anni, quelli che fra pochi giorni vedremo viaggiare stipati sui treni e i bus per recarsi a scuola. Ormai è una corsa contro il tempo per assicurare il vaccino anche a questa fascia di età e scongiurare che il virus torni a circolare nel chiuso delle aule e dei mezzi di trasporto. Passata la stagione della movida e della musica in spiaggia, l'attenzione si sposta così dai locali dell'aperitivo ai banchi scuola. Dove tornerà anche la mascherina.