Data: 19/01/2023
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Raddoppio della linea ferroviaria Il commissario: avanti col piano Delusione dopo l'incontro che i sindaci di Sulmona, Avezzano e Tagliacozzo hanno avuto con Macello
Ferrara: senza le varianti l'opera qui non è fattibile. Di Clemente: così si rovina lo sviluppo territoriale CHIETI Sconcerto e nuova levata di scudi da Chieti e comuni vicini sull'incontro dei tre sindaci di Sulmona, Avezzano e Tagliacozzo con il commissario per la velocizzazione della linea ferroviaria Roma-Pescara, Vincenzo Macello. Dopo che il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, aveva parlato di «criticità» in merito alla realizzazione dell'opera, che prevede il raddoppio dei binari e l'abbattimento di molti edifici, arrivano le rassicurazioni di Macello. Il commissario parla di completamento dei progetti di fattibilità tecnico-economica per tutti i lotti della linea ferroviaria entro quest'anno, con i lavori che dovrebbero partire nel 2024. Notizie che stupiscono, perché a stare alle informazioni ufficiali, l'iter è fermo: «Noi non abbiamo avuto più alcuna comunicazione ufficiale», dice il sindaco di Chieti, Diego Ferrara, «non siamo stati più chiamati e certamente non credo che un sindaco debba andare peregrinando a Roma in cerca di informazioni. A questo punto temiamo che l'iter vada avanti senza le modifiche da noi richieste, vale a dire l'interramento della linea nella parte scalina fino a Brecciarola e poi la variante da Brecciarola verso Manoppello».Ferrara non punta il dito contro i colleghi sindaci dell'interno: «Ogni territorio ha le proprie esigenze», dice, «ma qui da noi l'opera non si può fare senza le varianti».Sulla stessa linea il sindaco di San Giovanni Teatino, Giorgio Di Clemente: «Credo che la tratta dell'interno vada velocizzata, perché in quel caso la velocizzazione potrebbe favorire uno sviluppo di territorio, nel nostro caso va invece a rovinare lo sviluppo territoriale. Questo progetto, così com'è, è catastrofico. Stiamo preparando un dossier sull'opera che consegneremo a breve a chi prende le decisioni».Più duri i rappresentanti dei comitati. «Penso che nessuno di questi sindaci sappia realmente come stanno le cose», dice l'ex assessore comunale Gianni Di Labio, riferimento teatino del Comferr, «i tre sindaci hanno fatto capire che non sono per nulla informati su come dovrà essere realizzata la velocizzazione. Al momento sono state progettate solo piccole tratte, il problema più grosso è l'attraversamento della montagna, che mette a rischio l'approvvigionamento idrico dell'intera vallata del Pescara. Dovrebbero inoltre smetterla di parlare di reti transazionali, perché con queste pendenze il trasporto merci non è realizzabile. Chi ha letto le carte, lo sa. A chi invece parla di metropolitana di superficie, vorrei invece dire che per questo tipo di servizio non serve il doppio binario». Anche Paola Sablone, presidente del comitato FerroVia Chieti Scalo, si dice «interdetta della non conoscenza della materia da parte dei sindaci che hanno citato il Def 2020, in cui si parla di opera strategica, senza citare il resto del documento che condiziona l'opera alla verifica degli adeguamenti delle trasversali appenniniche, adeguamenti che non sono stati fatti. E poi come farebbe a partire questa opera con le tempistiche date da Macello se i procedimenti autorizzativi non sono ancora conclusi? Non c'è stata né una valutazione di impatto ambientale favorevole per il lotto zero, né si è chiusa la conferenza di servizi per i lotti 1 e 2. A meno che Macello non abbia informazioni che noi non abbiamo».
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