Data: 15/02/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Ricostruzione, quattro Regioni (Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche) affidate al commissario Legnini Il premier Conte lo nomina a capo della cabina di regia per il terremoto del 2016. Lascerà il consiglio. Entra Pietrucci
Il primo commento: «È una grande sfida. Spenderò tutte le mie energie per portarla a termine» PESCARA Sarà un abruzzese a sbloccare la ricostruzione in quattro regioni. Il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, ha firmato il decreto che nomina Giovanni Legnini commissario straordinario per il terremoto che ha colpito il centro Italia nel 2016/17. Il premier trattiene a sé la delega per il sisma del 2009. Legnini, quarto commissario chiamato ad occuparsi di Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche, prende il posto del geologo Piero Farabollini, decaduto ieri.
SUBITO AL LAVORO. «Ringrazio il presidente del Consiglio e tutto il Governo per la fiducia accordatami», le sue prime parole. «Sono consapevole della grande rilevanza della sfida che mi attende e della complessità dei problemi da affrontare, con l'urgenza e la risolutezza che i cittadini e i sindaci da tempo richiedono alle istituzioni».«Spenderò tutte le mie energie per far sì che la ricostruzione del centro Italia assuma la velocità necessaria per consentire alle comunità di risollevarsi e lo farò», promette Legnini, «con lo spirito di doverosa e massima collaborazione con il Governo e il Parlamento, con i presidenti delle Regioni e i sindaci, con la struttura commissariale e i rappresentanti dei cittadini, dei professionisti e delle imprese».
LA TELEFONATA. Legnini ha appreso la notizia della nomina da una telefonata che ieri gli è arrivata alle 18.30 da Palazzo Chigi. Subito dopo lo ha chiamato il governatore Marco Marsilio. Tra i primi a complimentarsi, anche Fabrizio Curcio, capo dipartimento di CasaItalia, la struttura della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha funzioni di indirizzo e coordinamento del post sisma. Ma la sua nomina non è una sorpresa e non arriva per caso. A pesare sulla decisione politica sono stati il profilo istituzionale di Legnini, la sua pluralità di esperienze che lo accompagnerà in una funzione in cui occorre conoscere poteri normativi, la capacità di emettere ordinanze, e amministrativi, e sapersi rapportare con sindaci e governo. Lui lo ha già fatto. Era tutto fermo all'Aquila quando, da sottosegretario al Mef, Legnini ebbe la delega alla ricostruzione. E ha sbloccato 1,8 miliardi con il governo Letta e altri 5,1 miliardi con l'esecutivo Renzi: un precedente che gli viene trasversalmente riconosciuto. E che ridà fiducia a quattro regioni.
AL GOVERNO. Nato a Roccamontepiano 61 anni fa, politico e avvocato, Legnini è stato dal 30 settembre 2014 al 27 settembre 2018 vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura e prima di allora, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri del governo Letta dal 28 aprile 2013 al 22 febbraio 2014, con delega all'Editoria e all'Attuazione del programma di Governo, e sottosegretario di Stato del ministero dell'Economia e delle Finanze nel Governo Renzi dal 28 febbraio 2014 al 30 settembre 2014.
IN REGIONE. La sua candidatura alla presidenza della giunta regionale ha portato la coalizione composta da centrosinistra e civiche progressiste al 31% dei consensi, contro il 48% del centrodestra che ha eletto il governatore Marsilio. Da un anno è seduto in Emiciclo, all'opposizione, con il ruolo di leader che non fa pesare sui compagni di coalizione.
ENTRA PIETRUCCI. Le sue dimissioni da consigliere sono praticamente certe, seppure l'incarico di commissario non sia incompatibile, ma è l'impegno che comporta a spingerlo verso una scelta. Al suo posto subentrerà Pierpaolo Pietrucci, primo dei non eletti nel Pd nel collegio dell'Aquila. Il vero tema però non è questo. L'obiettivo è sbloccare la ricostruzione. Lo sottolinea il governatore Marsilio.
LA STOCCATA DI MARSILIO. «Prendo atto che finalmente, a poche ore dalla scadenza della proroga, il Governo ha deciso di nominare un nuovo commissario alla ricostruzione. A Legnini formulo gli auguri di buon lavoro», esordisce Marsilio che però dà una stoccata: «La scelta di nominare un quarto Commissario in meno di quattro anni», dice, «è indicativa delle difficoltà con le quali è stata affrontata la ricostruzione nel cratere dell'Italia centrale: non vorrei che la mancata conferma dell'incarico a Farabollini suonasse solo come una bocciatura della persona, nascondendo sotto il tappeto la polvere dell'incapacità dei governi e dei parlamenti che si sono succeduti ad offrire risposte concrete ai territori colpiti dal sisma, tuttora impantanati in una infernale macchina burocratico-amministrativa». E ancora: «A poco servirà avere un nuovo Commissario se non sarà accompagnato da uno sforzo convinto e deciso del Governo nel fornirgli gli strumenti normativi e le risorse umane e strumentali indispensabili per una vera svolta, come chiedono inascoltate da anni le Regioni, le Province e i Comuni all'unisono». Ma un lato positivo c'è anche per Marsilio.
L'OPPORTUNITÀ. «Per la Regione Abruzzo confrontarsi con un Commissario del proprio territorio rappresenta un'opportunità di maggiore ascolto e sensibilità per affrontare il tema, delicatissimo, del riequilibrio dei pesi della ricostruzione, che vedono da anni l'Abruzzo penalizzato da una quota del 10% largamente inferiore ai fabbisogni reali. Sottoporrò subito a Legnini questo tema, con la necessaria fermezza, sperando che non si faccia condizionare in negativo dalla sua appartenenza territoriale nel timore di non apparire super partes. La Regione gli offrirà piena e leale collaborazione istituzionale. Sono certo», conclude il governatore, «che Legnini saprà spogliarsi del suo ruolo di leader politico per mettersi al servizio del territorio che vuole risposte».
L'ADDIO. Nel suo ultimo giorno da commissario, Farabollini ha riunito la cabina di regia e, d'intesa con i presidenti delle regioni di Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, ha approvato tre ordinanze. La prima disciplina l'autocertificazione dei professionisti e le fasce di importo relative alla tipologia di intervento a cui si applica.Si tratta di procedure tese alla semplificazione e all'accelerazione della ricostruzione privata che consentono ai progettisti di certificare la completezza e la regolarità amministrativa e tecnica del progetto, unitamente alla conformità urbanistica ed edilizia, e all'importo del contributo concedibile.
PONZANO: È FATTA. La seconda ordinanza introduce correttivi di precedenti disposizioni tra cui si segnala l'inserimento dei costi per l'occupazione di suolo pubblico tra le spese ammissibili a contributo, e la modifica dell'ordinanza che riguarda la frana di Ponzano di Teramo. Attraverso questa modifica è stato finalmente dato il via libera alla seconda fase del processo di delocalizzazione dell'abitato coinvolto dalla frana. L'amministrazione comunale di Civitella del Tronto potrà finalmente acquisire l'area, effettuare i trasferimenti di proprietà e far redigere il progetto delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria. Seguirà l'immediato trasferimento dei fondi da parte del commissario.
PARTE LA SFIDA. La terza ordinanza, infine, riguarda la nomina del Comitato tecnico scientifico che vede la partecipazione di componenti di elevata professionalità ed esperienza in vari settori. Esperti in ambito giuridico, urbanistico, di ingegneria sismica e di tutela e valorizzazione dei beni culturali con particolare riguardo al territorio delle regioni interessate dal sisma. E infine sono stati pubblicati sul sito commissariale i dati relativi alla ricostruzione al 31 dicembre 2019. «Abbiamo posto nuove pietre miliari per riportare più velocemente i cittadini terremotati nelle loro case», dice Farabollini terminando il suo mandato. Ma c'è ancora molto ricostruire (vedi l'articolo in basso). Parte la sfida, tocca all'abruzzese Legnini vincerla.
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