Data: 27/02/2023
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO |
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Schlein batte Bonaccini E il Pd svolta a sinistra `Nel voto dei gazebo la deputata supera il governatore dell'Emilia-Romagna
ROMA La vittoria arriva dopo un lungo testa a testa, quando prima di mezzanotte Stefano Bonaccini concede la resa. Elly Schlein è la nuova segretaria del Pd. Non era mai accaduto, nella storia delle primarie dem, che il risultato dei gazebo rovesciasse il verdetto degli iscritti. Stavolta però è andata proprio così. All'80% dello spoglio secondo i dati ufficiali comunicati dal Nazareno la deputata vince col 53,8%, contro il 46,2% del governatore emiliano. È uno dei risultati più bassi dei quindici anni di primarie dem, nonostante i candidati fossero solo due. Mai la base degli elettori del Pd era stata così spaccata, insomma. «Ce l'abbiamo fatta, abbiamo fatto una piccola grande rivoluzione», esulta lei a mezzanotte. «Il mio è un mandato chiaro per cambiare». Poi il ringraziamento allo sfidante sconfitto: «Grazie Stefano per il confronto alto e rispettoso che abbiamo avuto, da domani lavoreremo insieme per l'unità». Schlein, 37 anni, prima donna alla guida del Nazareno, è in vantaggio fin da subito, quando i seggi chiudono e comincia lo spoglio. I dati che dalle 8 di sera in poi cominciano ad affluire dai circoli dem ribaltano i pronostici della vigilia: la deputata è avanti in 14 regioni su 20. Per i supporter di Bonaccini, è una doccia fredda. Lui intorno alle 11 e mezzo concede l'onore delle armi: «Adesso Elly ha una grande responsabilità e tocca a lei indicare la strada, e farlo insieme a tutti coloro che saranno disponibili», dice il governatore.
LE FRASI - Lei compare intorno alla mezzanotte per il suo primo discorso da segretaria. Discorso che fa capire che piega prende il Pd: quello della svolta a sinistra. L'inizio è battagliero: «Saremo un bel problema per la Meloni». Dal premier arrivano le congratulazioni ma anche un messaggio: «Spero che l'elezione di una giovane donna alla guida di via del Nazareno possa aiutare la sinistra a guardare avanti e non indietro». Messaggi anche da Salvini, da Fico e da altri leader politici.
Schlein ringrazia tutti, da Bonaccini a Letta, da De Micheli a Cuperlo («ora uniti per tornare a vincere»), poi però sembra togliersi dei sassolini dalle scarpe: «Anche stavolta non ci hanno visto arrivare». Ringrazia gli anziani («una signora centenaria mi ha detto che era tutta la vita che aspettava di votare una come me»), ma anche i giovani: «Il partito è vivo, il mandato è per il cambiamento. Un mandato chiaro: lotta alla povertà, al cambiamento climatico».
Poi avanti con il mantra della sinistra-sinistra: «La battaglia per l'ambientalismo, daremo un contributo a organizzare le opposizioni a difesa dei poveri, contro un governo che li colpisce, saremo a difesa della scuola pubblica nel momento in cui il governo tace davanti a una aggressione squadrista. Staremo a fare e barricate contro ogni taglio alla sanità». Parla di un «popolo che si è riunito: la nostra responsabilità è non tradire la fiducia». Dice Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, suo sostenitore: «Gli elettori vogliono una linea più a sinistra».
LE SORPRESE - Il risultato è la prima sorpresa del voto dem. La seconda è l'affluenza. Che tiene, nonostante la pioggia e le sconfitte elettorali. E che contribuisce a rallentare lo scrutinio. Alla fine, i simpatizzanti dem sono più di un milione. Erano stati 600mila in più tre anni fa, quando a vincere fu Nicola Zingaretti. E stavolta si temeva che l'asticella si fermasse alla metà. Invece così non è: di fronte ai circoli romani si avvistano perfino delle code (dovute anche alla lungaggine delle operazioni di voto). «Una grande festa di democrazia e partecipazione», dichiara raggiante l'ormai ex segretario Enrico Letta, fuori dal suo seggio di Testaccio. Poi, a mezzanotte, fa gli auguri a Schlein: «Riuscirà laddove io non ce l'ho fatta».
A spoglio ancora in corso, a Roma e provincia Schlein è avanti, così come a Milano, Firenze e Palermo. «Vinciamo a Bologna e Napoli», «anche in Liguria», esultano i suoi. Schlein va forte nelle città, meno nelle province. Al Sud, Puglia in testa, prevale il governatore emiliano. Al punto che qualcuno al Nazareno prefigura uno scenario da Italia spaccata: Sud con Bonaccini, Nord con Schlein. «Alla fine a decidere saranno Emilia Romagna e Toscana», entrambe saldamente in mano a Bonaccini nel voto dei circoli. Entrambe, però, ieri sono virate su Schlein. Bonaccini riconosce la sconfitta: «Ora tocca a lei». A Casalecchio, quartier generale di Bonaccini, sfilano i big che lo hanno sostenuto (a cominciare dal sindaco di Firenze Dario Nardella). Mentre a Roma, in via Prenestina, comincia la festa . «Il cambiamento siete voi», dice Elly ai suoi. Oggi, al risveglio, c'è un partito da rifondare.
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