Roma, le ronde degli autisti: «Sui bus ci difendiamo da soli». Ladri, balordi e spacciatori l'incubo delle corse notturne sulle linee della periferia
ROMA I cartelli sono apparsi ieri sera, incollati in batteria nelle più grandi rimesse dell'Atac: «Difendiamoci da soli, organizziamo le ronde», c'è scritto, tutto in maiuscolo, sui fogli appesi alle bacheche dei depositi dei bus, da Tor Sapienza a Tor Vergata. È l'ultima mossa degli autisti romani, il fai-da-te securitario di chi si sente in pericolo al volante delle navette del trasporto pubblico, specie sulle linee che viaggiano di notte. La cronaca, anche negli ultimi giorni, ha raccontato di aggressioni, zuffe e sassaiole in sequenza. L'ultimo episodio, ieri sera: un conducente è stato pestato da un automobilista che bloccava il mezzo, in zona Appia. Venerdì notte, invece, un gruppo di otto ragazzini, tutti minorenni, dopo essere salito a bordo del bus 46 che dalla periferia porta dritti in Centro, ha assalito l'autista colpevole solo di un rimbrotto: «Smettete di fumare». Il branco ha agito con ferocia, prima ha tirato la maniglia d'emergenza, poi un 17enne, con precedenti per rapina, ha sferrato un gancio in pieno volto al dipendente dell'Atac. «La verità? Il problema è Roma, non è possibile che accadano cose del genere, sono schifato, non potevo fare nulla», si è sfogato l'autista, dopo il ricovero al Policlinico Gemelli. L'Atac ora prova a correre ai ripari, come può: da gennaio saliranno a bordo di bus e tram le guardie armate, ma solo «in caso d'emergenza», si legge nelle carte dell'ultimo appalto per la vigilanza di stazioni e fermate. Per mettere un agente privato su ogni mezzo, considerati i turni degli autisti, servirebbe un esercito di 3.600 vigilanti, per un costo del lavoro di oltre 250 milioni di euro. Spesa insostenibile per un gigante dai piedi d'argilla come l'Atac, un colosso sbalestrato da un debito di 1,4 miliardi e che solo ora, dopo anni di sprechi e mala gestio, si incammina nel difficile percorso di risanamento col concordato preventivo voluto dal presidente e ad, Paolo Simioni. LE ZONE Ecco perché gli autisti e i sindacati iniziano a dire: «Chi fa da sé, fa per tre». Via alle ronde, quindi: da ieri si cercano volontari in tutti i depositi della municipalizzata. Presto sarà allestita una chat, si formeranno gruppi di 4-5 conducenti, tutti rigorosamente in borghese, «in incognito», dopo il lavoro, pronti a tenere d'occhio le tratte più pericolose. «Lo facciamo per la nostra sicurezza», dice uno degli autisti che ha attaccato i cartelli. In caso di pericolo, pare di capire, non si difenderanno a mani nude. C'è chi vuole portare con sé lo spray al peperoncino, chi un taglierino. «Ma sia chiaro: li useremo solo per proteggerci, per legittima difesa», è la chiosa, per rassicurare. Certo il clima è incandescente. Nelle rimesse della malandata partecipata dei trasporti da mesi ribolle il malcontento, su cui soffia la forza dei numeri: 63 aggressioni ai conducenti da inizio anno più di una a settimana oltre 200 episodi, se si considerano anche le baruffe tra passeggeri. Numeri che conoscono bene i vertici dell'Atac, ma il margine per intervenire è limitato, con le spese contingentate. L'allerta in ogni caso è alta, anche nel palazzone di via Prenestina che fa da quartier generale alla società del Comune. L'emergenza ormai riguarda il centro quanto la periferia. In testa all'elenco delle linee a rischio ci sono soprattutto le navette che fanno la spola tra Tor Bella Monaca, Ostia e Acilia, tratte come il 111, lo 01, il 508, 056, lo 059, il 20express. E ancora: i bus notturni e quelli che collegano quartieri come Grotte Celoni, Centocelle, il Casilino, Lunghezza. LA REAZIONE Le bellicose corporazioni dei conducenti, nel frattempo, prendono le contromisure. C'è chi chiede un intervento della Prefettura, che ha appena ascoltato una sigla della Roma Tpl, il consorzio che gestisce le linee periferiche: ieri è stato aggredito un altro autista, al capolinea di Acilia dello 013, il secondo episodio nelle ultime 24 ore. Si è parlato della sicurezza da rafforzare, tema che sarà affrontato con l'Atac in un altro vertice, venerdì. C'è anche chi si sta organizzando da solo, puntando sulle «scorte» clandestine agli autisti. «Troppe volte dice Claudio De Francesco, leader della Faisa Sicel - abbiamo assistito ad aggressioni feroci nei confronti dei lavoratori e mai nessuno è intervenuto seriamente per risolvere il problema. Ho lanciato la provocazione delle ronde e ora vedo che trova riscontri da parte di diversi lavoratori, con tanto di cartelli nei depositi». Il messaggio è chiaro, dice il sindacalista: «Difendiamoci da soli. I lavoratori si sentono abbandonati sia dalle istituzioni che dalle parti sociali. Ora tocca dare un segnale forte, prima che ci scappi il morto».
Ladri, balordi e spacciatori l'incubo delle corse notturne sulle linee della periferia
ROMA La tensione inizia a diminuire solo quando le luci dell'alba rischiarano la notte e sull'asfalto del piazzale di Grotte Celoni prendono forma le ombre delle paline degli autobus dell'Atac. «Scendere, prego. Siamo al capolinea» sussurra l'autista dell'N11, il notturno che dalla centralissima Piazza Venezia arriva in questa periferia estrema ad Est della Capitale. Si sgranchisce un po' le gambe e butta fuori l'aria liberandosi così di una lunga notte di servizio iniziata con la seconda partenza delle 24.25 e terminata poco dopo le 6 del mattino, dove l'asticella della paura è rimasta sempre molto alta. Questa linea insieme a tante altre che tagliano le periferie romane è considerata una delle più pericolose da chi indossa la divisa della municipalizzata dei trasporti pubblici capitolini e scorrazza di notte in giro per la città un'umanità variegata. «Ci trovi il cameriere che smonta dal ristorante in centro e torna a casa racconta Mauro (il nome è di fantasia) ma anche quello che sale a piazza Venezia con l'intento di derubare i passeggeri o l'altro che prende a testate un extracomunitario solo perché si è seduto». Vorrebbe avere cento e mille occhi Mauro per fare attenzione alla strada e controllare quello che avviene su una vettura tra le più vecchie del parco mezzi Atac. «Ci provo dice e mi capita quotidianamente di assistere a scene che non vorrei più vedere». Quanto piacerebbe a questo conducente con oltre quindici anni di servizio alle spalle poter attraversare Tor Bella Monaca, viale dei Romanisti, Torre Spaccata, Torre Nova, a bordo di una delle nuove vetture acquistate dall'azienda che hanno la cabina di guida protetta. Ma non lo può fare. «Nella rimessa da dove parto, quella a Tor Sapienza dice è stato suggerito di non far uscire gli autobus nuovi perché sulla linea, spesso e volentieri, i mezzi vengono presi a sassate, la gente si picchia dentro, ne nascono le risse». Non c'è nulla di scritto, perché quell'atto potrebbe essere impugnato, ma solo il consiglio verbale che suona come un monito. È preferibile non esporre al rischio riparazioni vetture nuove di zecca che sono costate un mucchio di soldi. In strada, allora ci vanno quelle vecchie, maleodoranti, con le porte che si aprono in un niente premendo semplicemente la mano contro il vetro. LE LINEE A RISCHIO Ogni notte è un'incognita che vale sia per l'N11 ma anche per tante altre linee che toccano la Borghesiana, Ostia, Acilia, Primavalle. Una dozzina quelle ritenute anche dall'azienda stessa a rischio: 111, 01, 508, 059, 056, 20 express. E poi ancora la 46 la stessa dove lo scorso venerdì è stato ferito l'autista Lucio Iannucci da un 17enne con precedenti per rapina la 913, la 051, la 49. Il canovaccio degli episodi è sempre lo stesso: cambiano i protagonisti ma le dinamiche non divergono quasi mai. DROGA E SPACCIO Sulla linea che serve Tor Bella Monaca e il quadrante del VI Municipio diverse fermate si contano anche su viale dell'Archeologia, tra le principali piazze di spaccio della Capitale. «Quanti ne ho visti di passeggeri che scendono, vanno a prendere un po' di droga e risalgono con le mani strette nei giubbotti continua il conducente dell'N11 alla fermata successiva». C'è pure chi scambia una vettura come luogo per passarsi un po' di dosi. Se l'autista chiama la polizia «quella corsa subisce inevitabilmente dei rallentamenti». E quindi? «Quindi si tira dritto». Una notte di qualche anno fa un conducente, che provò a placare un uomo mentre aggrediva la fidanzata, «si ritrovò una pistola puntata in faccia prosegue Mauro l'aggressore era sceso, aveva chiamato i rinforzi e qualche fermata dopo era nuovamente salito a bordo intimando all'autista di farsi gli affari suoi». Che fine ha fatto quel dipendente? «Non guida più». Tra la Casilina e la Togliatti, quando ormai sono passate le due del mattino, vedi salire a bordo anche tanti sbandati che scambiano le vetture in luoghi dove dormire. Clochard, senza tetto, ubriachi. C'è anche chi sale urlando perché la vettura è arrivata con quindici minuti di ritardo. Nella migliore delle ipotesi, le aggressioni (63 dall'inizio dell'anno) restano verbali ma le botte sono una costante. Soltanto ieri in via Nino Taranto ad Acilia, al capolinea della 013 coperta dalla Roma Tpl, il consorzio privato che gestisce una parte delle linee periferiche, un autista è stato strattonato da un gruppetto di ragazzi che si erano lamentati per il ritardo del bus, mentre in serata un altro conducente della linea Atac 654, rimasto incastrato con il mezzo in strada, è stato aggredito da un uomo. Sui casi indaga ora la polizia.
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