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Data: 19/12/2021
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Ricoveri, no vax sette su 10. Hanno poco più di 60 anni. L'80% dei vaccinati che finiscono nelle intensive ha anche altre malattie gravi

Sette pazienti su dieci, attualmente ricoverati nelle terapie intensive degli ospedali, non sono vaccinati. È quanto emerge dai dati della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere, statistiche confermate anche da chi è in prima linea come Paolo Fazii, direttore dell'unità operativa complessa di Microbiologia e virologia dell'ospedale di Pescara, ai microfoni di Rete 8: «Confermo assolutamente questa tendenza, la maggior parte delle persone che ora si trovano in terapia intensiva non sono vaccinate tranne pochissimi casi, direi uno o due, di soggetti ricoverati e vaccinati, ma che si trovano in condizioni gravi a causa di altre patologie».Il Covid-19, dunque, continua a colpire in maniera più grave chi non si è ancora immunizzato e lo dimostrano anche i numeri: la percentuale di ricoverati no vax nelle terapie intensive degli ospedali è infatti del 74 per cento contro il 26 per cento dei pazienti vaccinati. È un dato eloquente che riguarda uno dei parametri decisivi per il passaggio in zona gialla. L'Abruzzo ne ha già ampiamente sforati due, cioè l'incidenza dei casi ogni 100mila abitanti (arrivata a 186 casi, a fronte di una soglia limite di 50), e anche la percentuale di posti letto occupati nelle terapie intensive. Al momento, infatti, il tasso dei ricoveri nelle terapie intensive degli ospedali ha già raggiunto la soglia limite per il cambio di colore ed è arrivato al 10%. L'Abruzzo resta aggrappato alla zona bianca solo grazie alla percentuale di posti letto occupati in area medica, che è del 9 per cento a fronte di una soglia limite del 15 per cento. La situazione negli ospedali. Attualmente, i vaccinati in rianimazione hanno in media 70 anni e nell'80 per cento dei casi sono affetti da altre patologie, come cardiopatia, obesità grave, diabete, broncopneumopatia cronica ostruttiva, neoplasia. Oppure si tratta di persone dializzate, trapiantate o immunosoppresse. Tra i no vax, invece, solo il 52 per cento dei ricoverati in intensiva ha altre malattie e l'età media scende a 64 anni. In più, l'incremento dei vaccinati in terapia intensiva è da attribuire quasi esclusivamente a pazienti fragili a cui è stato somministrato il vaccino con doppia dose da oltre 4 mesi, e che non hanno ancora ricevuto la terza dose.Tra i ricoverati nei reparti di area medica, invece, i pazienti vaccinati hanno in media 74 anni e nel 79 per cento dei casi sono soggetti fragili con altre malattie. Mentre i non vaccinati anche in area medica sono in media più giovani, di circa 65 anni, e solo la metà di loro è affetta da altre patologie. Il 50 per cento dei pazienti Covid no vax è costituito da persone che prima era in buona salute.La protezione del vaccino.Dopo circa 5 mesi dal completamento del ciclo vaccinale, l'efficacia del vaccino nel prevenire il Covid, sia nella forma sintomatica che asintomatica, scende dal 74 per cento al 39 per cento. Ma secondo i dati dell'Istituto superiore di sanità, il vaccino anche dopo i 5 mesi continua a proteggere dalla malattia in forma grave: questa efficacia rimane ancora molto elevata, superiore del 93 per cento rispetto ai non vaccinati, mentre risulta pari all'84 per cento nei vaccinati con ciclo completo da oltre 5 mesi.L'efficacia nel prevenire casi di malattia grave inoltre sale rispettivamente al 77 per cento e al 93 per cento per chi ha ricevuto la terza dose aggiuntiva. È interessante notare che anche il rischio di decesso di un non vaccinato è 16,6 volte maggiore rispetto a un vaccinato con terza dose; 11,1 volte maggiore rispetto ad un vaccinato da meno di 5 mesi e 6,9 volte maggiore rispetto ad un vaccinato da più di 5 mesi.
IL CASO DEI VACCINATI FRAGILI Come precisa l'Istituto superiore di sanità, quando le coperture vaccinali nella popolazione sono elevate, può accadere che il numero assoluto di contagi, ospedalizzazioni e decessi diventi simile, se non maggiore, tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati, per via della progressiva diminuzione nel numero di no vax. Tuttavia, bisogna anche considerare il caso dei vaccinati fragili. Si tratta di pazienti completamente immunizzati che si sono contagiati e ora sono in rianimazione, e che devono convivere con altri tipi di patologie. Le caratteristiche di questi soggetti possono essere molto diverse, ma in linea di massima il loro sistema immunitario reagisce poco allo stimolo del vaccino. In questa fase, tra i ricoverati vaccinati ci sono anche coloro che si sono immunizzati all'inizio della campagna vaccinale, in cui è presumibile un calo della protezione anticorpale. Il rischio di contagio, in queste persone, è favorito dalla circolazione del virus nei soggetti che non si sono ancora sottoposti al vaccino. Nelle ultime tre settimane, in Abruzzo e non solo, sono cresciuti i profili dei fragili vaccinati, prevalentemente diabetici, individui con problemi polmonari e anziani con sistema immunitario particolarmente precario. In questa fase, poi, si trovano ricoverati anche pazienti che non hanno patologie concomitanti gravi in senso stretto, come ad esempio gli obesi o gravemente ipertesi, in generale con un'età che va dai 48 ai 59 anni.

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