ROMA Tutele minime per tutti e contratto da lavoro subordinato per chi fa il rider come mestiere principale e non solo per arrotondare. Questo l'accordo trovato nella maggioranza per i ciclofattorini che consegnano il cibo a domicilio: diventerà un emendamento al decreto «salva-imprese» che già contiene le norme sul settore, attualmente all'esame delle commissioni del Senato.
In sostanza si prevede un doppio binario: per i riders impiegati in maniera continuativa ci saranno le tutele del lavoro subordinato, mentre per coloro che lavorano in maniera occasionale ricavandone un reddito annuo inferiore ai cinquemila euro, è previsto un pacchetto minimo di diritti inderogabili (divieto di cottimo, paga minima oraria collegata ai Ccnl, salute e sicurezza, tutele previdenziali) a cui può affiancarsi una regolamentazione specifica tramite la stipula di contratti collettivi. Sindacati e aziende hanno un anno di tempo per mettersi d'accordo e «definire criteri di determinazione del compenso complessivo che tengano conto delle modalità di svolgimento della prestazione e dell'organizzazione del committente». La mancata stipula di questi contratti non può però comportare una remunerazione basata sulle consegne: ai lavoratori deve essere assicurato un compenso minimo orario parametrato ai minimi tabellari stabiliti dai contratti collettivi nazionali di settore affini, come quello della logistica. L'accordo però non piace al gruppo di rider (800 firme) che già avevano protestato per la prima versione. «Siamo passati dalla padella alla brace» dicono. L'emendamento «è insensato e pericoloso, perché obbliga le piattaforme a trovare un accordo coi sindacati tradizionali, ma i
rider iscritti ai sindacati si contano sulle dita di una mano» spiegano.
Il decreto alva-imprese sarà il veicolo anche per altre norme da modificare. È qui che saranno presentate le modifiche ai requisiti di accesso al reddito di cittadinanza, per evitare che possano verificarsi nuovamente situazioni come quelle del sussidio assegnato alla brigatista Federica Saraceni, che sta finendo di scontare ai domiciliari la pena per l'uccisione del giuslavorista Massimo d'Antona.
Anche la proroga delle graduatorie 2010-2014 degli idonei ai concorsi pubblici (scadute il 30 settembre scorso), dovrebbe arrivare con un emendamento al salva imprese. E così qualche forma di sostegno agli hotel colpiti dal fallimento del tour operator Thomas Cook, e le misure green per favorire il riutilizzo dei rifiuti. Spuntano poi più fondi per i lavoratori che diventano soci di cooperative nate per salvare le aziende in crisi di cui erano dipendenti.