Un pomeriggio ad alta tensione alla stazione di Pescara. Poco dopo l'ora di pranzo è giunto un falso allarme bomba che ha suscitato il panico tra gli addetti e i passeggeri in attesa. Alle 13.50 una telefonata anonima ai vigili del fuoco ha annunciato la presenza di quattro ordigni nucleari nello scalo: tra i binari 1 e 8, nel deposito bagagli e nell'atrio, ha elencato al telefono una voce maschile, senza inflessioni, appartenente a un uomo adulto. La telefonata è stata localizzata in partenza da una cabina di via Conte di Ruvo, zona immediatamente passata al setaccio dalla Digos a caccia di immagini utili delle telecamere di sicurezza.
Immediatamente, a Pescara centrale, è stato attivato il protocollo di emergenza, aggravato dalla possibile presenza di ordigni nucleari, con l'arrivo di vigili del fuoco e forze dell'ordine che hanno provveduto a mettere in sicurezza la struttura. La stazione è stata evacuata, un'ampia porzione dell'aerea esterna è stata transennata e sono stati fatti allontanare anche gli operatori del Posto centrale, dal quale si controlla il traffico ferroviario della maggior parte delle linee in Abruzzo, Marche, Umbria e Molise. La circolazione dei treni è stata sospesa, provocando ritardi a catena in mezza Italia a causa del blocco dei mezzi in transito per l'Abruzzo.
GLI SPECIALISTISubito dopo sono entrati in azione gli uomini del reparto specializzato dei vigili del fuoco e gli artificieri della polizia con l'ausilio delle unità cinofile. La prima fase dei controlli ha visto il personale del nucleo Nbcr dei vigili del fuoco avanzare dall'esterno verso i locali della stazione, eseguendo misurazioni finalizzate a rilevare l'eventuale presenza di attività radioattive nella zona. Le verifiche, per fortuna, hanno dato esito negativo. A seguire è stata compiuta un'accurata perlustrazione dei vari spazi interni, con l'obiettivo di accertare che non ci fossero pacchi abbandonati o valige sospette. Anche in questo caso non è stato registrato nulla di anomalo e i cani della polizia non hanno fiutato nulla. Una volta stabilito che l'allarme bomba risultava infondato, intorno alle 15.45 la stazione è stata riaperta al pubblico e la circolazione ferroviaria è ripresa normalmente.
I RITARDIIngenti, tuttavia, i ritardi accumulati da numerosi treni, anche se nel frattempo erano stati predisposti alcuni autobus sostitutivi lungo le tratte regionali. I maggiori disagi si sono registrati sulle linee TerniSulmona, PescaraSulmona, Civitanova MarcheAlbacina, Porto d'AscoliAscoli, GiulianovaTeramo e PescaraAncona. Cessata l'emergenza, sono subito scattate le indagini, nel tentativo di risalire all'autore della telefonata. Al momento nessuna pista è esclusa, anche alla luce del clima politico infuocato degli ultimi giorni. L'ipotesi più accreditata, tuttavia, è che si sia trattato del gesto sconsiderato di un mitomane, a carico del quale si ipotizza il rato di procurato allarme. Non è la prima volta che la stazione di Pescara finisce al centro di falsi allarmi bomba. L'ultimo, in ordine di tempo, a giugno scorso, quando una telefonata anonima ha annunciato la presenza di un ordigno a bordo di un treno regionale partito da Pescara e diretto a Sulmona. Due anni fa, così come nel 2014, in stazione arrivarono altre false segnalazioni.