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Data: 01/11/2022
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

San Giuliano, 20 anni dopo Il ricordo dei piccoli angeli Cerimonia nel paese del Molise per la tragedia del crollo della scuola Jovine. Persi oltre 150 residenti e piscina chiusa. La vicenda giudiziaria: 5 condanne per omicidio colposo e disastro

 


La generazione che non c'è più ingranava la marcia alta verso un domani di sogni e di spensieratezza. Le aspettative da boccioli di rosa sono impresse nel piglio di Raffaele, 6 anni, che mostra l'età esibendo le dita delle mani come se avesse segnato sei gol in una sola partita di Champions; nella dolcezza di Maria, 7 anni, inseparabile dal suo cane; nel vigore di Luigi, 8 anni, accentuato dalla sua collana di conchiglie; nella tenerezza di Melisa che era tutt'uno con i suoi gatti. Sono tutti con il sorriso sulle tombe, quelli della generazione che non c'è più di San Giuliano di Puglia (Campobasso). E si riprendono la scena e ballano e cantano e si divertono in cielo, appena il campanone dei Comuni dei Molise suona a distesa e riecheggia in queste valli piene di ulivi, meli selvatici e ciliegi. Prima però, alle 11,32, i 28 rintocchi secchi del sacro bronzo del cimitero, richiamano l'uomo "grande" alla sua miseria e alla sua responsabilità se oggi i 27 Angeli di San Giuliano, insieme alla loro maestra, Carmela Ciniglio, non ci sono più.
SISMA E SCUOLA DELL'OBBLIGO Venti anni fa una scossa di terremoto di magnitudo 5.4 della scala Richter fece crollare la loro scuola, la Francesco Jovine - quella dell'obbligo! - nella quale erano a lezione. Ma, come accertarono i processi fino alla sentenza definitiva di condanna, il sisma fu una "concausa" perché 55 giorni prima era stato inaugurato un piano aggiunto all'edificio. E le indagini accertarono che l'opera era stata realizzata senza rispettare le norme di sicurezza. Nel crollo rimasero intrappolati 8 insegnanti, 2 bidelli e, in tutto, 58 alunni. Molti dei sopravvissuti riportarono gravi ferite. Il 28 gennaio 2009 la Cassazione confermò definitivamente le condanne decise in appello per il sindaco - che nel crollo perse la figlia - il capo ufficio tecnico comunale, il progettista e i due costruttori.
TRA IERI E OGGI Se in un paese di mille anime muoiono 27 alunni, sparisce una generazione, va via un oggi e cancella un domani. «Ci eravamo illusi col tempo che il dolore si sarebbe alleggerito e invece è più forte. E poi», dice Antonio Morelli, presidente del Comitato vittime, «c'è la delusione per le istituzioni che hanno promesso ma non hanno fatto. Qualcuno durante il funerale dei nostri figli disse: "Mai più un'altra San Giuliano. Metteremo in sicurezza le strutture scolastiche". Gli ultimi eventi, dal crollo dell'aula magna dell'Università a Cagliari alla scuola di Palermo, ci dicono che questo Paese non ha capito la lezione di venti anni fa. Speravamo che la morte di 27 bambini servisse alla politica per difendere le nuove generazioni, ma non possiamo affidarci sempre al destino. Mi rincuora che facciamo parte del coordinamento nazionale con il Comitato vittime dell'Aquila: lottiamo per le stesse idee, siamo una sola famiglia e per una giustizia vera, per la prevenzione e la sicurezza. L'Abruzzo ci è molto vicino. Vi ringrazio di cuore».
VIAREGGIO, SEZZE, BARGA «Il 31 ottobre di ogni anno veniamo qui da quando è accaduta la nostra tragedia», dice Claudio Menichetti, del Comitato vittime di Viareggio 2009, 32 morti e un centinaio di feriti per un incidente ferroviario, «e portiamo la solidarietà per una battaglia comune che è di giustizia, verità e sicurezza. Le nuove generazioni non devono vivere nell'incertezza di non arrivare al domani. Veniamo a dare conforto a loro che fanno lo stesso con noi alla nostra ricorrenza». Ci sono, tra gli altri, anche i gonfaloni dei Comuni Barga (Lucca) e Sezze (Latina). «Dopo il sisma», spiega Armando Uscimenti, consigliere del paese dell'Agro Pontino, «siamo arrivati qui con i volontari della protezione civile ed è nata l'amicizia tra i due comuni».
LA PROTEZIONE CIVILE Alla cerimonia c'è anche Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile. «Dopo vent'anni è stato fatto qualche passo avanti in tema di sicurezza delle scuole», dice, «ma c'è ancora molto da fare. Se vogliamo rendere giustizia a queste tragedie, dobbiamo impegnarci ognuno ad ogni livello». Al Parco della Memoria, dove c'era la scuola crollata, nella parte bassa del paese, i nomi della generazione che non c'è più sono scolpiti come sui banchi di scuola. Suona il Silenzio. Dopo la campana a distesa è il momento della riflessione. Perché tragedie così accadano mai più.
 
Persi oltre 150 residenti e piscina chiusa
San Giuliano di Puglia dall'anno del terremoto, il 2002, ad oggi ha perso oltre il 15% della popolazione: gli abitanti erano all'incirca 1.150 e ora sono meno di 1.000. La stessa sorte è toccata agli altri Comuni dell'area del cratere sismico. Anche per questo, molte delle mastodontiche opere realizzate con la ricostruzione, ora sono inutilizzate. Chiusi il laboratorio e il centro polifunzionale, di fatto chiuso anche il museo multimediale dove c'è anche una sala per convegni e spettacoli; da qualche mese ha chiuso - a causa del caro energia e dei pochi iscritti - pure la grande piscina, mentre la scuola Jovine, realizzata al posto di quella crollata il 31 ottobre di 20 anni fa, è utilizzata solo in parte. «Sentiamo tantissimo il problema dello spopolamento», conferma il sindaco del paese Giuseppe Ferrante, «tanto che proprio quest'anno, per evitare le pluriclassi, abbiamo sperimentato con un paese vicino l'unione delle scuole: i ragazzi di San Giuliano frequentano le medie a Bonefro e i bambini di Bonefro frequentano le elementari a San Giuliano».
 
La vicenda giudiziaria: 5 condanne per omicidio colposo e disastro
Per il crollo della scuola furono condannate cinque persone accusate di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose plurime e disastro colposo: l'ex sindaco Antonio Borrelli, che nella tragedia perse una figlia, a due anni e 11 mesi di reclusione; il progettista della sopraelevazione della scuola, Giuseppe La Serra; il direttore dell'ufficio tecnico del Comune Mario Marinaro e gli imprenditori edili Giovanni Martino e Carmine Abiuso, tutti a cinque anni di reclusione. Nel corso del procedimento giudiziario suscitò scalpore la sentenza di primo grado, il 13 luglio 2007, quando gli imputati vennero assolti; nel 2020, a scatenare la rabbia del "Comitato vittime della scuola", fu invece il ritorno al lavoro del geometra Marinaro, tornato a dirigere l'ufficio tecnico del Comune dopo una sentenza della Cassazione che aveva giudicato illegittimo il suo licenziamento per vizio di forma.Il villaggio provvisorio che ha ospitato tutti gli abitanti del paese negli anni successivi al sisma del 2002, oggi è in stato di abbandono, ma nei prossimi mesi partiranno i lavori per la ristrutturazione e in futuro diventerà un centro polifunzionale della Croce Rossa Italiana. Il villaggio è composto da 270 abitazioni di legno, la scuola, una chiesa, un centro polifunzionale e altre infrastrutture. Da quando la ricostruzione è terminata e gli abitanti sono potuti tornare nelle loro case in paese, la struttura è finita nel degrado. Il suo recupero negli anni scorsi è stato inserito nel Cis, il Contratto di sviluppo per il Molise.

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