Data: 12/02/2023
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Raddoppio ferroviario, altri no: «Il progetto si deve cambiare» Lega, FdI, Pd e M5S condividono le ragioni del comitato intercomunale: «Opera da migliorare»
Presentati i risultati di uno studio scientifico affidato a docenti universitari: «Così non è conveniente» Ma quattro associazioni bocciano anche la variante no degli attivisti di Chieti, San Giovanni Teatino e Alanno GUARDA I SERVIZI TRASMESSI DA RAI TGR ABRUZZO E RETE8 CHIETI Il Comferr chiama e la politica risponde. Non tutta per la verità. Diversi rappresentanti politici di Chieti e Pescara non hanno fatto comunque mancare la presenza all'incontro organizzato ieri nell'auditorium Cianfarani dal Comferr, il comitato intercomunale nato sul progetto di velocizzazione della ferrovia Roma-Pescara. Tutti gli intervenuti hanno condiviso le ragioni del comitato, contrario all'opera così come è stata progettata, e hanno assicurato di riportarle nelle sedi decisionali. Al di là di colori politici e schieramenti d'appartenenza, la promessa è stata di fare fronte comune soprattutto a Roma. E questo era proprio l'obiettivo di Comferr.
LE PRESENZE All'appello del comitato presieduto da Antonio Bianchi hanno risposto i parlamentari Alberto Bagnai (Lega), Guerino Testa (FdI), Daniela Torto (M5s) e Luciano D'Alfonso (Pd). Tra le file dei rappresentanti della Regione, invece, è stata notata qualche assenza di troppo: c'erano comunque i consiglieri Mauro Febbo (FI), unico rappresentante della maggioranza di Marco Marsilio, e i colleghi Silvio Paolucci e Antonio Blasioli del Pd. C'erano inoltre diversi consiglieri comunali e assessori dei Comuni interessati, soprattutto Chieti e Manoppello, e i sindaci Diego Ferrara e Giorgio De Luca. Presente anche il sindaco di San Giovanni Teatino Giorgio Di Clemente con l'assessore Paolo Cacciagrano, altro comune interessato al raddoppio ferroviario, ma non al lotto di cui si parlava ieri.
L'ANALISI COSTI-BENEFICI I rappresentanti del Comferr hanno chiamato a raccolta la politica per presentare i risultati di uno studio scientifico da cui si evince, a seguito di una dettagliata analisi costi-benefici, che l'opera non è fattibile né conveniente. Almeno per l'area teatino-pescarese. Altro discorso, invece, riguarda l'area dell'Abruzzo interno che guarda verso Roma. Lo studio, pagato attraverso una raccolta fondi, è stato affidato a docenti dell'università di Torino. Ad aprire l'incontro sono stati i rappresentanti del comitato, dal presidente Bianchi, che ha sviscerato le criticità tecniche e ambientali, all'ingegnere Antonio Romilio, che ha curato gli studi progettuali, compreso quello relativo alla variante che evita l'attraversamento dei centri abitati; dall'ingegnere Katia Colalongo, che ha prospettato l'alternativa di una metropolitana leggera fuori dai centri urbanizzati, all'ex assessore di Chieti Gianni Di Labio, che ha approfondito le criticità a partire dagli 83 edifici da abbattere. Presenti per il Comferr anche Hermo D'Astolfo e Gian Vittorio Finocchio.
LA VARIANTE«Noi non siamo contrari all'opera ma chiediamo di migliorarla», ha detto Di Labio, «perché solo così si potrà migliorare la vivibilità delle nostre zone. Se invece l'opera andrà avanti secondo il progetto originario, per noi sarà un vero e proprio terremoto con uno sciame sismico che non terminerà più» La variante è stata sposata anche dai Comuni di Chieti e Manoppello come hanno ribadito Ferrara e De Luca. Sull'opera Torto ha ricordato di aver presentato tre interrogazioni, l'ultima al nuovo governo. Bagnai ha detto chiaramente che il progetto, così come presentato, «non è sostenibile». Testa, che pure si era detto favorevole all'intervento, si è detto pronto ad approfondire la problematica. D'Alfonso si è soffermato sulla diversità dei lotti, compresi quelli di difficilissima realizzazione, come nel caso dell'attraversamento degli Appennini. Febbo ha posto il tema dei finanziamenti da non perdere a favore del territorio, per cui, ad esempio, c'è da portare avanti il progetto della terza corsia in A14. Paolucci ha detto di voler chiedere la convocazione del comitato nella commissione infrastrutture alla presenza di Marsilio perché ritiene determinante il ruolo della Regione.
Ma quattro associazioni bocciano anche la variante no degli attivisti di Chieti, San Giovanni Teatino e Alanno
CHIETI Gli altri comitati cittadini sorti contro il progetto di velocizzazione della ferrovia Pescara-Roma prendono le distanze dall'incontro organizzato ieri mattina nell'auditorium Cianfarani dal Comferr. In una nota congiunta, Paola Sablone (FerroVia Chieti Scalo), Loris Zappacosta e Katia Corsi (No Variante Mulino), Cinzia Antonucci (Comitato Cittadini di Alanno) e Giampiero Melatti (No Ferrovia Si Strada Verde San Giovanni Teatino), spiegano le ragioni di questa distanza. «Coerenti coi nostri valori e principi fondatori», dicono i rappresentanti dei comitati sorti a Chieti, San Giovanni Teatino e Alanno, «prendiamo le distanze dall'incontro organizzato dal comitato Comferr giacché è volto a ottenere esclusivamente una variante al progetto di Rfi, affinché venga salvata la sola Manoppello, a discapito di tutto il resto del territorio da noi difeso e, al contempo, manifestiamo il nostro rifiuto ad ascoltare quella parte della politica invitata a partecipare che è sempre stata favorevole al progetto "a prescindere" e che», concludono i portavoce dei comitati, «ha sempre rifiutato un dialogo e un confronto costruttivo con le nostre argomentazioni e ragioni».In rappresentanza del comitato No Ferrovia Si Strada Verde San Giovanni Teatino nella nota c'è solo la firma di Melatti. L'altro pilastro del comitato, l'assessore Paolo Cacciagrano, è stato invece presente all'incontro del comitato Comferr, insieme al sindaco di San Giovanni Teatino Giorgio Di Clemente.
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