ROMA L'opera è considerata strategica. Più di un miliardo e mezzo di euro già finanziati. La tratta è stata anche inserita nel Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza. Ma sul collegamento ferroviario ad Alta velocità Roma-Pescara si iniziano ad addensare nubi. «Dobbiamo impedire a tutti i costi che su quest'opera si materializzi in Abruzzo un movimento No-Tav». Chi parla è Luciano D'Alfonso, senatore del Partito Democratico e già governatore dell'Abruzzo e sindaco di Pescara. Ma cosa sta accadendo? Da quando Rete Ferroviaria italiana (Rfi) ha reso noto il tracciato dell'opera, i sindaci e le popolazioni di alcuni comuni abruzzesi sono scesi sul piede di guerra. Terreni espropriati, case demolite, binari che passano nei centri abitati. Il tratto incriminato è il raddoppio della linea ferroviaria tra Brecciarola e Manoppello. A San Giovanni Teatino, uno dei Comuni coinvolti, hanno protestato perché il tracciato taglierebbe in due il Comune passando per un corso del paese. Anche a Manoppello la nuova ferrovia passerebbe nel centro abitato. Il progetto presentato da Rfi prevede l'abbattimento di diversi fabbricati, compresi condomini di nuova costruzione. Il punto è che, sostengono a Manoppello, ci sarebbero delle alternative. E anche meno costose.
La proposta, recepita in un atto di indirizzo approvato dal consiglio comunale, è quella di tornare al vecchio tracciato ipotizzato dalla stessa Rfi nel 2007. Tracciato che prevede il passaggio in affiancamento ed attraversamento all'Interporto Valpescara. Si risparmierebbero anche un paio di gallerie e qualche viadotto, con una minore spesa di una settantina di milioni. Diego Ferrara, sindaco di Chieti ha convocato un consiglio comunale aperto per il prossimo 31 gennaio, invitando l'amministratore delegato delle Ferrovie, Luigi Ferraris, e il commissario straordinario dell'opera, Vincenzo Macello, proprio per discutere del nuovo tracciato. «Nessuno mette in discussione il valore di questa infrastruttura strategica», dice ancora D'Alfonso. «Ma dobbiamo trovare», spiega, «una forma che mitighi il bisogno di tracciato all'interno del tessuto urbano. C'è molto terreno libero a poche decine di metri di distanza», prosegue D'Alfonso. «Non si può concepire il tracciato tirando una linea su Google earth, ma deve essere disegnato recandosi sul posto per vedere quali sono le aree che permettono un minore impatto». «L'utilizzo di questa bretella già esistente eviterebbe sacrifici per le popolazioni- ha aggiunto Ferrara - e non costerebbe nulla. Utilizzare quella bretella offre un doppio vantaggio: mentre finora l'utilità dell'interporto è fra la costa e l'interporto stesso, poi ne potrebbe venire un vantaggio come trasporto merci da Roma verso l'interporto e viceversa».
LE POSIZIONI I sindaci di Chieti, di Ceppagatti e di San Giovanni Teatino hanno tenuto nei giorni scorsi una conferenza congiunta. Obiettivo «far comprendere se è possibile evitare la rettilinizzazione di questo tratto ferroviario e quindi evitare gli espropri e l'abbattimento di più di 60 case da Brecciarola verso ovest». «Il nostro territorio e quello di Manoppello - ha detto ancora il sindaco Ferrara - sarebbero i più colpiti». Il raddoppio, così com'è oggi concepito, ha aggiunto il sindaco di San Giovanni Teatino, Giorgio Di Clemente, «sventrerebbe il nostro centro urbano già frammentato dalla presenza di altre infrastrutture, per questo dobbiamo trovare una soluzione alternativa che tenga conto delle nostre perplessità e delle istanze che possono rendere attuabile il progetto sul nostro territorio». Anche Manoppello ha assunto una posizione chiara sul progetto ha aggiunto il sindaco Giorgio De Luca mobilitandosi con il Consiglio comunale, affinché Rfi potesse considerare l'alternativa della variante dell'interporto.