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Data: 16/05/2020
Testata Giornalistica: ABRUZZOWEB
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Regione: condono, 162 mln di richieste ira Paolucci, «vado a Corte dei Conti» Misura che ha già provocato, a poche ore dal varo, la protesta dei sindacati, che l’hanno bollata come un "un vero e proprio condono camuffato”

 
L'AQUILA "In seguito alle nostre richieste di documentazione all’Avvocatura regionale siamo oggi riusciti a capire che ammontano a oltre 162 milioni di euro le transazioni richieste al Governo regionale di centrodestra dalle imprese private per lo più in ambito sanitario, grazie alla norma che hanno chiamato "cura Abruzzo" e che nascondeva un condono tombale in uno degli articoli. Ci opporremo in ogni modo interessando del caso la Corte dei Conti".

Così il capogruppo PD in Consiglio Regionale Silvio Paolucci.  La notizia è contenuta in una nota di risposta da parte dell’avvocatura al capogruppo Pd che aveva chiesto lumi sulla manovra che la Regione si appresta a portare avanti, mentre è in gestazione un nuovo progetto di legge regionale per aiuti alle imprese e famiglie.

Il condono era contenuto nella legge "Cura Abruzzo", approvata dal Consiglio regionale ad aprile scorso, con le misure a favore di imprese e famiglie piegate dalla crisi economica causata dalla pandemia del coronavirus.

L'articolo 7 spalanca la porta alla "pace legale", ovvero al "componimento bonario del contenzioso in essere con le imprese, sia in materia civile che amministrativa, salvo il caso in cui il componimento bonario della lite pregiudichi l’interesse o il diritto di terzi contro interessati e partecipanti alla vertenza”. 

Tutto questo riguarderà non solo la Regione Abruzzo ma anche tutti gli enti pubblici regionali tra cui le agenzie, le aziende regionali, le società controllate dalla Regione e le Asl.

Inoltre si dispone che “i pagamenti derivanti da sentenze esecutive o atti giudiziari sono sospesi fino al 30 novembre 2020, compresi gli interessi legali".

Misura che ha già provocato, a poche ore dal varo, la protesta dei sindacati, che l’hanno bollata come un "un vero e proprio condono camuffato”

ll rischio  è che il conto per già disastrate casse della Regione risulti molto salato, visto che la pace legale in soldoni significa che la Regione chiude la partita con un debitore privato, accontentandosi solo di una parte dei soldi che dovrebbe incassare, rinunciando a portare avanti il contenzioso davanti ai tribunali, anche se - questo uno degli aspetti più controversi della norma -, ci sarebbero ottime, ed anzi pressoché certe, possibilità di vittoria, che consentirebbe di incassare l'intera somma.  Una situazione tra l’altro, che riguarda in particolare il comparto sanitario, che vale l’80 per cento della spesa regionale, ora per di più esplosa con l’emergenza coronaviurs.

"Tutto questo avviene mentre i lavoratori attendono ancora la cassa in deroga, mentre le attività e le famiglie abruzzesi sono ancora in stand by per i sostegni annunciati - incalza Paolucci - mentre gli operatori sanitari per tutta l’emergenza Covid hanno dovuto lottare per avere tamponi e dispositivi di protezione, mentre i sindacati aspettano di essere coinvolti per affrontare la grandissima crisi economica che abbiamo davanti con provvedimenti mirati: gli abruzzesi pagheranno di tasca propria quello che è un vergognoso condono mascherato”.

“Mentre si discute sulla proposta di nuove misure per un ammontare di circa 50 milioni che il centrodestra non ha ancora ben individuato a copertura – riprende Paolucci - la Giunta lenta si dice pronta a rinunciare a 162.096.118,52 euro, ammontare compressivo proveniente dalle 94 proposte transattive formulate da imprese creditrici e debitrici della Regione Abruzzo, delle Aziende Sanitarie, delle Società partecipate, nonché da imprese creditrici di Comuni e di una Provincia, così si legge nel documento fornitoci dall’Avvocatura. Questo sarà possibile facendo ricorso all’applicazione dell’art.7 della legge regionale del 6 aprile 2020 n.9 sulla pace legale delle imprese, legge nata senza l’opportuna condivisione con le parti sociali".

Infine la minaccia: "Si tratta di azioni che noi avverseremo con ogni mezzo, rivolgendoci ad ogni organo di garanzia, a partire dalla Corte dei Conti, perché riteniamo ingiusto che a pagare siano gli abruzzesi, specie dopo una pandemia che ha provato fortemente tutta la comunità e con il rischio di un grave danno erariale per la Regione Abruzzo e per cittadini e imprenditori regionali, perché la manovra di fatto potrebbe regalare ingenti risorse alle imprese private che non hanno rispettato le leggi o gli accordi negoziali sottoscritti, vedendosi eliminare il contenzioso in essere, sia in materia civile che amministrativa e soprattutto in un ambito sensibile qual è quello sanitario. No a condoni camuffati, sì ad un uso oculato delle risorse, capace di dare respiro a famiglie in difficoltà, lavoratori e imprese oneste che chiedono attenzione per ripartire e per non scomparire”.


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