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Data: 25/09/2019
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Referendum, festa rovinata per la Lega. Il Carroccio incassa (solo sulla carta) tre sì di Forza Italia. Ma non bastano: l'M5S blocca e fa rinviare l'operazione elettorale

L'AQUILA Referendum elettorale, per la Lega Abruzzo non c'è la festa, anche se Forza Italia fa dietrofront e assicura, sulla carta, tre sì determinanti in commissione. Ma il Movimento 5 Stelle si trasforma in Davide che sfida e blocca Golia, resistendo per 13 ore di ostruzionismo, che la capogruppo Sara Marcozzi chiama «costruzionismo», spalleggiato dal centrosinistra nel ruolo di coprotagonista, e riuscendo a far slittare la decisione in commissione alle 15.30 di oggi, e in consiglio regionale alle 16 di domani.

LA TELEFONATA. Tredici ore con un retroscena, alla vigilia prevedibile, che si consuma già alle 9 di ieri, quando i leghisti riescono a strappare, per telefono, il sì più pesante alla proposta di referendum elettorale per abrogare la quota proporzionale. È il sì del presidente del Consiglio, Lorenzo Sospiri. Che al Centro la motiva come «l'unico modo per garantire la governabilità in Abruzzo». Infatti non c'è alcuno scambio dietro quel sì. Nessun do ut des, che si traduce nel via libera della Lega alla surroga del sottosegretario Umberto D'Annuntiis con l'ingresso in consiglio regionale del forzista Gabriele Astolfi. No, a determinare il sì, che pone Sospiri a forte rischio espulsione da Forza Italia (ammesso che quest'ultima possa permetterselo, lasciandogli la chance di trasmigrare in Fratelli d'Italia) per l'ordine perentorio di Silvio Berlusconi di votare no o astenersi sul referendum salviniano, non sono state quindi le minacce che la Lega abruzzese, del segretario Giuseppe Bellachioma, ha fatto trapelare alla vigilia del voto.

LA RAPPRESAGLIA. Avvertimenti del tipo «mozioni di sfiducia nei confronti dell'assessore Mauro Febbo», o «dimissioni in blocco dei consiglieri leghisti per tornare al voto», non hanno spaventato FI. La rappresaglia politica, anch'essa annunciata dalla Lega contro qualunque tipo di iniziativa o proposta di legge o delibera, targate Forza Italia, ha avuto invece un effetto determinante sul dietrofront dei berlusconiani. Il dialogo tra Sospiri e Bellachioma, non diretto ma mediato dal consigliere regionale leghista Luca De Renzis, ha così subito spianato la strada al Carroccio facendo pregustare in mattinata a Bellachioma un epilogo vittorioso di 17 voti contro 13 dell'opposizione, con la quale si è subito schierata Marianna Scoccia, consigliera dell'Udc uscita dalla maggioranza. L'assenza, per un grave lutto familiare, del capogruppo del Pd, Silvio Paolucci, finiva, almeno a quell'ora, per facilitare l'ascesa della Lega. Ma i piani non sono andati come Bellachioma e suoi 10 consiglieri regionali speravano che andassero.

ARENATI SULLA SAGA. I lavori in commissione si sono arenati su una discussione fiume sul progetto di legge per rifinanziare, con un milione di euro, la Saga, società che cura l'aeroporto d'Abruzzo. Un progetto di legge approvato solo alle 21.20, dopo un lungo braccio di ferro che ha visto, in commissione, il M5S firmatario di oltre 300 emendamenti, neutralizzati dalla maggioranza che però non è riuscita a dare lo stop a un'instancabile Marcozzi, affiancata dagli altri consiglieri, in particolare Domenico Pettinari. Più defilato il ruolo del centrosinistra, in cui comunque Giovanni Legnini si è reso protagonista.
 
GLI OBIETTIVI. Per i 5 Stelle le parole d'ordine erano «resistere, resistere, resistere». E il loro obiettivo è stato raggiunto alle 21.25, quando anche la commissione che avrebbe dovuto votare la proposta di referendum è stata rinviata a oggi.Ma se la Lega incasserà comunque i sì di Forza Italia, non è detto che questi si ripeteranno 24 ore dopo, in consiglio regionale. La linea dei berlusconiani Sospiri, Umberto D'Annuntiis e Daniele D'Amario, infatti, è chiara: il loro dietrofront è solo apparente. «Nessuna concessione ulteriore alla Lega», dicono, vista anche la situazione nel resto d'Italia, che viene in soccorso degli Azzurri togliendoli dall'imbarazzo, dove il referendum salviniano sta incassando ovunque, persino nel Veneto, rinvii o bocciature.
 
NULLA DI FATTO. Non può assolutamente festeggiare, la Lega in Abruzzo. E c'è anche da dire che per raggiungere l'obiettivo, ordinato dal líder máximo, il prezzo è stato alto. Il consiglio regionale infatti non si è svolto. E nessuna delle interrogazioni calendarizzate è stata discussa, tanto meno sono stati approvati in aula i progetti di legge sulla Saga e sulle case popolari, né la riforma della legge sul tabagismo. La Regione, in parole, semplici, si è fermata ai box per lasciare il campo a una proposta politica di un partito, la Lega, su cui Bellachioma punta moltissimo per dare all'Abruzzo un primato nazionale. Ma per ora deve accontentarsi di tre sì di Forza Italia, a tempo determinato e solo sulla carta.
 
FLASH VELENOSI. Tre sì strategici che però neutralizzano minacce e rappresaglie. Le reazioni dell'opposizione sono al veleno. Le sintetizziamo in tre flash. Legnini: «Centrodestra irresponsabile. Mentre i problemi dell'Abruzzo attendono soluzione, la maggioranza blocca i lavori del Consiglio per il referendum elettorale imposto dalla Lega». Antonio Blasioli (Pd): «Tutti proni a Salvini». E infine Marcozzi: «Mai vista tanta approssimazione mista alla presunzione di voler forzare il voto». Oggi si riparte.

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