MILANO A mezzogiorno in punto la diciannnovesima campata d'acciaio, l'ultima, viene agganciata al resto della struttura, a quaranta metri d'altezza. Il nuovo ponte che ricuce la città dopo 622 giorni è stato disegnato come «un grande vascello bianco che attraversa la valle» e per celebrarlo suonano le sirene delle navi in porto e quelle del cantiere. Dalle macerie del Morandi, che ha trascinato con sé nel crollo 43 persone, alla rinascita della città. Era il 14 agosto 2018 quando il viadotto sul Polcevera è collassato e come quel giorno piove. Ma ora il dolore lascia spazio all'orgoglio: «Per Genova e per San Giorgio», scandisce il sindaco e commissario straordinario Marco Bucci, mutuando un grido di guerra dell'antica Repubblica marinara. Mentre la bandiera con la Croce di San Giorgio, rossa in campo bianco, sventola sul fianco della campata.
CANTIERE SIMBOLO I 1.067 metri di acciaio che ricongiungono levante e ponente sono stati completati in tempo record, soltanto la natura ha frapposto alcuni intoppi: il mare mosso che ha bloccato i materiali, un incendio, il coronavirus. A seguire con gli occhi gli ultimi quaranta metri di ponte che salgono lentamente ci sono anche il premier Giuseppe Conte e il ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli. «Oggi suturiamo una ferita», dice il presidente del Consiglio. Qui c'è «un cantiere simbolo per l'Italia intera: è il cantiere dell'Italia che sa rialzarsi, che si rimbocca le maniche, non si lascia abbattere, non si lascia sopraffare». Genova è diventata «modello per l'Italia» e «cercheremo di replicarlo: l'insegnamento è nel ripartire insieme, nel prenderci per mano, farci forza l'un l'altro, mostrarci responsabili. Non ci fermeremo ad additare nemici: è una distrazione». La quarantena ha bloccato chi avrebbe voluto veder nascere la nuova opera. Come Gianluca Ardini, rimasto appeso con le lamiere del suo furgone al Morandi che precipitava: «Dal giorno del disastro non ho mai più ripreso l'autostrada, ho parecchia ansia a passare su un ponte». E Giusy Moretti, che abitava proprio sotto, in via Porro: «Avrei voluto vedere l'ultima campata salire e riunire la valle, anche se tutto quello che riguarda il ponte ci riempie sempre di tristezza e nostalgia, per le persone che non ci sono più e per le nostre vite cambiate per sempre». La ministra De Micheli assicura: «Mio e nostro dovere sarà quello di impedire che accadano di nuovo queste cose. Il governo lavora a una serie di misure che riguardano il rammendo di questo Paese, che ha bisogno di curare le infrastrutture e di metterne in campo di nuove con un grande piano che presenteremo».
PIANO MARSHALL Il viadotto costruito e progettato da Fincantieri Infrastructure del gruppo Fincantieri e Salini Impregilo avrà speciali sensori e sarà il primo «smart bridge» d'Europa. «Quel giorno tremendo d'agosto ho pensato: come è possibile che con la nostra sapienza del fare sia successo? Ci siamo dimenticati che queste cose vanno mantenute. Non sono eterne: il calcestruzzo, con il quale sono state realizzate tutte le nostre infrastrutture, dura cinquant'anni», riflette Pietro Salini, ad di Salini Impregilo. Che sprona a guardare avanti: «Al Paese serve un grande piano del governo Conte, come il piano Marshall, per ripartire. Genova lancia un messaggio importante». Da non sprecare, avverte l'ad di Fincantieri Giuseppe Bono: «Contiamo nell'aiuto del governo, soprattutto quando abbiamo commesse che possiamo aggiudicarci le dobbiamo prendere, altrimenti il lavoro non può andare avanti». La prima auto attraverserà la lisca d'acciaio sul Polcevera tra metà e fine luglio. «Per il nome molti bambini hanno mandato suggerimenti, ne stanno arrivando da tutta Italia. Decideremo alla fine di maggio», annuncia Bucci. «Non sarà il mio ponte, ma di tutti. La migliore prova che è più semplice costruire anziché perdere tempo a litigare».