Data: 26/01/2020
Testata Giornalistica: PRIMO PIANO MOLISE |
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Quattro corsie, Federico non ci sta: «Dalla Lega solo demagogia» Il deputato 5s: non mi risulta che la Regione abbia avanzato una proposta progettuale, al Ministero il tema esiste ma va portato avanti con serietà in Politica
Quattro corsie, Federico non ci sta: «Dalla Lega solo demagogia» Respinge le accuse al mittente, precisa che l’emendamento presentato da alcuni deputati della Lega – in testa Jari Colla che è commissario del Carroccio in Molise – che finanziava il raddoppio dell’asse stradale da San Vittore a Termoli non è stato votato e quindi non è stato bocciato da Pd e 5 Stelle. Era inammissibile, rimarca Antonio Federico, Colla e gli altri hanno fatto «demagogia di bassa lega». Perché «è stato proposto un intervento importante in maniera sbagliata sotto il punto di vista procedurale, programmatico e politico». Il deputato 5s oppone il regolamento della Camera: un intervento infrastrutturale ex novo nulla ha a che fare con le proroghe, per questo non poteva essere inserito nella legge di conversione del Milleproroghe. La decisione sull’inammissibilità di quello e altri 1.400 emendamenti anche di Pd e 5s, dice Federico, è stata dei presidenti della Commissioni riunite: a capo della Affari costituzionali c’è il pentastellato Brescia ma a capo del Bilancio c’è un leghista, Claudio Borghi. «Non è una questione politica ma regolamentare», insiste Federico. L’incompatibilità dei presidenti rispetto alla carica di commissario della sanità – misura su cui M5s si è speso non poco nel primo anno di governo – fu inserita, però, nella conversione del decreto fiscale (salvo poi essere cancellata proprio per questo dalla Consulta). Anche in quel caso, risponde il parlamentare campobassano, fu il presidente di commissione Bilancio, questa volta del Senato, Bagnai a decidere che l’emendamento andasse votato. «Ribadisco: non è questione di volontà politica ma di regolamento della Camera», ancora Federico. Concorda, però, che la viabilità sia una delle emergenze del Molise. E che la quattro corsie proposta rientra fra le cose da fare. «Un intervento del genere lo si programma senza creare contrapposizione tra chi vuole il reddito di cittadinanza (l’emendamento prevedeva la copertura dei 900 milioni necessari a valere su quel fondo, ndr) e chi vuole la quattro corsie, questa è demagogia di bassa lega. Il Molise ha bisogno di infrastrutture adeguate, anche di un raddoppio e una messa in sicurezza di quello che c’è attualmente. Noi abbiamo sempre detto no all’autostrada, sì a interventi di miglioramento della sicurezza, per esempio ad allargare la carreggiata nel tratto da Campobasso a Bojano e fra Bojano e Isernia nonché verso Termoli. Per farlo – è la proposta di Federico – ci si mette tutti intorno al tavolo, a cominciare dalla Regione. E su questo fronte a me non risulta presentato dalla Regione alcun tipo di proposta progettuale da questo punto di vista. Ci sono delle idee, sono positive, le raccolgo e sono disponibile a recarmi con Niro e Toma presso tutti i tavoli ministeriali affinché la Regione possa riuscire, insieme alla delegazione parlamentare e al governo, a spuntare la realizzazione di quest’opera. Perché non è il parlamentare che porta i soldi, serve un gioco di squadra». Colla ha detto che l’emendamento sarà ripresentato al primo provvedimento utile. Per Federico in questo modo «sarà un’altra azione demagogica». Il commissario della Lega Molise «può anche venire da me e dire: voglio presentare questa cosa per il Molise. Così ci si lavora insieme. La strada è quella della concertazione con le istituzioni regionali, altrimenti sono chiacchiere. Si è ancora abituati a chi dice: in un anno realizzo l’autostrada del Molise come accadde 15 anni fa… Poi si è capito che non si poteva fare perché quel progetto è inesistente e insussistente». Comunque, conclude Federico, sul tavolo di Ministero e Anas «c’è il tema del ricongiungimento tirreno-adriatico passando per il Molise e questo tema va portato avanti con serietà, progettualità e con la filiera istituzionale completa. Non sono abituato a dire le cose prima di averle portate a casa. Qualche volta l’ho fatto e ho sbagliato. Quindi per ora non dico di più, non voglio ulteriore confusione». |
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