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Data: 10/09/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Sciopero dei tassisti all'aeroporto «Ci portano via i clienti pescaresi». Ieri braccia incrociate per dire "no" al decreto Marsilio che apre l'aeroporto ai colleghi di Chieti. Il sindaco Masci: «Pronti a presentare ricorso al Tar. Faremo di tutto per tut

PESCARA Ventiquattr'ore di sciopero per dire no al decreto firmato dal presidente della Regione Marco Marsilio e rivendicare le proprie ragioni. Con l'appoggio del sindaco e del Comune. I tassisti non ci stanno a cedere due dei loro stalli ai colleghi chietini dentro l'aeroporto d'Abruzzo, e durante la giornata di ieri hanno incrociato le braccia nello scalo cittadino, creando non pochi disagi all'utenza, specie quella in arrivo, che nel corso di tutta la giornata è stata obbligata a spostarsi con gli autobus. Gli stessi tassisti hanno simbolicamente accompagnato i passeggeri in arrivo ai bus, spiegando i motivi della protesta.Una protesta iniziata la mattina presto, in concomitanza con i primi voli. Il motivo del contendere, come spiegato dal rappresentante di categoria Salvatore Lovaglio, esce fuori dai confini dello scalo pescarese: «Siamo davanti ad un cavallo di Troia», attacca davanti ai cronisti. «Il problema non è il lavoro in aeroporto, ma quello fuori. Con questa mossa il presidente Marsilio, che non si è mai visto, sta legittimando i tassisti chietini a entrare nel territorio pescarese. Questo perché, dopo che loro prendono il cliente nello scalo e lo portano a destinazione, lasciano i loro recapiti a privati e alberghi, che successivamente li richiamano. Così, ad esempio, quando un cliente da Pescara centro ha bisogno di un taxi, è possibile che chiami radio taxi di Chieti e non Pescara. E di fatto, un tassista chietino, che paga la licenza a Chieti, riesce a lavorare a Pescara».Poi prosegue: «Noi tassisti pescaresi siamo 40, tutti riconoscibili dal nostro logo e dal nostro numero, presenti sulla vettura. Quelli di Chieti hanno una macchina bianca e poco altro. Alcuni di loro si appostano nel parcheggio di Auchan, aspettano che noi siamo impegnati, entrano, caricano il cliente e vanno via». Poi però ci tiene a fare un distinguo: «Ad onor del vero non tutti sono così. Ci sono alcuni colleghi teatini che non vanno oltre il loro confine, come giusto che sia. Su 12 che ne sono, a venire in aeroporto sono meno della metà. Purtroppo però danno fastidio, perché il lavoro con i voli è poco, specie in inverno, ma soprattutto perché, come detto, per loro l'ingresso in aeroporto rappresenta la chiave d'accesso per poter lavorare a Pescara». Accanto a lui il sindaco Carlo Masci, l'assessore Nicoletta Di Nisio e il capogruppo Udc Massimiliano Pignoli. «Siamo vicini ai nostri tassisti e faremo di tutto per tutelarli», ha detto il primo cittadino. «Innanzitutto abbiamo dato mandato ai nostri legali per valutare se il decreto del presidente Marsilio sia impugnabile. Se ci saranno i presupposti, partirà immediatamente il ricorso al Tar». Quindi prosegue: «In secondo luogo stiamo studiando delle contromisure per evitare il fenomeno cavallo di Troia. Una di queste potrebbe essere legata all'utilizzo delle telecamere, che verranno installate in tutta la città, per identificare i tassisti chietini che entrano abusivamente in un territorio che non è di loro competenza. A Pescara è giusto che lavorino i pescaresi, così come a Chieti lavorano i chietini. Quindi, una volta individuati, questi soggetti verranno puniti con sanzioni esemplari».E Pignoli rincara la dose: «Non ho nessun problema a dire che sono campanilista. Resto accanto ai tassisti pescaresi in questa battaglia per il lavoro. Combatteremo affinché la giunta regionale faccia un passo indietro».


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