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Data: 02/10/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO

Salvini ha già deciso: Fioretti si dimette. Il leader del partito prende in mano la situazione, oggi la comunicazione all'assessore. Poi incontrerà Bellachioma

L'AQUILA Matteo Salvini prende in pugno la situazione della Lega in Abruzzo. E ordina: via Piero Fioretti dalla giunta. Ma è solo l'inizio di una serie di interventi chirurgici che il leader del Carroccio metterà in atto dopo aver chiaramente avvertito i leghisti abruzzesi. Il primo a pagare sarà l'assessore esterno con delega al Lavoro e alle Politiche sociali. La sua colpa, stando a indiscrezioni trapelate ieri, non è solo quella di aver indicato la compagna, Caterina Longo, al governatore Marco Marsilio per farla nominare in un organismo della conferenza Stato Regioni, ma anche di non essersi mosso immediatamente, prendendo adeguate decisioni, all'indomani dell'incontro con Salvini a Martinsicuro di qualche giorno fa. Così il vertice del partito passa all'azione e, tra oggi e domani, comunicherà al diretto interessato l'ordine di uscire dall'esecutivo, pena l'esclusione anche dalla Lega.

TOCCA A BELLACHIOMA. Il "peccato" commesso da Fioretti, nella logica di Salvini, non è veniale. Indicare un parente o un affine per nomine istituzionali fa andare letteralmente fuori dai gangheri il leader. Ma la fuoriuscita di Fioretti apri due scenari, uno di tipo politico e l'altro amministrativo. Il primo riguarda il segretario politico, Giuseppe Bellachioma, che già oggi potrebbe incontrare Salvini per un lungo chiarimento da cui dipenderà il suo futuro in Abruzzo. Bellachioma, pur non essendo stato avvisato da Fioretti in merito all'intenzione di far nominare la compagna nell'organismo che si occupa di adozioni internazionali in seno alla commissione Stato Regioni, è di fatto il responsabile dell'ingresso dell'assessore in giunta. Quindi Salvini gli chiederà il conto. L'altro aspetto è di tipo amministrativo: la cacciata di Fioretti apre la porta della giunta Marsilio a Pietro Quaresimale oppure a Emiliano Di Matteo, con la necessità di una surroga e quindi l'ingresso in consiglio regionale del primo dei non eletti che in questo caso è una donna: Simona Cardinali, che ha ottenuto, alle regionali del 10 febbraio, 3.997 voti. Ma ciò che preoccupa davvero il popolo leghista saranno le prossime decisioni di Salvini. E il timore di finire nel mirino del capo sta spingendo molti amministratori del Carroccio a darsi da fare per recuperare tutto il tempo finora perso. Ed ecco che oggi sarà presentata la legge che riforma i consorzi di bonifica, e domani la Lega alzerà barricate contro la nuova norma sulle case popolari che si è vista "scippare" da Fratelli d'Italia. Ma nessuno parla. Tranne qualche eccezione.

LA GOLA PROFONDA. Chiede di non rivelare il suo nome, rispettiamo la sua richiesta, e subito dopo comincia a parlare tracciando il quadro della situazione che porta a una conclusione sola: quella di una crisi pilotata dall'interno della Lega, in Abruzzo, dove «si è creata da mesi una contrapposizione sulla leadership», rivela la gola profonda, «e credo che uno dei due gruppi abbia determinato appositamente situazioni particolari per far passare l'immagine di un Abruzzo leghista nel caos, perché quel gruppo sa che Matteo Salvini, e non solo Salvini, quando c'è il caos, non potendo cacciare la squadra, dà il benservito all'allenatore».

NON SCRIVA IL MIO NOME. Sulla riunione di Martinsicuro che ha dato la stura alla crisi, gola profonda dà quindi la sua versione dei fatti: «Salvini ha accusato in generale la Lega Abruzzo e non le singole persone. Quindi i responsabili principali siamo tutti: noi quattordici, tra consiglieri e assessori, non solo Giuseppe Bellachioma o Luigi D'Eramo. Poi, però, se una squadra non va paga l'allenatore. Ma in Abruzzo gli allenatori sono di fatto due: uno è il responsabile politico, l'altro degli enti locali. E non può pagare solo uno dei due. Ma la prego», conclude, «non scriva il mio nome altrimenti sono fuori dalla Lega».


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