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Data: 13/06/2022
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Salari più alti per 4 mesi le risorse dall'aumento della tassa sui super utili `Un decreto a luglio per contrastare gli effetti dell'inflazione sugli stipendi. Sorpresa bonus 200 euro «Non sarà in automatico e manca il modulo per averlo»

L'avvertimento della fondazione dei consulenti del lavoro: i dipendenti dovranno presentare un'autocertificazione


ROMA Il cantiere della manovra di luglio è aperto. Il governo è al lavoro su un nuovo maxi-decreto, il cui valore potrebbe arrivare a una decina di miliardi di euro. E questa volta più che un decreto-aiuti, lo si potrebbe ribattezzare un decreto anti-inflazione. Alcuni tasselli del provvedimento sono già definiti. Il primo è la conferma dello sconto sulla benzina e sul diesel di 25 centesimi al litro per tutta l'estate (che diventano 30 centesimi se si considera l'Iva). Ridurre il prezzo alla pompa per tre mesi, costerebbe circa tre miliardi di euro. Poi ci sono le misure sulle bollette elettriche e del gas. Il taglio degli oneri di sistema e lo sconto del 5% sull'Iva del metano domestico resteranno in vigore fino al 30 giugno. Il governo è intenzionato a prorogare entrambe le misure per un altro trimestre almeno. Il costo sarebbe di 3,5 miliardi. E soltanto con queste due misure il conto è già di 6,5 miliardi. Ma il piatto forte del nuovo provvedimento sarà l'avvio del taglio del cuneo contributivo, una riduzione degli oneri che pesano sulle retribuzioni dei dipendenti che guadagnano fino a 35 mila euro lordi l'anno. Oggi già beneficiano di un taglio del cuneo dello 0,8 per cento introdotto con l'ultima manovra di bilancio e che scadrà alla fine dell'anno. L'intenzione del governo sarebbe quella di introdurre una prima misura di sgravio contributivo per l'ultimo quadrimestre dell'anno (anche considerando che a luglio i lavoratori dipendenti e i pensionati riceveranno il bonus contro i rincari di 200 euro).
IL PERCORSO
La volontà sarebbe quella di partire con una misura che sia visibile nelle buste paga dei lavoratori che guadagnano fino a 35 mila euro l'anno. L'ipotesi è di un taglio di quattro punti percentuali del cuneo fiscale per quattro o cinque mesi. Per l'ultimo quadrimestre dell'anno, la misura avrebbe un costo di 2,5 miliardi e porterebbe un beneficio attorno ai 50-70 euro nelle buste paga. In sostanza lo stesso impatto della una tantum da 200 euro decisa con il decreto-aiuti, ma con la differenza che questa volta andrebbe a beneficio soltanto dei lavoratori dipendenti e non anche di pensionati, disoccupati e percettori del Reddito di cittadinanza.
Anche durante la discussione sul decreto-aiuti si era ipotizzato di partire con il taglio del cuneo contributivo, ma l'ipotesi era stata poi accantonata proprio per le richieste arrivate dal mondo sindacale di far rientrare negli aiuti non solo i dipendenti ma anche le altre categorie. Questa volta in realtà sarebbe diverso, anche perché l'intenzione sarebbe poi quella di rendere strutturale la riduzione dei contributi, così come da tempo sollecita la Confindustria per bocca del suo presidente Carlo Bonomi.
LE INCOGNITE
Per il decreto di luglio resta una grande incognita da sciogliere: dove prendere i soldi per avviare la riduzione delle tasse sul lavoro. L'intenzione del governo sarebbe quella di proseguire sulla tassazione degli extra-profitti. Ieri Palazzo Chigi ha fatto filtrare i dati di un'analisi di Argus Media citata anche dall'Economist. I margini di profitto della raffinazione del petrolio, spiegano questi dati, sono passati da 5-10 dollari per barile (media tra il 2017 e il 2021) a oltre 60 dollari per barile a giugno 2022. «Dati come questo», hanno spiegato le stesse fonti, «sono alla base della decisione italiana di tassare al 25% i profitti straordinari generati dalle grandi aziende» (il contributo straordinario è previsto solo se l'incremento è superiore a 5 milioni di euro e superiore al 10% rispetto al periodo di riferimento). Un ulteriore incremento della tassazione, anche soltanto di cinque punti percentuali, dal 25% al 30%, comporterebbe un aumento del gettito per lo Stato di 2 miliardi di euro. Quanto basterebbe per avviare il taglio del cuneo al quale Palazzo Chigi e il Tesoro stanno lavorando.
 
ROMA Lo si potrebbe definire un ossimoro legislativo. Una contraddizione in termini. Un baco normativo che ha introdotto il bonus automatico ma quasi a richiesta. Il bonus in questione è quello dei 200 euro. L'aiuto contro il caro-bollette per chi guadagna fino a 35 mila euro e che dovrebbe essere erogato a luglio nelle buste paga. E, almeno per i lavoratori dipendenti, il governo aveva promesso che sarebbe stato erogato in automatico nel cedolino del prossimo mese. Ma in realtà, leggendo bene la norma, non è così. Se ne sono accorti i Consulenti del lavoro, la cui Fondazione studi, ha pubblicato un approfondito report firmato da Giuseppe Buscema e Carlo Cavalleri. L'articolo 31 del decreto 50 del 2022, ossia il decreto-aiuti che ha introdotto la una tantum da 200 euro, spiega che «tale indennità è riconosciuta in via automatica» dal datore di lavoro nella busta paga di luglio. Ma poi aggiunge: «previa dichiarazione del lavoratore di non essere titolare delle prestazioni di cui all'articolo 32, commi 1 e 18». Insomma, automatico sì ma non troppo. Il lavoratore, per ottenere i 200 euro, dovrà presentare una dichiarazione al proprio datore di lavoro per dire che lui non già ricevuto il bonus perché magari in famiglia ha un percettore del Reddito di cittadinanza o perché è titolare anche di una pensione.
Ma che succede se il lavoratore non presenta la dichiarazione? «Il datore di lavoro non può erogare il bonus», spiega Giuseppe Buscema, uno dei due esperti che ha redatto il dossier dei Consulenti del lavoro. E il modulo per inviare questa dichiarazione al datore di lavoro? Il governo su questo non ha dato nessuna indicazione. Nessuno nei ministeri si è, almeno fino ad ora, preoccupato di chiarire come questa dichiarazione vada fatta o in che tempi trasmessa. I Consulenti del lavoro hanno preparato un fac simile di modello di autocertificazione, dunque è probabile che la strada seguita dai datori di lavoro sarà quella di far firmare direttamente ai lavoratori questa dichiarazione .
Dunque al momento gli unici che avranno i 200 euro in automatico saranno i pensionati, i percettori del Reddito di cittadinanza, e i disoccupati che percepiscono la Naspi o la DisColl, visto che ci penserà l'Inps ad accreditare le somme a queste categorie. Agli altri servirà una domanda o presentare l'autocertificazione. I lavoratori dipendenti sia privati che pubblici, che avranno diritto al bonus da 200 euro sono ben 13,8 milioni. Dunque, oltre alle aziende private, anche nel pubblico impiego i datori di lavoro dovranno organizzarsi per preparare le autocertificazioni da far firmare ai propri dipendenti per poter erogare il bonus nella busta paga di luglio.
Ci sono anche altri aspetti della normativa messi in luce dai Consulenti del lavoro. Come per esempio il caso dei lavoratori domestici. L'indennità a favore di questi ultimi spetta a condizione che risulti in corso almeno un rapporto di lavoro domestico alla data del 18 maggio 2022.
IL MECCANISMO
L'erogazione è effettuata dall'Inps previa domanda. «Non è chiaro», si legge nel documento dei Consulenti del lavoro, «a tal fine, se la previsione del comma 8 che indica quale modalità di presentazione della domanda presso gli Istituti di patronato costituisca il canale esclusivo per l'accesso all'indennità come sembrerebbe emergere dal tenore letterale della norma». Un altro tema riguarda i percettori del Reddito di cittadinanza. Come detto anche per loro arriverà il bonus di 200 euro per il caro-bollette. Ma a condizione che nel loro nucleo familiare non ci sia nessun altro che ne abbia diritto. Come detto, se tra i familiari del percettore del Reddito c'è qualcuno che lavora e incassa già il bonus da 200 euro, chi percepisce il sussidio non ha diritto al bonus. È questo insomma il motivo per cui i lavoratori dipendenti dovranno autocertificare il loro diritto a ricevere il sostegno.

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