Data: 04/09/2023
Testata Giornalistica: CORRIERE DELLA SERA |
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«Referendum Cgil tra i lavoratori sullo sciopero generale contro il governo» Landini: grave che Meloni non ci convochi
ROMA La premier Meloni ha risposto alla sua lettera del 28 agosto con la quale, a nome della Cgil, chiede l’apertura di un confronto col governo sulla manovra? «No. È grave che il governo continui a non volersi confrontare seriamente col sindacato», dice il segretario della Cgil, Maurizio Landini. Voi però avete già deciso di scendere in piazza contro il governo, insieme con un centinaio di associazioni, il 7 ottobre. Vi interessa più la rottura o l’accordo? «Vogliamo risolvere i problemi. E per farlo bisogna cambiare le politiche del governo. Aumentare i salari e le pensioni, contrastare la precarietà, non allargare voucher e contratti a termine. Cancellare il sistema degli appalti e subappalti, invece di modificare il codice e introdurre i subappalti a cascata come ha fatto il governo. Cancellare i contratti pirata con una legge sulla rappresentanza. Introdurre il salario minimo per legge e investire su sanità e istruzione. Il governo anziché tassare le rendite e tutti gli extraprofitti usa dipendenti e pensionati come bancomat. Infatti, vorrebbe tagliare l’indicizzazione delle pensioni». Alla manifestazione del 7 ottobre non partecipano né la Cisl né la Uil. «Lo slogan della manifestazione è: La via maestra, insieme per la Costituzione. Con la crisi della democrazia, perché ormai metà delle persone non va più a votare, pensiamo che i valori fondamentali della Costituzione debbano essere applicati e non messi in discussione. Mi riferisco a un lavoro sicuro e dignitoso, sanità, scuola, fisco progressivo. Siamo per la pace, contrari all’autonomia differenziata, al presidenzialismo e agli attacchi all’autonomia della magistratura. Ma già da domani avviamo anche un percorso di mobilitazione sui luoghi di lavoro. Con Cisl e Uil discuteremo insieme della manovra del governo». Che percorso di mobilitazione cominciate oggi? «Come Cgil chiederemo ai lavoratori di votare sulle nostre proposte e di impegnarsi a sostenerle con la mobilitazione, fino allo sciopero generale, se necessario. Vogliamo muoverci per tempo. Visto che con il governo abbiamo avuto solo incontri finti, aspetteremo la Nota di aggiornamento del Def e faremo le nostre valutazioni. Se le nostre proposte non verranno accolte nella legge di Bilancio, scenderemo di nuovo in piazza». Siete consapevoli che i margini di intervento del governo, col deficit e il debito che abbiamo, sono limitati? «Le risorse si trovano andandole a prendere dove stanno, con la lotta all’evasione e la tassazione delle rendite. Il contrario di quanto sta facendo il governo». L’esecutivo è più debole, cresce la sfiducia perché le condizioni di vita peggiorano Il governo è più forte o più debole di un anno fa? «Sì è indebolito. Sta aumentando la sfiducia verso il governo, perché le condizioni di vita e di lavoro stanno peggiorando, a partire dai salari». E le opposizioni? «Penso abbiano fatto bene a partire da un tema vero come quello del salario. Però non basta. Bisogna cambiare le politiche economiche e sociali seguite dai governi negli ultimi anni». Ci sono contratti a 5-6 euro l’ora firmati anche dalla Cgil. Perché non prende l’impegno a non farlo più? «Il 12 settembre, a Bologna, faremo un’assemblea sulla contrattazione con tutte categorie, per mettere a punto una linea precisa. Insieme alla la contrattazione serve una legislazione di sostegno, dalla rappresentanza alla validità erga omnes dei contratti, al salario minimo, escludendo da incentivi e sgravi le imprese che non rinnovano i contratti, reintroducendo l’indennità di vacanza contrattuale. In ogni caso, per noi non è più accettabile che ci siano contratti a 5-6 euro». L’annuncio che la Cgil potrebbe raccogliere le firme per un referendum sul jobs act rischia di spaccare il Pd. «È la precarietà che ha già spaccato il Paese. Come si fa a non vedere che dietro a morti sul lavoro ci sono precarietà, appalti e subappalti?». La tragedia di Brandizzo, dice il segretario della Filt, interroga anche il sindacato, che deve fare di più sulla cultura della prevenzione. «Quello che è successo dimostra che il sistema delle manutenzioni va cambiato, non solo nei trasporti ma in tutte le attività. Invece, il governo ha liberalizzato il subappalto a cascata e quando abbiamo scioperato anche per rivendicare più investimenti in sicurezza, il ministro Salvini non ha trovato di meglio che pensare alla precettazione. Noi vogliamo affrontare con maggiore radicalità questi temi. Il governo, intanto, vari la procura speciale sulla sicurezza sul lavoro, invece di tagliare, come ha fatto, gli investimenti del Pnrr, anche quelli sulla sicurezza ferroviaria». Download 04 settembre 2023 - corriere della sera.pdf |
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